Capitolo 36.

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One Direction - Drag me down.

<<Mia!>> 

Sento qualcuno che mi chiama e levo le cuffie. <<Scendi subito!>>

È mattina ed è meglio fare tutto quello che vuole, è sempre molto nervosa appena sveglia.
Prendo zaino e giubbetto di pelle e scendo al primo piano, dove mi attende una Katia direi raggiante. Mette i brividi.

<<Eccoti qua mostriciattolo! Oggi ti accompagno io a scuola.>>

Si avvicina e mi accarezza la guancia, e io seguo i suoi movimenti con gli occhi, incapace di capire il suo scopo. Si ferma con le dita sul graffio che mi ha inflitta Morena, molto alla vista dal momento che non ci sono i capelli a coprirlo.

<<E questo?>> chiede.

<<Nulla, l'altra notte mi sono erroneamente graffiata da sola, niente di grave.>> borbotto indossando il giubbetto di pelle. Sono sempre stata brava a coprire la verità, non mentire, semplicemente raccontandone metà.

Sembra non importarle molto e si gira per aprire la porta di casa. Dove sono Morena e Simona? Katia sembra leggermi nel pensiero, quindi mi dice: <<Le tue sorelle sono andate a fare shopping. Ti spiego in macchina.>> sentenzia.

Come mai vuole accompagnarmi lei? Che ho combinato stavolta? Faccio ritroso nella mente e fra le mie azioni più recenti non sembrano esserci cose che avrebbero potuto darle fastidio. E allora perché? 

Salgo titubante nella sua chevrolet nera e allaccio bene la cintura. Avrà forse deciso che non le servo più?

<<Come mai mi accompagni tu oggi a scuola?>> chiedo guardando davanti a me.

Siamo appena uscite dal parcheggio nel giardino di casa, e stiamo correndo a gran velocità sulla strada quasi deserta.

<<Perché devo parlarti.>>

Il suo tono è freddo e non ammette ripensamenti. Come vorrei non aver accettato il passaggio con qualunque scusa di questo mondo. No, mi dispiace, ma il medico mi ha detto che devo camminare di più. Non ci avrebbe mai creduto.

<<Dimmi pure.>> rispondo dopo un po'.

<<Domani sera c'è la famosa festa di carnevale. Ovviamente le tue sorelle ci andranno, e stamattina sono andate a comprare dei bellissimi vestiti per l'evento.>> dice, guardando bene la strada davanti a noi. <<Quello che ti chiedo è semplice. Dovrai aiutarle con i preparativi, dovrai pettinarle e truccarle come due regine.>>

Beh fin qui sembra una cosa abbastanza semplice.

<<Va bene, nessun problema.>>

<<Non ne avevo dubbi.>> continua a guardare davanti e sorride pensando a non so che cosa.

<<Anche io ho una richiesta da farti.>>

Sembra sorpresa dalle mie parole, e mi fa segno di continuare.

<<Riguardo la festa. Beh, ecco... sono stata invitata anche io, e volevo chiederti il permesso per andarci.>> butto lì, d'un fiato. Amo essere diretta.  

<<Ma certo!>> dice alzando il tono di voce. <<Certo che ci andrai zuccherino. È giusto così, ci vanno tutti.>>

Non riesco a credere alle sue parole e cerco di capire il trabocchetto, ma sembra essere sincera, anche se continua a sorridere pensando a chissà cosa.

Cenerentola: Vivere o lasciare vivere?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora