"A te che ti ho visto piangere nella mia mano, fragile che potevo ucciderti, stringendoti un po'."
*Draco*
Lo vedo.
Lo vedo il terrore nei suoi occhi.
Lo vedo che vorrebbe solo essere felice, una volta tanto.
È tutta colpa mia.
Se non ci fossi io la sua potrebbe essere una vita migliore.
Le accarezzo la guancia del suo viso cupo e mi inebrio della bellezza dei suoi occhi, che ora mi fissano, in cerca di una soluzione meno pericolosa.Non so se esiste una soluzione meno pericolosa.
Non so cosa fare.
Non so cosa succederà.Si alza dal letto e fa per andarsene, a testa china.
-Dove stai andando?-
Le chiedo, alzandomi anche io.
-Non dovevi parlarmi?- Continuo, confuso.
Si volta, ma resta lì, appoggiata alla porta, a fissarmi.
-Non ricordo cosa volevo dirti.- Mente.
Lo so che sta mentendo. Odio quando fa così.
Mi avvicino fino a quando ci divide un solo passo.
Non vedo più la mia stanza intorno a noi, ma solo lei, le sue mani che stringono i lembi della toga in segno d'agitazione e le sue labbra serrate.
-Ethel, dimmelo.- Dico, sempre più impaziente ed arrabbiato. Non so cosa mi stia succedendo, ma non riesco a contenere la rabbia, cos'é che non vuole dirmi?
-Non è nulla.- Sussurra piano abbassando nuovamente il capo.
-Ethel cazzo dimmelo!- Sbraito, urlo, esagerando. Mi avrà sentito tutto il sotterraneo Serpeverde.
Stringe gli occhi e i pugni dallo spavento e fa respiri molto profondi.
Non so cosa mi stia succedendo.
Mi avvicino a lei e appoggio delicatamente una mano sulla porta, accanto al suo viso, dopodiché appoggio la fronte sulla sua e sussurro un debole 'scusa' che dubito abbia sentito.
Che cos'ho fatto? Perché ho reagito così?
-Che ti succede?- Mi spinge via da lei bruscamente, con gli occhi lucidi.Ho fatto davvero una cosa del genere a Ethel?
Sto diventando forse come mio padre che per farsi obbedire, torturava mia madre?
Non sono come lui, non voglio essere come lui.*Ethel*
Si siede sul letto, appoggia i gomiti sulle ginocchia e affonda le mani nei suoi folti capelli biondo platino.
Mi siedo accanto e lo guardo, ammiro i suoi dettagli, le sue emozioni. Non era sua intenzione fare quel che ha fatto, troppi avvenimenti lo stanno assalendo nello stesso momento.
La finale della Coppa di Quidditch di oggi pomeriggio contro Grifondoro, gli esami di settimana prossima e l'arrivo imminente di suo padre che ci farà separare per chissà quanto tempo.
Quando suo padre scoprirà la derivazione del mio sangue, per noi sarà finita.
Lo abbraccio da sopra la spalla e mi inebrio del suo odore, per forse una delle ultime volte.
Si ricompone ed ora è lui che mi avvolge tra le sue possenti braccia. Un sorriso spunta sul mio volto e lo stringo forte.Il resto della mattina lo passo a Trasfigurazione e Pozioni, dove Draco ha deciso di sedersi lontano da me. In tutta la scuola si sente la tensione della finale, mentre io sono tesa per Draco, che non è al massimo della forma.
Non scendo in Sala Grande per il pranzo, semplicemente resto in stanza a studiare e a ripassare per gli imminenti esami, non voglio far agitare il biondo Serpeverde maggiormente.
Guardo fuori dalla finestra e noto le cupe nubi che avvolgono il castello di Hogwarts in una triste atmosfera.
La pioggia comincia a cadere leggera e comincio a guardarla aumentare.
La mia attenzione però viene attirata da un vecchio libro ormai logoro sulla mia scrivania, il mio libro. Lo prendo e lo spolvero un po' dalla polvere che lo avvolgeva, dopo tanti mesi lasciato su quel tavolo.All'inizio dei miei anni ad Hogwarts, era questo il mio unico amico? Lo apro e un triste sorriso compare sul mio volto, tutta la mia storia. Il terrore, la sofferenza, la gioia, la speranza, la solitudine.
Perché l'ho lasciato andare in questo modo?"20 giorni dal Ballo.
Vorrei tanto stargli nuovamente accanto e renderlo felice, vedere quel suo sorriso allargarsi sul suo delicato viso.
Ma non posso.
Ormai se n'é andato.
Non posso passare per la debole."Passo il pollice su quelle parole piene di dolore e disprezzo e subito i miei occhi diventano lucidi al solo pensiero che stessi così male. Sfoglio il libro alle prima pagine.
"30 settembre.
Perché le persone più sono sole e meno qualcuno le vuole?
Ho bisogno di qualcuno.
Qualcuno che mi voglia bene.
Un amica con cui parlare.
Un amico con cui confidarmi.
Semplicemente, qualcuno."Continuo a fissare le parole scritte su quella carta ingialllita e mi rassereno al fatto che la mia vita sia cambiata in un anno scolastico.
Chiudo il libro e lo appoggio nuovamente sulla scrivania.
La pioggia è ancor più forte di prima, mi avvio al campo di Quidditch e vedo tutti i miei compagni con cappucci e ombrelli.
Mentre cammino ammiro tutto ciò che mi circonda.
I corvi sul castello, l'erba bagnata e i fiori deboli che sopportano tutta quella pioggia pesante.*Draco*
Sento già il pubblico acclamare la propria squadra.
Lo stomaco mi si contorce e la testa continua a farmi male, non so cosa continua a succedermi.
Non posso ritirarmi, la squadra Serpeverde non ha riserve per il Cercatore.
Entriamo in campo e subito il tifo della nostra squadra si fa sentire.
Ci prepriamo al centro del campo e la Professoressa Hooch fischia per dare il via alla partita, subito mi alzo in volo, ma non riesco a mantenere bene il controllo della mia scopa. Cerco con gli occhi Potter e il Boccino D'oro.
Il Bambino Sopravvissuto sta facendo lo stesso.
Nel momento in cui vedo il Boccino, Potter parte veloce per la sua cattura. Lo inseguo, ma è notevolmente più avanti di me.
La testa comincia a girarmi, Potter non vede più il Boccino D'oro e si ferma.
Un mio compagno di squadra mi urla qualcosa, ma vedo solo gli occhi del pubblico guardarmi, e poi, il Buio.Non so quanto tempo sia passato, minuti, ore, giorni.
Non so nemmeno se questa sia la vita o la morte.Apro gli occhi a fatica e subito vedo il bianco dell'infermeria.
Quell'odiata infermeria.
-Per Salazar! Draco!- Dice Ethel alzandosi dalla sedia e portandosi le mani alla bocca per la gioia.
La guardo, assonnato.
-Sei stato in coma per dieci giorni, Draco.- La guardo confuso, mi accarezza la guancia.
Mi metto a sedere sul letto.
-La coppa è stata vinta da Grifondoro, nel momento in cui sei svenuto Harry ha preso il Boccino. Gli esami sono stati fatti, i professori non te li faranno recuperare, ormai tutta Hogwarts è pronta per l'estate.- Dice, quasi tutto d'un fiato.
È in piedi accanto al mio letto, la prendo per i fianchi e le do un bacio sulle labbra. Volevo farlo da quando sono sveglio, ma ho preferito lasciarle finire quello che stava dicendo. Sorride e subito le porte dell'infermeria si aprono.
-Signorino Malfoy.- La voce della McGrannit è molto fredda.
-Ben svegliato, una persona è qui per vederla.- Dice con uno dei peggiori falsi sorrisi della storia della magia. Non faccio nemmeno in tempo a girarmi che un uomo alto, biondo, comincia a parlare:
-Draco, figlio mio.-
Barba trasandata, occhi stanchi, occhiaie violacee, capelli unti, solo i vestiti di quell'uomo sono in ordine.
-Padre.- Dico io, serio.
La McGrannit lascia la sala senza dire una parola e io, Ethel e mio padre, restiamo soli.
Ethel si presenta con una veloce stretta di mano e subito si ricompone.
Si nota la paura, nei suoi occhi, ma dubito che mio padre la veda.
-Draco, verrai via con me prima da scuola quest'anno.- Comincia, serio, senza chiedermi della mia salute, cosa gli importa ormai, a lui, se suo figlio è stato in coma per dieci giorni?
-Vuoi portare questa dolce ragazza con noi?- Subito mi si gela il sangue nelle vene.
-Non penso che i miei genitori acconsentirebbero, signor Malfoy.- Interviene lei.
-Posso convincerli io.- Risponde nuovamente mio padre accennando un mezzo sorriso.
Io e Ethel ci capiamo al volo con un solo sguardo. Se mio padre scoprisse che i suoi genitori sono babbani, potrebbero succedere cose molto brutte.
-Non ce n'é bisogno.- Replica lei. Questa situazione non può finire bene.
-Insisto.- Contrattacca l'uomo che a stento riconosco come un Malfoy.
-Allora li contatterò io, verrò con voi.- Si arrende lei.
La guardo interdetto, ma non si scompone.
-Allora è deciso! Domani si parte!- Conclude Lucius.Ecco dopo molto tempo il capitolo che mi si era cancellato! :(:
Spero vi piaccia! Alla prossima!
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Non sono più in me || Draco Malfoy
FanfictionLa timida mezzosangue Ethel Grov passa ormai i suoi anni a Hogwarts a domandarsi perché il Cappello Parlante l'abbia smistata in Serpeverde e perché la sua coetanea Pansy Parkinson abbia sempre la meglio in tutto. Timida e introversa scrive i suoi p...