"Se cadi ti rialzo. Oppure mi sdraio accanto a te."
*Ethel*
Una grande stanza cupa, illuminata solo dalla luce della luna che filtra fioca dalle uniche due grandi finestre, sulle pareti alla destra della sala.
Due persone.
Due volti cupi.
-Ha disonorato la nostra famiglia, perché cerchi sempre di proteggerlo?- Dice con voce intimidatoria un uomo alto e biondo rivolto a una donna ora impaurita, con le lacrime agli occhi.
L'uomo ha il volto incavato, la pelle molto chiara, la barba trascurata, di un biondo platino come i capelli e uno sguardo di ghiaccio, sotto il quale la donna davanti a lui sembra terrorizzata, immobilizzata.
-È solo un ragazzo, Luc...- La donna non riesce a finire la frase, interrotta dall'uomo.
-No!- Urla l'alta figura maschile.
-Ha disonorato il nostro sangue Narcissa, perché non lo vuoi capire?- Dice ora calmo, inginocchiandosi davanti all'elegante poltrona dove la donna è seduta.
-Ora sa cosa gli aspetta.- Conclude aspro, alzandosi nuovamente e prendendo un bastone verde e nero con inciso un elegante serpente verde.
-Lucius ti prego...- Dice ancora tra le lacrime la presunta moglie dell'uomo.
-Portatemi la ragazza.-Mi sveglio di soprassalto.
Il volto madido di sudore, le mani strette al lenzuolo verde smeraldo del letto e la mente confusa.
Era un sogno?
Saranno le cinque del mattino, la luce comincia a filtrare nella stanza e Millicent russa rumorosamente ancora sotto le coperte e dubito di riuscire a riprendere sonno.Mi siedo sul letto silenziosamente e infilo le mie scarpe nere rovinate, indosso la toga e apro velocemente la porta di salice della stanza e sgattaiolo fuori anche dalla Sala Comune Serpeverde.
Nessun insegnante può rimproverarmi, cerco comunque però un posto appartato e tranquillo dove posso riflettere sullo strano sogno.
Una finestra, a sinistra del corridoio mi sembra perfetta per starmene sola, con i miei pensieri.
Mi sistemo sulla panchina sottostante alla finestra e guardo il paesaggio, quell'alba che si alza lentamente, dando luce al castello di Hogwarts.
Gli uccellini cantano allegramente, i fiori splendono e il prato è ancora umido dalla pioggia del giorno precedente. Sembra tutto così felice, così perfetto.
Ma che cosa ho appena sognato?
L'unica cosa di cui sono certa è che quelli fossero i genitori di Draco, del resto non sono più sicura, le immagini cominciano a farsi meno nitide e si dissolvono lentamente dalla mia mente. I dialoghi ... stavano parlando di me, questo è certo. Ho paura.
È un segnale d'allerta? O solo un sogno come tanti altri?
I miei pensieri vengono interrotti da dei passi alla mia destra e subito mi ricompongo.
-'giorno.- Dice una voce che immediatamente riconosco. Neville Paciock.
Lo guardo con uno sguardo serio, senza la minima traccia d'emozione.
Può una persona portarsi via una parte della tua felicità, andarsene per mesi e ritornare poi, dicendo "'giorno"?
Può una persona, ignorarti, farti stare male, per poi ritornare così, da un giorno all'altro?
-Volevo parlarti.- Dice lui, con un filo di voce.
I ruoli si capovolgono. Esattamente tre mesi fa queste parole uscivano dalla mia bocca, ed esattamente tre mesi fa, lui mi disse di andarmene, perché, secondo lui, avevo scelto il male.
Ma cosa ne può sapere lui di Draco Malfoy? Lui conosce solo la parte che conoscono tutti: un figlio di papà che odia le mezzosangue e tutti quelli inferiori a lui.
Ma le persone si limitano a conoscere solo il negativo delle altre, solo l'apparenza, per quello mai nessuno, tranne Neville Paciock, ha voluto avvicinarsi a me. Ma poi anche Paciock se ne andò, come tutti.
E qui arriva il bello. Quello che tutti catalogano come 'cattivo e senza cuore', come 'l'orgoglioso Malfoy', è l'unico che mi è rimasto accanto, anche nei momenti in cui anch'io me ne sarei andata da me stessa.
-Io no.- Dico seria, senza neppure guardarlo in faccia, perché per quanto cerchi di essere forte, so di non esserlo e se lo guardassi ora, sicuramente lo perdonerei per avermi escluso dalla sua vita come se non fossimo mai stati neppure amici.
-Con Malfoy tutto apposto?- Cerca la conversazione lui. Annuisco non staccando mai lo sguardo dalla vista dell'alba di Hogwarts. Cosa gli importa? Preferirei che se ne andasse, volevo soltanto stare un po' da sola.
-Mi dispiace per averti mandato via così, solo che non sapevo che...-
-Basta.- Lo interrompo ora guardandolo in faccia.
Pensavo di cambiare idea su di lui, quando l'avrei guardato negli occhi, ma non è successo.
-Basta dire cose inutili. Viviamo entrambi bene, io con Draco, tu con Luna. Non fare il finto pentito per favore, non ho voglia.- È vero, all'inizio ci stavo molto male per aver perso Neville, ma mi resi conto che Draco mi è sempre stato accanto, era lì per me, e non per fare il dolce ragazzo perfetto che non sa fare altro che riempirti di regali e baciarti ogni minuto, ma era lì per farmi ragionare, per farmi capire che se qualcuno avesse veramente avuto bisogno di me, me l'avrebbe dimostrato e avrebbe combattuto, ed è stato semplice superare il dolore iniziale sapendo di avere accanto una persona che avrebbe fatto di tutto per non perderti.
-Io non sto bene con Luna.- Dice, con un filo di voce.
Cosa sta cercando di fare? Pensa che dicendo questo lo consoli? Quei tempi sono passati e io non mi farò commuovere da poche parole.
-Ethel mi manchi.-
-Basta.- Ripeto per la seconda volta da quando abbiamo cominciato a parlare, non ne posso più.
-Ethel io voglio te.- Sussurra. Lo guardo negli occhi, sto per ripetergli di smetterla ma qualcuno mi precede.
-Ha detto basta, Paciock.-
Mi volto e lo vedo.
Pettinato alla perfezione, un completo nero che risalta il suo corpo perfetto e un'espressione cupa e seria, anche di prima mattina Draco Malfoy ha il suo fascino oscuro.
Si posiziona davanti a me come fosse uno scudo, molto vicino a Neville. Il moro Grifondoro non si scompone e da buon coraggioso non si sposta di un centimetro.
-Le stavo solo parlando, Furetto.- Dice serio Paciock. Draco scoppia a ridere.
Si volta e io con lui, dopodiché, nonostante l'ora, ci avviamo verso la Sala Grande per colazione.Devo parlare a Draco del sogno. Probabilmente mi prenderà per stupida per aver creduto ad una cosa simile, ma voglio liberarmi di questo peso.
Lo guardo mentre beve il suo caffè. Sembra così tranquillo, e la cosa mi rende particolarmente nervosa.
Non parla di Neville, semplicemente mangia e qualche volta mi fissa, sorridendo. Ogni volta che mi sorride sento i brividi corrermi per tutto il corpo.
-Possiamo parlare, dopo?- Dico. Subito il suo volto si fa serio e il sorriso gli si spegne sulle labbra. Veramente queste parole fanno così tanta paura a tutti?
Annuisce preoccupato.Circa alle sette andiamo nella sua stanza e mi invita a sedermi con lui sul letto.
Tutto è già perfettamente in ordine, le lenzuola sono sistemate alla perfezione e tutto è ripiegato perfettamente al proprio posto. Nota il mio volto sorpreso e fa un mezzo sorriso.
Mi sistemo sul letto davanti a lui , ma è lui che comincia a parlare.
-Ethel.- Dice, preoccupato. Lo guardo, in attesa che continui.
Guardo i suoi lineamenti scolpiti, guardo la sua bocca socchiusa in un'espressione quasi triste, vedo nei suoi occhi quell'azzurro che solo lui ha.
-Devo andare dai miei quest'estate.- Comincia, lo guardo ancora, senza far trasparire la paura.
-Non posso nasconderti a loro per sempre, questo lo sai.- Annuisco.
Continuo a ripetere a me stessa di non avere paura, ma non ci riesco.
Non so più se raccontargli il mio sogno, ho il terrore che si possa preoccupare per me più del dovuto.
Voglio aspettare a dirgli tutto.
-Supereremo anche questa.-
Conclude, con un mezzo sorriso poco convincente.Spazio autrice
Scusate la luuunga assenza, ma gli ultimi giorni di scuola non hanno aiutato :,)
Siete curiosi di sapere come finiranno le avventure di Draco e Ethel?
Da oggi comincerò a revisionare tutti i capitoli, quindi li modificherò da renderli migliori.
Un bacioo lasciate stellina e commento mi raccomando! ;)
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Non sono più in me || Draco Malfoy
FanfictionLa timida mezzosangue Ethel Grov passa ormai i suoi anni a Hogwarts a domandarsi perché il Cappello Parlante l'abbia smistata in Serpeverde e perché la sua coetanea Pansy Parkinson abbia sempre la meglio in tutto. Timida e introversa scrive i suoi p...