"The show must go on". È vero. Lo spettacolo deve andare avanti, qualsiasi cosa succeda, così come la vita. Dopo la litigata furiosa della settimana scorsa, non ho più visto né sentito Michael. Mi manca. Mi mancano i suoi occhi. I suoi o quelli di Alessandro?
Sono distratta. A scuola non riesco più a prestare attenzione. Che me ne importa della morfologia dei paesi asiatici o della malinconia del Leopardi quando la mia vita sta andando in pezzi poco per volta? Nemmeno le mie amiche mi sono d'aiuto. "Marta, che succede?". Il professore di italiano mi ha chiamato fuori dalla classe alla fine dell'ora. È così evidente il mio stato d'animo? "Niente prof, stia tranquillo. Solo un po' di problemi con il mio ragazzo. Nulla di più" cerco di convincerlo. "Mi raccomando: che questo non ti porti a calare il tuo profitto scolastico, visto che sei una delle poche della classe che va bene!" dice andandosene. "Certo prof. Stia tranquillo!". Abbasso lo sguardo e torno in classe, tra le braccia di Michela e Paola, le uniche con cui mi lascio andare. "Marta, non puoi andare avanti così per sempre! Devi reagire! Devi dimostrare che sei forte!"Michela si avvicina e si siede sul mio banco. "Sì, Michela, ma a chi lo devo dimostrare?" rispondo quasi in lacrime. "A te stessa!" stringe i pugni."Sì, ha ragione Michela! A te stessa!" Paola sorride! "Qui si tratta di parlarne con Michael ".
Sospiro e appoggio la testa sul banco. "Ragazze, mi sento da schifo, perché non vi ho detto tutto quello che è successo la notte del mio compleanno!" continuo fra le lacrime. "Che è successo, Marta?"chiedono entrambe. "Vedete, dopo che Alessandro ha parlato con Michael e si è preso quel bel pugno...beh, dopo che voi ve ne siete andate a dormire ho medicato Alessandro e...". mi interrompo e mi asciugo gli occhi. La campanella che suona avvisa l'inizio di un'altra ora di lezione.
"Marta! Che è successo?" Michela è preoccupata. "Beh...diciamo che io e Alessandro stavamo per fare qualcosa di cui ci saremmo sicuramente pentiti...". "Cosa???". "Michela, calmati! Non è successo niente, ma ci siamo andati molto vicini! E poi...ha detto di amarmi. Così, di punto in bianco! passiamo l'ultima ora di lezione cercando di prestare attenzione. Ma non si rivela così semplice.
Non mi sono accorta che l'autobus è arrivato e che sono l'unica che ancora deve salire. "Ehi, cosa succede?" Massimo ha notato il mio cattivo umore. Non so cosa voglia da me. "Niente, Massimo. Niente". "Adesso ci si mette anche questo a rompere, visto che oggi è proprio la giornata perfetta". Assorta nei miei pensieri, non ho notato che Massimo è visibilmente preoccupato. "Marta, ma che fai agli uomini? Cavolo! È il terzo che perde la testa per te!" a quanto pare Anche Paola ha notato qualcosa. "Non lo so. forse sono loro che sono stupidi!" rispondo senza farci caso. Michela mi da una gomitata e mi sorride "Te l'ho sempre detto che sei speciale!". "Dai Michela!" sbuffo, ma non posso fare a meno di sorridere. Cos'è questa storia che è già il terzo che perde la testa per te?" Massimo si volta nella mia direzione. "Storia lunga!" rispondo roteando gli occhi e facendo un gesto con le mani. Guardo Paola e Michela e non riesco a trattenermi.
Scoppio in una sonora risata. "Finalmente ti sento ridere! Vedi? Massimo ha un'ottima influenza su di te!" dice Paola incurante del fatto che lui senta. "Che avrei, io? Un'ottima influenza? Ragazze non ci sto capendo niente!" dice continuando a guardare la strada. "Massimo, davvero, è troppo complicato!" rispondo ridendo. Ci guardiamo attraverso lo specchietto retrovisore. Mi giro verso Michela e Paola e sussurro: "Ragazze, ma che ha oggi, questo qui?". Paola mi guarda "Non lo so, Marta. Evidentemente, ha voglia di fare amicizia!". Rido, e vedo che Massimo si gira nuovamente verso di me, sorridendomi. "Allora? Com'è andata quella famosa festa?" mi chiede. "Il mio compleanno vuoi dire? Beh, bene, tutto sommato!" Cerco di trattenermi per non scoppiare in lacrime. Dopo essere tornata a casa, il giorno seguente, ho discusso di brutto con Michael, per colpa di Alessandro.
Lo guardo e noto che anche lui mi sta guardando. Distolgo velocemente lo sguardo e inizio a guardare fuori dal finestrino alla mia destra. Michela è già scesa. "Bene. Sono arrivata. Ciao, Paola" sono arrivata alla mia fermata. La abbraccio più forte che posso e mi alzo per raggiungere la porta dell'autobus. Mi fermo vicino all'autista, reggendomi al palo lì di fianco per non cadere durante la frenata. Il mio braccio è a due centimetri da quello di Massimo. L'autobus si ferma. Fulmineamente, Massimo mi prende il braccio, mi apre la mano e mi scrive qualcosa sul palmo. Scendo, scossa, sotto gli occhi altrettanto scossi di Paola, che mi guarda stupita. Non mi sento più le gambe. Mi fermo un attimo mentre l'autobus riparte. Mi guardo la mano. Incredibile: è il suo numero di cellulare! Mi infilo le cuffie, ancora incredula. Alzo in volume e attraverso la strada. Per quanto mi riguarda, in questo momento potrebbe anche passare una macchina e tranciarmi in due. Scrivo un messaggio a Paola e a Michela, nel nostro gruppo Whatsapp.
"Ragazze, non ci crederete: mi ha scritto il suo numero di cellulare sul palmo della mia mano!". "Incredibile! Stai scherzando, vero?". "No, Michela. Non sto scherzando". "Me lo immaginavo che saremmo arrivati a questo punto". "Più tardi ci si vede, eh? Mi raccomando!". "Certo. Ora vado a mangiare ragazze. A dopo!".
Affretto un po' il passo, a ritmo di musica. Sarò pazza, ma mi aiuta a rilassarmi. Nel frattempo, salvo il numero sul telefono, cercando di cancellarlo dalla mano per evitare discussioni con mia madre. Così finisco per leccarmi ripetutamente la mano, come un gatto, e passo per una mentecatta agli occhi delle persone che incontro per strada. Arrivo a casa. Butto lo zaino e mi fiondo sul piatto di pasta al ragù, fumante e già in tavola.
"Mamma, visto che oggi non devo studiare, vado a fare un giro con Paola e Michela. OK?". Dall'altra parte della casa, risponde: "Va bene. Se non devi studiare vai pure". Se ho detto a mia madre che ho litigato con Michael? Le ho accennato qualcosa, ma non saprà mai tutta la verità. Soprattutto perché lei non sa nulla di Alessandro. Non sa della sua esistenza ed è meglio così. Non capirebbe. Ne sono sicura.
"Eccomi, ragazze!" raggiungo le altre al nostro solito punto di ritrovo. "Marta, sei in un casino assurdo! Tua mamma sa qualcosa?" Paola sembra essere più agitata di me. "No! Sei pazza?" le faccio segno appoggiandomi la mano sulla testa. "Comunque, se fossi in te cercherei di mettere in chiaro le cose con Michael!" Michela si siede davanti a me. "Non lo so, ragazze. Non sono sicura che i sentimenti siano sinceri. Cioè, con Michael non provo le stesse cose di quando sono con Alessandro. Non so nemmeno io il perché!" dico sospirando.
"Forse quello con Alessandro è amore vero!"Michela mi guarda e sorride. "Michela! Ma come ti vengono queste idee?" sbraita Paola. "No, Paola. Forse, stavolta, Michela ha ragione" le faccio presente annuendo. Sedute su una panchina della piazza, non ci siamo accorte che ormai è ora di andare. Forse giornate come questa mi servirebbero più spesso. Per distrarmi, per non stare male tutto il giorno, mattina compresa.
"Ragazze, andiamo!" Michela si volta e si alza. "Perché non venite a cena da me?" propongo. "Va bene, Marta!" ."Mi raccomando, però: non una parola riguardo questa situazione!". Ci avviamo verso casa mia.
Poco dopo, scherzando, non ci accorgiamo che inizia a piovere. Non so che mi prende, ma all'improvviso inizio a correre sotto la pioggia, inzuppandomi d'acqua.
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ASPETTAMI
Romance[Completa] Alessandro,"ragazzo" alla soglia delle ormai 45 primavere, non credeva che dopo il fallimento del matrimonio, potesse sentire ancora il cuore battere in quel modo. Come nel modo in cui batte quando ci si innamora. Non di nuovo. Colei ch...