"Le mie lacrime erano composte da parole non dette."
*Ethel*
Sento la sua voce e smetto di guardare nel vuoto.
-Posso spiegarti.- Prosegue dopo un breve saluto preoccupato, ma prima che possa continuare lo interrompo.
-Non mi interessa.- Faccio un sorriso, più per convincere me che lui.
-Allora perché sei qui? Perché sei venuta qui?- Ha ragione.
Perché sono qui?
-Tu non capisci.- Dico con un tono abbastanza elevato della voce, nemmeno io capisco, non c'è niente da capire, ma gli occhi mi si riempiono lo stesso di lacrime, ma non le lascio scendere, e mi alzo.
Perché devo sempre piangere quando mi arrabbio?
Che m'importa di lui?
'Lui è Draco Malfoy, l'ignobile purosangue che tratta male le persone, cosa ti fa pensare che possa trattare bene te Ethel?' Mi ricorda il mio subconscio.
-Fammi capire allora.-
Ma per Salazar! Perché me la prendo così tanto? Infondo non avranno fatto niente, tranne guardarsi negli occhi...
Ma ho anch'io il diritto di essere gelosa.
Mi giro verso il castello e sto per andarmene, ma mi prende per un polso e mi fa voltare nuovamente.
Con un'espressione da cucciolo disperato mi implora di continuare a parlare.
-Devo andare, okay?- Dico cercando di allentare la sua presa, invano.
-Dove.- Dice gelido.
-A studiare con Neville.- Dopo questa finta affermazione allenta la presa e mi guarda cupo.
-Vedi? Mi sono sentita così.-
E mi avvio in stanza, ma non mi segue, non lotta maggiormente, si abbandona alla rabbia e sta lì sul ponte, immobile.* * *
Una notte insonne a girarmi e rigirarmi tra le coperte.
A pensare a quanto sia stata stupida.
Si sono guardati, miseriaccia.
Non hanno fatto niente.
Millicent continua a chiedermi perché sono restata sveglia, ma non le dico la verità. Andrebbe a spifferare tutto alla sua 'amichetta Greengass' o peggio a 'Faccia-Da-Carlino'.
Draco aveva detto a Pansy che voleva me, ma la gelosia nasce dalla consapevolezza che la persona che hai accanto possa trovare di meglio, e lui, può trovare di meglio.
Infilo i libri di astronomia nella borsa in pelle.
Ho una faccia orribile.
Le occhiaie violacee sotto gli occhi.
Gli occhi rossi dalla notte insonne.
Le guance arrossate dalle lacrime versate.
L'unica cosa sempre impeccabile sono i capelli, immancabilmente raccolti in una coda di cavallo.
Esco dal dormitorio e dalla Sala Comune Serpeverde e cammino verso la Torre di Astronomia.
Nonostante tutto cerco di avere un aspetto allegro, anche se sembra complicato.
Oggi pomeriggio avrà luogo la partita di Quidditch Serpeverde-Grifondoro e devo essere presente, se non per lui, per Paciock.
A lezione mi sento fissata, anche se so da chi, non mi volto.
Non devo far trasparire alcuna emozione.
Che sia la felicità di vederlo, la gelosia per Pansy, la tristezza o la rabbia.
Dopo aver riflettuto una notte intera capisco di non essere arrabbiata con lui, anche se dal mio comportamento faccio intendere il contrario.
Dopo lezione mi infilo in un corridoio secondario, frequentato da pochissimi allievi.
-Fermati!- Mi implora Malfoy dal fondo del corridoio.
Mi fermo.*Draco*
La imploro di fermarsi e mi da ascolto.
Spero che non sia ancora arrabbiata con me su qualcosa che non ho fatto.
Ma poi, sono Draco Malfoy.
Posso fare quello che mi pare.
Okay no, non riesco ad arrabbiarmi davvero con lei.
-Voglio essere sincera, non ho tempo.- Taglia corto. Alzo lo sguardo e mi metto a ridere.
-Devi ancora andare dal Gifondoro?-
Non è facile come con le altre ragazze.
Per questo desidero che resti al mio fianco.
Quando si sta per voltare nuovamente e andarsene lontano da me, la prendo per un braccio e la faccio appoggiare al muro, dove non può dileguarsi dalle mie braccia, che fanno veci da muraglia, accanto al suo volto.
Adoro la sua reazione a questi piccoli gesti.
Il suo respiro si fa più intenso e veloce e mi guarda fisso negli occhi.
Nient'altro voglio che continuare a fissarla, ma dice:
-No. Non ho tempo e basta.- Mi mordo l'interno della guancia e cerca una via d'uscita, invano.
-Non essere arrabbiata con me, ti prego.- Dico abbassando lo sguardo.
-Non sono arrabbiata, sono... lascia stare.- Dice prima di riuscire a liberarsi ed allontanarsi.
Tengo serrate le labbra e ora guardo verso l'alto in cerca di aiuto.
Tra poco c'è la partita, me ne vado con la testa china verso il campo.* * *
Entro in spogliatoio e indosso la mia maglia Serpeverde 07.
Afferro la mia scopa nuova di zecca e mi metto in fila, dietro i miei compagni per entrare nel campo di Quidditch, dove ci attendono moltissime persone che aspettano i risultati di questa importante partita.
C'è rabbia dentro di me, e devo sfogarla.
Come una luce nella mia oscurità, si vede lei tra il pubblico, ma sembra non guardare dalla nostra parte, guarda altrove.
Forse l'altra squadra?
Che cazzo ci fa Paciock nella squadra Grifondoro?!
Dopo svariati minuti di attesa, la partita ha inizio.
Il boccino inizialmente non si vede, ma poi sfreccia sopra le teste del pubblico rosso-oro e parto per conquistarlo.
Mi distraggo un attimo.
Paciock sta per battere il bolide e ci sono due miei compagni di squadra che lo stanno puntando.
'Questo è mio.' Penso prima di scendere in picchiata e tirargli una spallata fortissima che lo fa barcollare sulla scopa.
Mi punta lui stavolta, ma riesco a contraccambiare il colpo, e ci facciamo male in ugual modo.
Lo lascio stare un attimo e riparto alla corsa per il Boccino. Contro Potter.
-Tutto qui, Furetto?- Grida Neville alle mie spalle.
Non ha più paura di me, come i primi anni. Ora fa pure il gradasso.
-No, e tu Paciock?- Me ne vado, furente.
Ora mi concentro sul Boccino D'Oro.
Potter lo insegue e cerca di atterrarmi, comincia a prendere velocità e si volta, guardandomi ridendo, con superiorità.
Non lo lascio fare.
Lo spingo ma non si smuove.
Lo supero e allungo la mano per cercare di afferrare il boccino, ma fallendo.
Il Bolide colpisce il mio avversario cercatore e per un po', ho la strada libera.
È davanti a me, quella piccola palla d'oro.
Non sento più i fischi contrariati dei Grifondoro e nemmeno quelli di ovazione dei Serpeverde.
-Ripetilo.-
-Draco?-
La sua voce.
Draco torna in te.
Non sono questa persona, non ho mai perso la testa per una ragazza.
Non sono più in me.
Intanto ho nuovamente Potter alle calcagna, quanto sarà passata? Un'ora?
Il boccino sorvola le teste del pubblico Serpeverde e io con lui.
Cambio velocemente direzione e il mio movimento sembra funzionare.
Chiudo gli occhi, ma li riapro non appena sento un oggetto muoversi all'interno della mia mano. Il Boccino.
Ce l'ho fatta.*Ethel*
Draco ce l'ha fatta.
Sorride soddisfatto.
Le persone cominciano poi ad allontanarsi dagli spalti acclamando la propria squadra e festeggiando.
Dopo una ventina di minuti esce con ancora i capelli bagnati e vado ad attenderlo sul prato.
Quando aumenta il passo e viene verso di me gli sorrido calorosamente.
Arriva davanti a me e mi avvolge tra le sue braccia.
Un gesto del tutto inaspettato e mai nemmeno lontanamente immaginato.
-Scusa.- Sussurra. Mi sta chiedendo scusa per un problema che ho ingigantito io.
Lo stringo più forte.Ciao!
Vi sta piacendo?
Questo capitolo è un po' un capitolo 'ponte' per arrivare al Drethel, scusate l'attesta.
Alla prossima!
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Non sono più in me || Draco Malfoy
FanfictionLa timida mezzosangue Ethel Grov passa ormai i suoi anni a Hogwarts a domandarsi perché il Cappello Parlante l'abbia smistata in Serpeverde e perché la sua coetanea Pansy Parkinson abbia sempre la meglio in tutto. Timida e introversa scrive i suoi p...