Fine

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È l'una di notte, non riesco a dormire così decido di alzarmi e uscire dalla stanza, cosa che faccio molto raramente, odio essere rinchiusa qui, odio questo periodo della mia vita e odio ancora di più non ricordarmi niente della mia adolescenza.
Ho quasi 19 anni, dovrei essere a scuola non qui, dovrei vivere fuori da questa stanza.

L'ospedale è così triste, per tutto il corridoio ci sono solo poche luci accese, qualche infermiera che cammina e la solitudine più totale.
Arrivo davanti alle macchinette, decido di prendere un tè caldo.

Inzio a berlo e mi siedo su una scomodissima sedia d'attesa.

Sento dei passi ma non ci presto tanta attenzione.
Fino a quando qualcuno si siede di fianco a me.
È Zack.
Alzo lo sguardo, mi fissa senza dire niente.
Anche con poca luce riesco a vedere chiaramente i suoi occhi.

Pian piano si avvicina a me, fino a baciarmi.
Mille brividi mi percorrono la schiena.
Si allontana e il vuoto si impossessa di me.
Bisbiglia uno "scusa"
Si alza dalla sedia e si incammina, io rimango ferma sulla sedia elaborando quello che è appena successo, di colpo mi riaffiorano tutti i ricordi che avevo perso.
Inizio a correre voglio inseguirlo dirgli che mi ricordo, che mi ricordo tutto e soprattutto voglio dirgli che lo amo.

Lo inseguo, inizo a chiamarlo ma non mi sente.
Arrivamo al parcheggio sta per salire sulla sua machina quando finalmente si accorge di me.
Mi viene incontro e io faccio lo stesso.
Mi giro di scatto verso sinistra e vedo solo una forte luce sempre più vicina.
Cado a terra.
Zack inzia ad urlare, corre verso di me.
Ho la testa che mi esplode e non sento più nessuna parte del mio corpo.
Zack si accascia di fianco a me e con le mani mi prende la testa, inizia a piangere.
"Ricordo, mi ricordo di te, di Washington, di Miami, delle passeggiate a New York, mi ricordo tutto"
Un sorriso malinconico mi appare sul volto
"Ti amo" Dico prima che i miei occhi si chiudano per sempre.

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