Capitolo 23

314 11 6
                                    


Osserviamo il tramonto, godendoci lo spettacolo di colori nel cielo.

Dopo aver trascorso tutta la giornata sulla barca, scendiamo a terra e ci dirigiamo verso l'hotel nel quale avremmo trascorso la notte.

"La stanza è la 206" mi dice, porgendomi la tessera magnetica. "Tu non vieni?". "Arrivo tra poco. Intanto tu fatti una doccia. O meglio, riscalda l'acqua!". Mi strizza l'occhio e sparisce oltre la hall. Salgo le scale, anche se c'è l'ascensore. Ho voglia di fare due passi, visto che non abbiamo camminato molto oggi.  Arrivo davanti alla porta della camera 206. Infilo la tessera nella fessura e la porta si apre.

Entro e mi trovo in una bellissima camera, con un letto matrimoniale al centro, un divanetto, un mini bar e una bellissima stanza da bagno. Appoggio lo zaino con le mie cose sul pavimento e mi infilo sotto la doccia.

Mi piace il mare, ma odio la salsedine che mi resta fra i capelli, trasformandoli in un cespuglio disordinato. Mi guardo intorno, mentre le parole di Alessandro riecheggiano nella mia mente. Mi hanno lasciata parecchio turbata. Non sono pronta per che cosa?  Dal tono della sua voce, non sembra affatto trattarsi di una cosa piacevole. Devo forse aspettarmi il peggio?


Rimango sotto l'acqua calda, massaggiandomi i capelli e cercando di rilassarmi il più possibile. Sento la porta chiudersi e un rumore di passi: Alessandro è arrivato. Ma dov'è stato fino adesso? La porta del bagno si apre.

Vedo venire verso di me una figura che riconosco immediatamente dal portamento "Finalmente!". Non risponde. Mi prende per i fianchi e mi appoggia al vetro della doccia e mi bacia, ardente di passione e desiderio, come non aveva mai fatto. Ma senza perdere quel pizzico di romanticismo che lo caratterizza. "Ma che...". "Shh! Rovini il momento!".

Accarezzo la sua barba. "Dove sei stato?". "Ma perché ti interessa tanto?". "Scusa se mi preoccupo per te!". "hai paura che scappi da te?". Appoggia le mani al vetro, imprigionandomi così tra le sue muscolose braccia, senza lasciarmi via di scampo.

L'acqua segue le forme dei nostri corpi nudi, appoggiati uno sull'altro. Il suo petto segue il ritmo del mio respiro. Ondeggiamo su e giù all'unisono, mentre sento i battiti del suo cuore. Rimarrei per ore in questa posizione, stregata da quegli occhi color nocciola e dal calore del suo corpo, superiore alla temperatura dell'acqua. "Credo sia ora di andare...".

"Giusto. Ti devi preparare. Devi essere una principessa. Non che tu non lo sia già...". Esco dalla doccia e mi avvolgo nel morbido asciugamano con lo stemma dell'hotel, che profuma di pulito. Inizio ad indossare il vestito che mi ha regalato. Ha indovinato la taglia. Devo dire che è veramente bravo a frugare tra le mie cose!

Mi guardo allo specchio: ho capelli in disordine.

"Guarda nella tasca dello zaino". Mi arriva da dietro e mi indica lo zaino che ho lasciato sul pavimento. Lo apro e trovo una piastra da viaggio e una schiuma lisciante. "Perspicace, il mio autista!". "Diciamo solo che ho imparato che tipo sei!". "Che vorresti dire?". "Dai, Marta, ora sistemati...".

Scoppia a ridere e scompare nella cabina armadio. Dopo qualche minuto, ricompare con una camicia bianca, una giacca nera, dei pantaloni neri e una cravatta blu intenso. "Pronto!". "Io non ancora!". "Vuoi una mano a lisciarli?". "Se ci riesci, volentieri!". Accetto il suo aiuto, così avrei fatto prima.

"Ecco...aspetta, non ho finito!". Estrae dalla tasca della giacca un diadema con una pietra verde al centro. "Mio Dio! Alessandro!". Non ho parole! Ma quante sorprese mi riserva ancora? "Non piangere, altrimenti ti cola il trucco!". "E chi piange?". Non so davvero che dire. Lascio che me lo sistemi tra i capelli. "Ecco! Adesso sei la mia principessa!". "Vorrei congelare questo momento per sempre, Alessandro!". "Beh, un paio di foto ce le possiamo fare, però!".

Rido, "Sei sempre il solito!". Estrae il suo iPhone e ci scattiamo delle foto. Sono tranquilla perché so che dal suo cellulare quelle foto non usciranno mai. O, almeno, lo spero. Di lui mi fido. Ci sediamo a tavola in attesa della cena. Mi guardo attorno. Ci sono altre persone, nonostante la stagione invernale. Il cameriere ci chiede che cosa desideriamo, risvegliandomi dallo stato di incredulità mista a stupore in cui mi trovo.

Nel mezzo della cena, mentre gli racconto del mio percorso scolastico, mi ferma. "Marta, devo dirti una cosa molto importante...". Smetto di parlare a ruota libera. "Dimmi pure". Si schiarisce la gola. "Marta, io non so che mi è successo, ma ho perso la testa per te. Qualcuno può pensarla diversamente, ma io ti amo, Marta.. Ti Amo! Non capisco cosa sia che mi lega a te, ma non pensavo di innamorarmi così di una ragazza della tua età!". "Grazie!". "Per questo, io...". "Tu, cosa?".

L'ansia mi assale. Infila la mano nella tasca e tira fuori una scatolina di velluto blu.

La apre. Dentro c'è un bellissimo anello con un diamante. Le lacrime iniziano a rigarmi il viso senza che io possa rendermene conto.

"Marta, non ti chiedo di sposarmi, perché so che è troppo presto e nemmeno ho intenzione di farlo per il momento; ma accetta questo anello come segno del mio amore per te!" fisso l'anello incapace di dire qualcosa, finché non mi incita a dire qualcosa. "beh, sì, lo accetto Alessandro, perché ti amo da morire".

Infila l'anello al mio dito e finiamo di cenare cercando di lasciar da parte la commozione che aveva travolto entrambi qualche minuto prima.

Stiamo per uscire dall'hotel, quando squilla nuovamente il suo cellulare.

ASPETTAMIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora