L'acqua è fredda, ma non mi importa. Anzi, spero che serva a togliermi tutti i pensieri negativi che iniziano a girarmi nella testa. Mi sento cullata da quella tranquillità e chiudo gli occhi.
Rabbrividisco per la persona che vedo davanti a me non appena li riapro "Alessandro?" dico mettendomi a sedere. Guardo verso il mare e sospiro. " Ti dispiace se mi unisco a te?". Si siede sulla sabbia di fianco a me, come se nulla fosse. Lo guardo, sbigottita . "Scusa, È già la seconda volta che ti intrufoli in momenti che dovrei trascorrere con i miei amici. Cosa sei venuto a fare qui? Che ti importa di me?" gli urlo contro.Mi guarda. Mette una mano davanti alla mia bocca per farmi zittire. "Cosa mi importa? Come puoi farmi una domanda del genere? Dopo tutto quello che abbiamo passato insieme: il bacio, la nostra amicizia. Hai dimenticato?". Mi calmo e sospiro."Come potrei dimenticare? Solo che tutta la nostra amicizia è sbagliata!". Con voce calma risponde "Ne abbiamo già parlato. E abbiamo stabilito che, ormai, la nostra amicizia c'è e basta. Non si può cancellare!".
Mi prende la mano e mi appoggia sulle spalle la sua giacca. Inizio a sentire un po' di caldo. Un velo di silenzio cala su di noi: si avvertono solo la musica alle nostre spalle e il rumore del mare. Sento dei passi che vengono verso di noi. Mi giro e vedo che stanno arrivando Paola e Michela. "Ecco dove sei finita, Marta!". Mi alzo in piedi.
"Ma lui che ci fa qui?" . "Alessandro, tu capisci che sarebbe meglio che non ti facessi vedere vicino a Marta, vero?"
"Se solo..." dico una volta accertatomi che Paola e Michela si siano allontanate. "Se solo cosa?" ripete invitandomi a continuare. "Se solo non fosse tutto così complicato"."Visto che sei qui, tanto vale che festeggi con me! Tieni!". Gli passo una birra già stappata, che tenevo in mano da quando sono uscita. "Grazie!". Sorseggia la birra, poi allunga la mano e prende la mia. Mi tira verso di sé e mi abbraccia. Da qualche parte si sentono dei passi, ma non riesco a capire di preciso da dove arrivano.
Ehi, tu! Che ci fai qui? Che ci fai con lei?" immediatamente Michael aggredisce verbalmente Alessandro. "Calmati, Michael! Non è come pensi!" Alessandro cerca di difendesi . "Che dovrei pensare? Vi ho visti un attimo fa! Tieni le tue mani lontano da lei!" Michael è pericolosamente vicino. probablmente ha bevuto un pò troppo. "Guarda che io non voglio niente da lei" ripete Alessandro. Michael sembra non ascoltare. Sferra un pugno ad Alessandro. "Oh, mio Dio! Ma che fate? Fermi!" grido . Alessandro barcolla, ma non cade. "Ma che fai? Secondo te mi faccio intimidire da un ragazzino?". "No, Alessandro! Non lo sfidare" penso tra me. "L'hai voluto tu! Non ho problemi a battermi con uno che potrebbe essere mio padre!".
Michael non sospettava niente ma, dopo questa frase, l'atteggiamento di Alessandro cambia. "basta" Alessandro cerca di calmarlo, per finirla una volte per tutte. Questa discussione ha preso una brutta piega. Non fa in tempo a finire la frase che Michael gli sferra un altro pugno, questa volta più forte. Del sangue gli esce dal labbro inferiore. Ma non è l'unico ad essersi fatto male: la mano di Michael, infatti, inizia a sanguinare. "Ora basta!", grido a squarciagola, dopo essermi liberata dalle braccia di Paola che mi teneva. "Vi siete bevuti il cervello? Smettetela di azzuffarvi come due animali selvaggi!" . Michael mi guarda negli occhi. "Mi dispiace, Marta. Non so cosa mi è preso. Ma, quando l'ho visto abbracciarti, non ho più capito niente!". Alessandro si asciuga il sangue con la manica della giacca. "Dovresti pensare prima di agire, Michael!" si avvicina.
Inizio a pensare che stiamo vivendo all'interno di una menzogna che, prima o poi farà del male a qualcuno di noi. Michael per primo. "Ale, vai ad asciugarti dentro! Paola, accompagnalo per favore!" lascio Alessandro nelle mani di Paola. "Certo, Marta!". Rimasta sola con Michael, mi faccio coraggio e provo a parlargli, rimanendo però molto vaga. "Michael, che ti sta succedendo?". "Non lo so, Marta. Proprio non lo so! Ti ho vista con lui e ho avvertito un senso di gelosia immenso!" mette la testa fra le mani.
"Sai che non sopporto la gelosia, soprattutto quando porta alla violenza" cerco di spiegargli. "Lo so, ma è stato un impulso più forte di me! Questo Alessandro ha qualcosa di strano...". Gli metto una mano sulla spalla "Dai, non pensarci. Sei solo geloso, tutto qui! Però è ora che inizi a controllarla, questa gelosia!". Me la sono vista veramente brutta. Poteva finire molto peggio. Rientriamo in casa e guardo l'orologio: sono le 2.20. Il tempo è volato! Mi avvicino a Mattia e gli faccio segno di abbassare il volume della musica.
Salgo al piano superiore. Percorro il corridoio che porta verso le camere da letto. Ho proprio voglia di stendermi un po'. Sono molto stanca dopo una mattina a scuola e una serata di festa. Mi tolgo i sandali e li butto in un angolo della stanza. Assorta come sono nei miei pensieri, non mi accorgo che qualcuno è entrato nella stanza. "Ah, sei qui!". Alessandro entra nella stanza. Vedo che sta meglio. "Come sta il tuo labbro?"gli chiedo mettendomi a sedere sul letto. "Tutto OK. Ma non pensavo che mio figlio fosse così!" si siede accanto a me. Mi chiedo perché sia qui.
"Tutti reagiamo, se qualcuno tocca la persona a cui teniamo di più!" dico guardando verso il basso. Ancora non riesco a credere come possa essere successo. "Se sapesse la verità, la voglia di picchiarmi sarebbe doppia" ride. Ma non posso dargli torto. Accenno un sorriso.
Devo ammetterlo. Non capita tutti i giorni di avere padre e figlio sexy nella stessa stanza. Ed essere invaghita di entrambi "Però, che ne dite se usciamo da qui? Andiamo a vedere l'alba tutti assieme?". Alessandro si alza. Sbuffo per un attimo. Sono stanca. Ma non posso permettermi di perdere questa occasione."Va bene. Raggiungiamo gli altri e andiamo!".
Michela, Paola e Riccardo sono crollati sul divano, mentre Mattia e Davide si stanno sfidando ad una gara alla Playstation, sorseggiando quello che rimane della vodka.
"Ehi, ragazzi! Ancora qui, state?" parlo a bassa voce per non fare rumore. "Marta! Ma che avete fatto di sopra, fino adesso?" Davide mi guarda con fare sospetto. "Tranquillo, Davide. Niente di quello che pensi tu! Sei sempre il solito!". I ragazzi non avevano detto niente riguardo la presenza di Alessandro. Non che mi importasse, ma sono sicura che hanno capito da soli. "Dai, andiamo fuori, ragazzi. È quasi l'alba!" li invita Michael. "Svegliamo le principesse?" Davide e Mattia smettono di giocare. "Ci penso io a loro!" rispondo. Mi avvicino e le sveglio delicatamente. Conoscendo Mattia, avrebbe usato metodi bruschi. "Ehi ragazze! Sveglia!".Paola inizia a mugolare "Mhh...che c'è, Marta?". "Dai, andiamo fuori a vedere l'alba! "
Corriamo fuori e andiamo verso il mare. Annuso l'aria che profuma di fresco. L'odore del sale mi punge un po' le narici, ma mi piace. È un momento fantastico. Noto che Alessandro e Michael si sono allontanati un po' da noi, ma sono talmente presa dai colori dell'alba che non penso a loro.
io, come sempre, salto fuori ignara di tutto. "Ehi! Che è successo?". Michael mi guarda con le lacrime che scendono sul suo viso, felice ed arrabbiato al tempo stesso. Il mio sguardo si sposta su Alessandro "Ma che cavolo...Alessandro, ma che è successo?" chiedo preoccupata. Alessandro risponde "Semplice. Gli ho detto la verità, Marta. ". Lo guardo, sbigottita e incredula. Non riesco a realizzare ancora pienamente quello che è appena successo.
"Che hai fatto?" balbetto. Sto iniziando ad arrabbiarmi. primi raggi di sole iniziano ad illuminare il cielo. I gabbiani volano sopra di noi, dando il benvenuto al nuovo giorno. "In che casino mi sono messa, adesso?", penso.
Mi allontano voltando le spalle a tutti. Alessandro mi raggiunge "Marta, io ti voglio bene." Con lo sguardo, mi fa capire che Michael deve continuare a non saper nulla di ciò che è successo tra me e lui. Inizio a vedere sfuocato. La testa mi gira sempre di più. Mi aggrappo ad Alessandro, che al momento è la persona più vicina. Mi sento le gambe deboli. Tremo e cado.
---spazio autrice--
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Romance[Completa] Alessandro,"ragazzo" alla soglia delle ormai 45 primavere, non credeva che dopo il fallimento del matrimonio, potesse sentire ancora il cuore battere in quel modo. Come nel modo in cui batte quando ci si innamora. Non di nuovo. Colei ch...