6 - Cuori e sogni nella notte

1.2K 124 60
                                    

Quegli otto minuti di macchina furono interminabili. Michael guidava stringendo il volante con fare nervoso continuando ad accendere e spegnere la radio. Suo figlio era un violento, un manesco e non potevano esserci scuse per aver picchiato due compagni durante una lezione. Si era vergognato a presentarsi a scuola dopo la telefonata, avrebbe preferito far finta che quello non fosse suo figlio. Si domandava quale potesse essere la giusta punizione. Era necessario che fosse esemplare.

Mika dal canto suo lo osservava con la coda dell'occhio e rendendosi conto di quello che stava pensando, decise di sparire. Così facendo avrebbe risolto i problemi di tutti e si sarebbe risparmiato l'ira funesta del padre.

Come la macchina si fermò nel vialetto di casa, Mika lasciò lo zaino sul sedile e si avviò sotto il porticato, dove teneva la bicicletta.

P:"Dove credi di andare? Non azzardarti a fare un solo passo!"
M:"Lasciami spiegare!"
P:"Sei in torto marcio e vuoi difenderti?"
M:"Tu hai lasciato il lavoro, ti sei fatto crescere questa barba, non indossi più camicie e ci hai portati a vivere in mezzo al nulla. Lontano dai miei amici, dai nonni e dalle mie sorelle maggiori. E perché? Perché qualcuno una volta ti ha detto che qui è bello? Io non mi devo difendere! Chiaro? Sei tu che devi discolparti."
P:"Perché dici così?"
M:"Mamma non ci avrebbe mai fatto questo, non ci avrebbe fatto venire qui, non era matta come te."
P:"Abbassa i toni e non essere tanto sicuro!"
M:"Io sono sicuro! Io ho vissuto con lei. Io la conoscevo, tu invece no. Non la conoscevi, non c'eri mai. Ti sopportavamo e basta! Io amavo mia madre. Non sono come te."
P:"Questa era buona. Hai qualcos'altro di meglio?"
M:"VORREI FOSSI MORTO TU E NON LEI!"
P:"Bè lo vorrei anche io, piccolo ingrato, ma è andata così."
M:"TI ODIO!"
P:"E io ti odio molto di più, ora entra in quella dannata casa."

Mika preso da un terrore che mai nella vita aveva provato saltò in sella alla sua bici e fuggì.

Era sera inoltrata, Michael cominciò a preoccuparsi seriamente. Si mise in macchina insieme ai piccoli Fortunè e Zuleika e perlustrò la zona in cerca del figlio. Girò per tutte le strade, controllò i due parchi comunali, il cortile della scuola, la piazza, la pizzeria e ovunque gli venisse in mente. Mika era sparito nel nulla.

Non rimaneva altra soluzione: Michael tornò a casa e prese la lettera di ammissione attaccata al frigorifero. Sospirò di sollievo quando vide scritto il numero del tutor, chiamò Jamie scusandosi per l'orario, ma questo essendo ammalato non aveva notizie di Mika dal giorno prima.

Andreas, però, sentendo la telefonata si sentì in dovere di uscire a cercarlo. Anche lui in fin dei conti aveva contribuito al malessere dell'amico.

Era buio, mancava poco alla mezzanotte e la temperatura sul quadrante dell'orologio del biondo segnava -11° gradi.
Quando giunse al parco non trovò nessuno, ma si accorse che vicino al cancello c'era la bicicletta del riccio.
Si mise a chiamarlo a gran voce, ma senza ottenere risposta. Accese la torcia e illuminò le panchine, niente. Mika era scomparso.

Ad un tratto Andreas si ricordò che in fondo al parco c'era un vecchio scivolo di legno con un toboga chiuso, quello era sicuramente un buon nascondiglio. Salì le scalette tenendo la torcia tra i denti e quando riuscì ad illuminare vi trovò il riccio rannicchiato e profondamente addormentato.
A:"Mik, Mik"
M:"Mmm"
A:"Dai vieni via di qui, ti stiamo cercando tutti"
M:"Tutti chi? Quel pazzo di mio padre immagino."
A:"Anche io ero preoccupato per te e mi sono messo a cercarti. Sono così felice di averti trovato, pensavo ti fosse successo qualcosa."
M:'Lasciami qui e vattene"
A:"Dai non essere sciocco, fa un freddo cane, ti congelerai. Avanti vieni con me."
M:"No"
A:"So che non vuoi tornare a casa. Ti faccio stare da me per questa notte, però alzati e andiamo."
M:"Me lo prometti?"
A:"Non ho la camera degli ospiti quindi ti devi accontentare, ma sì te lo prometto."
M:"Posso dormire anche sul pavimento, pur di non tornare a casa ero disposto anche a dormire qui al freddo."
A:"Dai, andiamocene!"

Andreas lo convinse e insieme tornarono a casa. Jamie avvisò con un sms il padre di Mika che finalmente si tranquillizzò.
A:"Ti preparo una camomilla, vuoi fare una doccia calda nel frattempo?"
M:"Mi puoi prestare qualcosa tu?"
A:"Certo. L'asciugamano è qui. Eccoti un paio di boxer, una maglietta e una tuta. Fai con comodo."

Quando Mika finì la doccia, sorseggiò una bella tazza di camomilla fumante.
Nonostante tutto si sentiva gelare. Era stato per troppe ore al freddo senza un abbigliamento adatto.

Il letto di Andreas era ad una piazza e mezza. Appena entrarono in camera Mika si infilò sotto il piumone in cerca di calore. Il biondo invece si tolse il maglione, la camicia e i pantaloni per poi accomodarsi nel lato opposto del letto.
M:"Sei pazzo? Come fai a non avere freddo?"
A:"Ormai ci ho fatto l'abitudine!"
M:"Senti mi dispiace davvero per oggi. Non so cosa mi sia preso."
A:"Dispiace a me, invece. Tuo padre non ti ha nemmeno ascoltato."
M:"Lui fa sempre così."
A:"Io, insomma, se tu vuoi...puoi raccontarmi quello che è successo. Ti ascolto."
M:"Non mi va molto ora, sono piuttosto stanco."
A:"Tranquillo, immagino. Notte allora!"
M:"Notte"

Mika continuava a tremare. Sentiva il freddo fin dentro le ossa, ma appena Andreas lo cinse con un braccio e avvicinò il suo corpo fino a farlo combaciare col suo, si sentì invaso da un piacevole tepore e si addormentò.

Quella notte sentì il cuore dell'amico battere contro la sua schiena e si innamorò di quel dolce suono. Era la prima volta che si abbandonava sereno tra le braccia di qualcuno che non fosse sua madre e in quello stesso momento decise che avrebbe sognato e desiderato quel lento ritmo per sempre fino a farne la colonna sonora della sua vita.

Everybody's Talking #MikandyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora