3 - La neve cade e cade pure il mondo

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Era stato un viaggio lungo. Avevano fatto molte soste tra cui una in un vecchio albergo a Nord della Francia, prima di avventurarsi per il tunnel della Manica.

Poteva essere davvero affascinante l'idea di percorrere un'enorme galleria sottomarina, ma in quel momento non lo era. Gli occhi di Mika erano spenti, apatici e soprattutto tristi. Niente avrebbe potuto distrarlo da quel malessere che gli pesava sulle spalle. Sentiva la testa scoppiare e soprattutto percepiva la pesantezza nel cuore.

In quella macchina regnava un religioso silenzio, dettato sì dall'imbarazzo del non sapere cosa dire, ma soprattutto dal senso di impotenza di Michael, dallo sconforto di Mika che ancora sentiva bruciare il volto per quello schiaffo improvviso e dalla paura mista ad aspettativa dei piccoli Fortunè e Zuleika.

Finalmente giunsero a Lavernock. Vi starete chiedendo esattamente dove. Ve lo ripeto a Lavernock.

Quando Mika scese dalla macchina il suo cervello pensò a due cose: mare e neve. Niente di più incompatibile! Come poteva fare così freddo? Si sentiva congelare.

P:"Questa sarà la nostra nuova casa!"

Il padre indicò un grossa villa con un giardino non curato dove l'erba era alta almeno un metro. Sicuramente era disabitata da un secolo.

M:"Stai scherzando vero?"
P:"Vivremo qui e il tuo sarcasmo lascialo fuori dalla porta. Chiaro?"
M:"È fuori dal mondo. Non c'è nemmeno la casella della posta. Sai perchè Fortu?"
F:"Beh perché non ci abita nessuno. Ora metteremo la nostra, vero papà?"
M:"Sei veramente un illuso. Non c'è perché questo posto non ha nemmeno il codice postale!"
P:"Mika smettila!"
M:"In questo paesino esiste la corrente? Ci sarà il riscaldamento?"
P:"In alto alla scala a destra c'è la tua camera. Fila di sopra e restaci fino a domani"
M:"La cena?"
P:"Niente cena per quelli che non rispettano le regole."
M:"Puoi dirlo che non sai cucinare. Non è una novità. Metterai in punizione anche Fortu e Zu?"
P:"Molto bene signorino. Salterai anche il pranzo di domani. Vuoi ribattere ancora?"
M:"Che paura mi stai facendo. Io, il tuo cibo di merda non lo voglio".

Mika afferrò due scatoloni e sparì in camera sua prima di ricevere un secondo schiaffo. Chiuse la porta e si fermò a osservare la stanza. Era piccola rispetto a quella che aveva nella villa a Parigi. Aveva muri bianchi. Monotoni. Un letto. Un armadio. Una scrivania. Nulla di più nulla di meno.

Prese il cellulare per scrivere a qualche suo amico, ma fece la prima scoperta shock. Niente Wi-Fi in casa, ovviamente. Niente copertura di rete a Lavernock.
"Bel posto di merda. Vaffanculo a tutti".

Mika si mise a letto. Era sempre più arrabbiato, sempre più triste e anche preoccupato. Domani sarebbe stato il suo primo giorno di scuola. Aveva ricevuto una lettera quando ancora erano a Parigi. Era stato ammesso in un piccolo liceo a Sully, un paese vicino raggiungibile in poco tempo.
Della nuova scuola non sapeva nulla se non che era capitato in 2 F e che il suo tutor era un certo Jamie Dermanis.

Quella notte Mika pianse molte lacrime, ma ancora non sapeva che su quel cuscino, su quel letto, in quella camera, in quella casa e in quel paesino avrebbe passato i migliori momenti della sua vita...ma prima di quelli ancora tante cose dovevano accadere!

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