Alcuni anni dopo
Gli alberi esplodono fuori dalle enormi vetrate. Hanno foglie color fuoco. I palazzi fanno finta di restare in silenzio. Ha smesso di piovere e c'è un vento fortissimo.
Sul vassoio ho la colazione. Cerco di farmi coraggio e di mangiare qualcosa, ma sono un fascio di salivazione e tremiti.
La mattina è sempre la più difficile: davanti ho un'intera giornata che scorrerà con una lentezza esasperante. Mi costringo a inghiottire un pezzo di pane mentre lo stomaco si contorce.
«Buongiorno Ciscandra, dormito bene?», Juliet compare allegra sulla soglia.
Annuisco appena, con un sorriso meccanico.
«È arrivata l'ora di andare dal dottor S.»
Nel corridoio bianco mi abbraccio, mentre continuo a camminare. Le gambe sono deboli, la schiena mi fa male. Le unghie segnano mezzelune rosse sulle braccia.
C'è odore di prodotti disinfettanti. Mi chiedo perché vi sia questa ostinazione a pulire il reparto in continuazione, quando lo sporco che si sente è tutto dentro.
Juliet cammina al mio fianco, mentre io mi guardo attorno. C'è qualcosa di strano nelle camminate delle persone in ospedale. Sembra quasi che si trascinino dietro enormi aquiloni spezzati.
Passa un'infermiera, che spinge un'anziana signora su una sedia a rotelle. La donna ha tantissime rughe e occhi profondi come le radici di un albero. Le sorrido appena. «Puttana!», mi grida irrigidendo la mascella. Volto la testa dall'altra parte.
«Il dottor S. arriva subito, aspetta qui.»
Juliet mi lascia sola nella stanza. Non l'ha mai fatto prima. Mi accorgo che la finestra è spalancata. Si sente l'odore della pioggia. L'aria gonfia le lunghe tende bianche, le fa sembrare vele di una nave pronta a salpare. Resto ipnotizzata dalle ampie forme che si creano. Hanno questo aspetto i fantasmi?
E poi succede.
Una voce mi dice: «E se ora ti buttassi giù? Come diventerebbe la tua vita? Cosa accadrebbe?»
È solo un istante, un impulso di morte che mi accarezza le orecchie.
Penso al fatto che mi accadeva anche da piccola, quando guardavo le lame dei coltelli. Mi chiedevo: «Cosa si proverebbe a imprimerli nella pelle?».
Penso al fatto che Samuel non c'è più, che ora è diventato una stella fredda.
Penso al tempo che è costretto immobile qui e che nulla più mi appartiene.
Le labbra bruciano: scopro di averle gonfie da quanto le ho morse.
Poi è solo un meccanismo che scatta, ci mette solo un secondo.
Prendo la rincorsa e mi lancio tra le tende bianche. La ringhiera non mi ferma.
Cado nel vuoto.
***
Buio. Ci sono delle voci.
«Non capisco, non è mai stata una paziente con tendenze suicide», dice una.
«Capita sempre a quelli più insospettabili!», sospira l'altra.
«Cara, cara ragazza! Ci ero così affezionata»
L'ultima voce la riconosco: è quella di Juliet.
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Ciscandra - Il Mondo Bipolare || 1° Libro
FantasyImmagina un viaggio onirico in una dimensione parallela, ispirata alle malattie mentali. Questo è quello che dovrai affrontare insieme a Ciscandra. Solo così potrà svegliarsi dal coma che la imprigiona in un sogno senza fine. Esplora i paesaggi surr...