Capitolo 15.

994 76 0
                                    

Shakira - Hips don't lie.

La giornata scolastica senza Laura passa molto più lentamente del solito, e dal momento che tutti fanno gli asociali, negli ultimi minuti di pausa tra una materia e l'altra, lo faccio anche io. Inizio a sfogliare facebook, sempre noioso. Addirittura trovo un selfie di Laura: "buongiorno gente, oggi la febbre mi trattiene a letto!" nella foto lei si vede poco e niente, giusto gli occhi azzurri si intravedono in mezzo ad una marea di coperte e cuscini. Mi chiedo come sia possibile modificare a tal punto le foto, da non farle sembrare nemmeno più quelle originali. 

Continuo a sfogliare, e la mia attenzione si concentra su una foto. Qualcuno sta' tornando a casa, e quel qualcuno è la persona che ho cercato di levare dalla testa per quasi tre mesi. Consiste in una foto scattata durante il volo su un aereo, si vede la finestra che da esattamente sull'ala sinistra. Il cielo è sereno, l'esatto contrario del cielo di stamattina. La descrizione è povera di informazioni: "sto tornando a casa!". 

Un po' più sotto una marea di parole, che non leggo tutte. In generale scrive che è stato in vacanza in Italia con dei suoi amici, che ha comprato tanti vestiti, tanti libri, e che ha mangiato tanta pizza. Sono molto tentata a lasciare un mi piace, ma tanto non lo noterebbe, in mezzo ai duecento che ha già ricevuto. Così, quando vado per continuare a sfogliare la home, per sbaglio clicco sul tasto del mi piace.

<<Ma porc...>> nello stesso momento in cui dico queste parole sbatto con il ginocchio sulla parte inferiore del banco di legno e metallo freddo, e il professore di Filosofia lo attribuisce alla botta del momento. Per fortuna.

Nonostante faccia abbastanza rumore, in pochi si girano verso di me per capire cosa fosse successo. E siamo più di trenta in classe. Credo che potrei anche venire risucchiata nelle mattonelle, loro non se ne accorgerebbero nemmeno.

<<Signorina Cooper, ha bisogno di andare in bagno?>> mi dice il professore Sanier, visibilmente preoccupato. Fa quasi tenerezza.

<<Sì professore, torno subito.>>

Mi alzo il più velocemente possibile e scappo nel bagno più vicino alla classe. Per fortuna non c'è nessuna, e io tranquillamente abbasso il pantalone per capire la gravità della situazione. Poco più sopra del ginocchio ho un livido viola grande quanto un mandarino medio, e sento che ancora non si è gonfiato del tutto. Sembra che qualcuno mi abbia picchiata. Ma la cosa che più fa male, fra tutto, è che ho messo mi piace alla foto di Marco. 

Io lo sapevo che usare il cellulare porta solo guai. Il bagno del mio piano non è molto grande, e quando c'è silenzio si sentono le conversazioni delle persone che camminano nel corridoio. Quindi, sentendo delle voci femminili, mi chiudo in bagno per sistemarmi il pantalone. La porta si apre ed entrano credo due ragazze, io sono tentata a far rumore per far capire che c'è qualcuno in bagno, ma sto zitta.

<<Hai sentito la novità? Marco sta tornando a casa!>> dice una all'amica.

<<Già, ho visto la foto su facebook! Sai quando tornerà a scuola?>>

<<Che io sappia.>> si interrompe, probabilmente si sta' mettendo il rossetto. <<Tornerà per il ballo di carnevale. Tu ci vai?>>

<<Credo di sì. Anche se non so ancora con chi...>> dal tono si capisce che è triste.

<<Bhe, quest'anno ho intenzione di rompere tutte le mie regole. Inviterò Marco Belcastro.>>

<<Ma sei impazzita? Non ti dirà mai di si!>>

<<E perché scusa? Che c'è in me che non potrebbe piacergli? Insomma, guarda che curve!>>

Credo che ora lei stia indicando il suo seno all'amica, e subito anche le gambe. Deduco sia molto magra. Se questa ragazza ha il coraggio di invitarlo, perché non dovrei averlo io?

<<E poi.>> continua lei. <<Lui è già stato mio. Ricordi halloween? In una sera l'ho incantato con questi bei fianchi, immagina a carnevale, quando saranno tutti mascherati.>>

Mi si gelano le gambe. Lei è la ragazza della foto del profilo, quella bionda magrissima vestita da poliziotta. Quella che ha ficcato la lingua in bocca a Marco.

<<Hai perfettamente ragione, Margaret. Ora andiamo, abbiamo matematica ora.>>

Pochi secondi dopo suona la campanella, e le due ragazze escono dal bagno, lasciandomi sola e sconsolata. Esco e mi guardo allo specchio. Come potrà mai dire di si a me, se ha a disposizione una marea di ragazze? Tra cui quella Margaret molto più bella di me...

Quando torno in classe e mi siedo al mio posto, non ho nemmeno voglia di seguire la lezione. Dal momento che sono all'ultimo banco, nascondo il telefono dietro lo zaino e faccio finta di prendere appunti. La professoressa di arte non se ne accorge, e per tutta l'ora rimango concentrata a giocare a ruzzle. Che mi importa, ho tutti otto, posso permettermelo. 

All'ultima ora ho scienze motorie, e non posso fare altro che giustificarmi dal momento che mi fa malissimo il ginocchio. La nostra professoressa di ginnastica permette coloro che si giustificano di stare seduti in un angolo della palestra a guardare la lezione, e possiamo anche usare il telefono. Quindi mi siedo insieme ad altre tre persone, in silenzio, mentre la prof spiega le regole della palla avvelenata. Le tre ragazze parlano sotto voce tra loro di gossip, mentre io mi isolo con il telefono. Per una volta sono io quella che si isola.

Vado su facebook, cerco tra gli amici di Marco una certa Margaret, e trovo il suo profilo. L'unica foto che si vede è quella del profilo. Quella foto. Quella maledetta foto di halloween. Sembra che mi perseguita.

Ho deciso. Come andranno andranno le cose, io un giorno gli chiederò di quella sera. Magari non è come sembra, magari avevano fatto una scommessa e si sono dovuti baciare... ma se fosse stato così, Marco non la avrebbe messa come foto del profilo.

Margaret ha oscurato il profilo ai non amici, quindi posso vedere giusto qualche stato postato di recente. Lei che va al bar. Lei che va a casa. Lei che va in discoteca a sbronzarsi.

Che zoccola.

Finita anche questa giornata, mi avvio verso l'uscita della scuola, ma mi rendo subito conto che ho dimenticato le cuffie nella mia classe. Faccio dietro front e salgo le innumerevoli scale che ho sempre odiato, e ora che ho male al ginocchio è una tortura inimmaginabile. Quando arrivo al piano della mia classe, noto che la mia è l'unica con la porta chiusa. Non do molto peso ed entro senza bussare. Mai fatto errore più grande, la scena che mi ritrovo davanti mi lascia senza fiato.

Cenerentola: Vivere o lasciare vivere?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora