Capitolo 24

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Sbuffo, ma stavolta lo vedo sorridere. Non è nulla di grave .

"Andiamo!". Mi prende per mano e mi conduce verso una macchina che ci attende all'entrata dell'hotel. Non faccio domande, visto che non mi interessa nulla. Può portarmi anche il capo al mondo se vuole. Sono totalmente persa per lui.

Quando la macchina si ferma, riconosco l'hangar dove stamattina ha lasciato l'elicottero. "Grazie, Mario". Alessandro passa un biglietto da venti euro al vecchietto, che ringrazia sentitamente e se ne va, mentre noi scendiamo. "Allora dove si va?". "Adesso lo vedrai. Sei pronta?". "Per cosa?". Apre il portone scorrevole e preme un tasto sul muro. Il soffitto dell'hangar scompare magicamente.

"Dai, sali". Mi fa accomodare. Sono emozionata, soprattutto non sapendo qual è la nostra destinazione. "Certo che sei pieno di misteri tu, eh?". Alza le spalle. "Non è colpa mia. Sei tu che mi fai questo effetto!". "Sì, certo...come no? E pensare che tutto è iniziato con una mia fissazione. Eri la mia ossessione, Alessandro".

Mette in moto e decolliamo. Mi guarda e non dice nulla. "Sì, ossessione. Perché non riuscivo a toglierti dalla mia testa. Io ti ho notato subito. Io amo il tuo modo di ridere, amo il tuo sorriso, amo la tua barba, amo i tuoi occhi. Amo te". Non dice nulla. "Come mai te ne stai zitto?". Scoppia a ridere. "Sono concentrato e non mi devi disturbare!". Scoppio a ridere anche io. "Ah, allora mi scusi, pilota! Non la disturberò più!". Lo bacio. Guardo fuori dal finestrino. Il panorama è fantastico, ma non capisco dove stiamo andando.

Dopo un paio d'ore di volo, Alessandro esclama: "Per portarti dove vorresti tu, ci vogliono troppe ora di volo con questo coso. Perciò, spero di aver fatto colpo lo stesso portandoti qui". Mi viene spontaneo un grido di stupore. "Ma quella è la torre Eiffel!". "Beh, sì!". "Giurami che è l'ultima sorpresa, ti prego!". Ride. "Perché? Hai paura?". "No!". Peccato che abbiamo poco tempo. Siamo costretti a goderci la vista dal tetto di un edificio. Ma non importa.

Tolgo le cuffie e appoggio la testa sulla sua spalla, mentre lui mi accarezza i capelli. "Ti sei fatto due ore di volo per portarmi qui per così poco tempo? Tu sei pazzo!". "Ti ho appena regalato un diamante. Sono pazzo, sì...ma di te!".

Ritorniamo all'hotel. Sono stanchissima a causa di tutte le emozioni provate oggi: troppe in una sola giornata. Crollo sul letto. "Sono stanca, ma oggi è stata una giornata stupenda!". "E domani lo sarà ancora di più. Perché mi sveglierò con te al mio fianco!". Ci accoccoliamo entrambi nel letto, lasciando che il silenzio e la tranquillità della notte ci cullino. Tra le sue braccia e mi sento così piccola, ma altrettanto protetta. Lui mi da sicurezza.

"Non posso accettare che tu stia con lui!". Mi dà uno schiaffo che mi fa cadere a terra. Le lacrime iniziano a rigarmi il viso. "Perché fai così?" dico, tra i singhiozzi. "Mi stai prendendo in giro, Marta! Questo non va bene!". "Sì, ma anche schiaffeggiare una ragazza va bene! Pensavo tu fossi diverso!". Piango. "Scusa, Marta". Porge la mano per aiutarmi a rialzarmi. "Non riesco ad accettare che tu stia con mio padre! È una cosa sbagliatissima!". "Ma perché? Noi ci amiamo! Che c di sbagliato?". "Potrebbe essere tuo padre, porca miseria!". Una risata esce spontanea. tuo padre!". "Brava, Marta. Tu te la ridi. Che dirà la gente, quando si saprà in giro? Guarda quello! È un pedofilo. È questo che la gente penserà di lui!". "Ma a me non interessa l'opinione degli altri!". "Svegliati, Marta! Devi finirla con questa storia!"

Mi sveglio di soprassalto. Alessandro è girato dall'altra parte e dorme come un angelo. Sono fradicia di sudore e sento il cuore battere all'impazzata. Ma che è stato? Mi massaggio gli occhi. Questa storia mi sta consumando.

ASPETTAMIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora