Nuvole dense oscurano le stelle. Si sentono i primi tuoni e un fulmine accende il nero della notte. "Pure il temporale" dico stringendo Alessandro.
Siamo rimasti così per un po'. Non so ancora cosa sia successo. "Mi dispiace" mi dice dopo che qualche goccia di pioggia inizia a bagnarci il viso. I suoi occhi nocciola brillano anche al buio, bagnati dalle lacrime, ora mischiate alla pioggia.
"Che è successo?" chiedo sussurrando. "Io non dovevo innamorarmi di te". Continuo a non capire. "Michael...". Mi irrigidisco sentendo il suo nome. Io non so più nulla di lui da un paio di settimane. Lo bacio appassionatamente, mentre la pioggia aumenta d'intensità e il fragore di un tuono mi fa sobbalzare.
Nessuno di noi due ha voglia di andarsene da qui. "Michael è tornato a cercarmi. Ma questa volta è diverso". Trema, mentre mi accarezza la guancia con la mano. "Che significa? ". Inizio ad arrabbiarmi. Rimango immobile. Mille dubbi mi passano per la testa, ma ciò che continua a risuonarmi nella mente è la frase: "non dovevo innamorarmi di te". Cosa c'entra Michael in tutto questo? Alessandro sospira.
"Mi ha chiamato qualche ora fa. Era agitato. Farfugliava che voleva farla finita, che non ne può più di stare male per te". Porto le mie mani sulla bocca per soffocare un grido. "È impazzito? Che vuol fare?". Inizio a tremare e a sudare freddo.
Sento il mio cuore battere così forte che sembra scoppiare. Non posso immaginare che stia succedendo davvero. "Dobbiamo fare qualcosa!" dico, ormai in preda al panico e alle lacrime tra le braccia di Alessandro.
La pioggia non smette di cadere ed i fulmini e i tuoni si fanno più frequenti. "Ti ha detto dov'era?". "No, ma posso rintracciare il suo cellulare" risponde, passandomi il suo cellulare, mentre i fanali della sua auto tagliano il buio.
"Ecco qui.Si trova presso la vecchia cava di ghiaia, appena fuori Castelfranco".
Questa è la conferma che non stava scherzando. Le prime luci dell'alba filtrano tra le nuvole e iniziano a rischiarare un lembo di cielo ad est. Nel frattempo ha smesso di piovere. Siamo sempre più vicini alla cava e inizio a sentirmi male.
Alessandro prende la mia mano e la stringe per alcuni secondi. "Risolveremo questa cosa Marta. Insieme".
Scendiamo dalla macchina e corriamo attraversando il sentiero che porta in cima alla cava. Una figura si sporge troppo dalla sommità, mentre sotto l'acqua scura se ne sta immobile. "Michael!" grido.
Si volta nella mia direzione mentre i suoi capelli neri si scompigliano al vento. Rimane in silenzio a guardarmi. Ha un'espressione quasi assente e uno sguardo vuoto.
"Ma che stai facendo?" grido, facendo un terribile sforzo per cercare di mantenere la calma. A dividerci, ora, ci sono solo pochi metri. Alle sue spalle invece, uno strapiombo di quasi cinquanta metri.
Alza lo sguardo dietro di me e mi accorgo che Alessandro ci ha raggiunti. "Vattene, Marta! Se adesso sono qui è solo per colpa tua!". Scoppia a piangere. Sono nel panico più totale. Del resto, come ci si può sentire quando una persona a cui vuoi bene ti dice che non vuole più vivere perché la causa del suo male sei tu? "Michael! Ti prego!" grida Alessandro.
La voce di Alessandro non fa che peggiorare la situazione. Michael si avvicina ancora di più allo strapiombo, facendo cadere alcuni sassi. Le mie guance sono rigate dalle lacrime. Faccio cenno ad Alessandro di allontanarsi. Questa cosa la dobbiamo risolvere io e Michael, da soli.
"Michael! Lo so che sei arrabbiato con me. Ma più che con me ce l'hai con te stesso, per non essere riuscito ad accettare questa situazione.Torniamo indietro, a due anni fa. A quando ti sei innamorato di me!". Esita e non si allontana dalla sua posizione.
"Vattene! È proprio per questo che non ce la faccio più. Io sono ancora innamorato di te, Marta! Lo sono sempre stato in tutto questo tempo! Ma vederti con lui...". I suoi occhi si riempiono di lacrime e la sua voce si spezza. "Vederti con mio padre... mi ha fatto male! Mi ha spezzato il cuore! E non riesco a far finta di niente e vivere come se non fosse successo nulla! Non ce la faccio!". Mi volta le spalle e si affaccia al vuoto.
Scoppio in un fragoroso pianto. "Michael! Pensa alle conseguenze! Come si sentirà tua madre? Lei ti ama più di ogni cosa al mondo! Pensa a tutte le persone che ti vogliono bene! E pensa anche a me! Cosa succederebbe se tu ora lo facessi?". Forse le mie parole hanno toccato il suo cuore. Indietreggia, continuando a darmi le spalle, e rimane in silenzio.
Continuo a parlargli. "Sì, è vero! Ti ho ferito, ma non volevo! Io non volevo! La storia tra me e tuo padre, nessuno l'ha forzata! È stata una cosa che entrambi abbiamo voluto e non mi pento di questa scelta! Io lo amo! E per un po' di tempo ho amato anche te! Non era una presa in giro! Non avrei mai potuto prenderti in giro! Solo che quello non era l'amore che si prova quando si incontra la persona giusta! Io tengo veramente a te! Se tu dovessi..." scuoto la testa per scacciare le lacrime.
"Non ci voglio nemmeno pensare! Ora ti prego... vieni qui!". Si gira e i suoi occhi castani fissano i miei. Compie alcuni passi indecisi verso di me. Poi corre tra le mie braccia e scoppia in un pianto liberatorio. Alessandro, che ha assistito a tutto, ci raggiunge. Mi sciolgo dall'abbraccio di Michael per abbracciare Alessandro.
Il battito accelerato dei nostri cuori quasi risuona nel silenzio della cava, mentre la luce dell'alba rischiara un cielo ancora umido. Guardo il cellulare che segna le 6.30.
"Accidenti! Farò tardi all'esame!" dico agitata, mentre saltello nervosamente. Sono ancora scossa per quello che è successo, ma riesco a tornare alla realtà e a focalizzarmi su quello che mi aspetta.
"Marta, scusami per tutto...".
Sospiro, mentre ci allontaniamo da quel luogo con i cuori ancora in tumulto.
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Romance[Completa] Alessandro,"ragazzo" alla soglia delle ormai 45 primavere, non credeva che dopo il fallimento del matrimonio, potesse sentire ancora il cuore battere in quel modo. Come nel modo in cui batte quando ci si innamora. Non di nuovo. Colei ch...