Ricky Martin, Jennifer Lopez - Adrenalina.
<<Oddio scusami!>> mi dice lui. In una mano regge il telefono aperto su facebook. Ora si spiega tutto.
<<Scusa un cazzo! Se tutti voi maniaci di internet non foste così attaccati a quei maledetti telefoni infernali, a quest'ora si sarebbero evitate delle guerre, sai?>> era da tanto che volevo dirlo, ma non ne avevo mai avuto l'occasione.
<<Ti ho chiesto scusa, quanto ancora mi devo scusare?>> mi dice innervosito.
Entrambi siamo a terra a raccogliere le mie cose, e lui prende in mano il mio libro di Harry Potter. Il principe mezzosangue, il mio preferito.
<<Ti piace Harry Potter vedo.>>
<<Sei perspicace.>>
C'è nervosismo nel mio tono, ma non è lui la causa, lo so.
Quando finisco di mettere nella borsa a tracolla tutti i libri, mi accorgo che manca il più importante.<<Cerchi questo?>>
Alzo gli occhi verso di lui e dopo cinque minuti passati a bestemmiargli contro, lo vedo in viso. Non è niente male, ma la cosa che mi colpisce di più è la sua sciarpa. Quella dei Grifondoro.
<<Grazie>> dico ora in imbarazzo e rimettendo nella borsa il libro.
Lui sorride. <<Alle scale piace muoversi, devi stare attenta.>>
Credo di arrossire. Questa è una delle frasi più famose della saga.
<<Dieci punti a Grifondoro.>> sorrido anche io.
Porta degli occhiali rotondi neri simili a quelli di Harry, capelli castani un po ribelli e occhi verde smeraldo. Non avevo mai visto nessuno a cui stessero davvero bene quella montatura di occhiali, e non avevo mai sentito la strana sensazione che sto provando ora. Nervosismo, agitazione, imbarazzo, caldo.
Molto, caldo.<<Non ti avevo mai vista qui, sei nuova?>> mi chiede.
<<Veramente frequento l'ultimo anno. Diciamo che so mimetizzarmi bene.>> sorrido ancora visibilmente imbarazzata. E rossa, credo. <<Nemmeno io ti avevo mai visto.>>
<<Anche io sono all'ultimo anno.>> sorride ancora.
Dio quanto sorride questo ragazzo. E poi, cavolo, denti perfetti.
<<Beh è suonata da un pezzo, è meglio andare...>> dico io guardando dietro di lui. Non c'è più nessuno nell'atrio.
<<Giusto, scusami ancora>> si sposta e mi crea lo spazio per passare. Quando vado per passargli accanto mette un braccio davanti al mio viso. <<Non mi hai detto il tuo nome.>>
Anche se siamo ricoperti di maglioni per il freddo, si capisce che è decisamente allenato. E poi, ora che gli sono molto vicina, il suo profumo mi invade le narici e arriva direttamente al cervello, annebbiando la ragione. Come descriverlo? Non ne ho idea. Al collo porta il simbolo dei doni della morte.
<<Prima tu.>> accenno un leggero sorriso divertito.
<<Il mio nome è Marco, il tuo?>>
Rido e levo il suo braccio in modo da poter passare senza problemi.
<<E ora dove vai?>> mi chiede dietro di me.<<Non mi hai ancora detto il tuo nome!>>
<<Non è importante il mio nome!>> rispondo non girandomi.
Spingo la porta della scuola e il vento freddo mi spettina i capelli. Ma non ho freddo, al contrario mi sento come se fossi appena scesa da una giostra che porta tantissima adrenalina.
Il sorriso non mi abbandona fino all'arrivo a casa.
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Cenerentola: Vivere o lasciare vivere?
RomanceVi siete mai chiesti come sarebbe la bella Cenerentola ai giorni nostri? No? Beh, io sì. Mia Cooper è una normalissima ragazza come tante, frequenta un ottimo liceo e non riesce a capire i suoi coetanei, tutti presi da quella maledetta tecnologia. D...