La prima cosa che vedo quando apro gli occhi sono le nuvole e delle pinne.
Sì, delle pinne di squali che tagliano il cielo con cerchi irregolari, per poi svanire nella nebbia e riemergere all'improvviso.
Non mi stupisco che in cielo stiano nuotando degli squali.
Assurdamente, mi domando se riescano a sentire l'odore del sangue di tutte quelle ferite che mi porto nel petto, come un groviglio di tentacoli.
E poi, in un secondo momento, mi domando chi sia la ragazza sopra di me, con il caschetto arancione e un cappello di carta da pirata in testa, che mi sorride con tantissimi denti nel suo trucco verde.
«Ti sei svegliata!», esclama, sbattendo le palpebre con scatti meccanici. Poi si gratta una tempia con la mano che sorregge una piccola fiaccola accesa, e io sobbalzo, perché già me la immagino carbonizzata, come una gracile statua di ossidiana.
«Chi sei?», chiedo irrigidendomi, con le spalle fisse a terra.
«Il Capitano! Pirata su richiesta dalle cinque alle otto, ma solo di primavera!», cantilena con fare teatrale, per poi tornare a sorridere. Sono interdetta dalle sue parole senza senso e il suo sorriso è così grande che sembra vi sia una dentiera incastonata nella sua bocca.
Sto per riempirla di domande quando sento un urlo isterico irrompere nel frastuono della mia testa: «My love! ODDIO-HO-DAVVERO-TERRIBILMENTE-CREDUTO-DI-AVERTI-PERSO-PER-SEMPRE! Oh, my gosh! Sono scoppiata in lacrime poi ho sbattuto forte la testa contro un po' di muri per svegliarmi da quell'incubo ma sei di nuovo qui tesoro caro amorevole ti adoro o dio o dio o dio, odio dio, o no? Dio!»
Incapace di formulare qualsiasi pensiero o parola, stringo forte Didì, mentre le lacrime mi offuscano la vista. Solo quando le nere braccia muscolose mi lasciano dall'abbraccio soffocante, riesco a distinguere anche Luce vicino al Capitano e mi accorgo che siamo su una nave.
«Che cosa è successo?», chiedo, mettendomi a sedere e facendo oscillare lo sguardo da Luce a Dalila, che si passa una mano sulla testa rasata. La sua bandana di tessuto è scomparsa.
«Sei svenuta, tesoro caro! La figlia della regina ha detto che ti saresti risvegliata solo se avessi capito chi dovevi essere», Didì fa uno sbuffo, alzando le spalle.
«Difficile compito», dico quasi assente.
«Non lo hai capito?», mi chiede inclinando la testa e arricciando le labbra.
«Hai presente uno specchio preso a pugni? Ecco, io mi sento frantumata in mille pezzi che si tengono stretti per non crollare», dico tutto d'un fiato.
«Ci vuole solo del tempo», interviene Luce.
È strano ascoltare di nuovo la sua voce e mi urta sentirle dire solo questo.
Per un momento una spina di fastidio scava dense strade sottopelle. Trovo le sue parole riduttive e irritanti di fronte alla distruzione che mi annienta dentro. Mi sento la testa travolta da un esercito di fantasmi, ho il petto bucato e il cuore sbattuto appeso a un filo per stendere. E poi c'è questo vuoto nauseante che mi scava feroce dentro.
Lei mi guarda, mi guarda soltanto e mi chiedo come mai tutti i tagli sui suoi polsi non le abbiano insegnato a dire altro, e poi mi sento una persona orribile per questo stesso pensiero e perché in verità non c'è altro da dire. Perché sono arrabbiata, stanca e perché, forse, quando il dolore ti annulla così tante volte ne esci quasi anestetizzato e le parole ti danno quasi più fastidio che aiuto.
Così spoglio il suo sguardo verde e poi la vedo sorridere, ma con occhi seri, come se stesse ascoltando con distacco i miei pensieri.
«È ora di andare, ciurma!», irrompe il Capitano, che fino a quel momento era in disparte, appoggiata al bordo della nave.
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Ciscandra - Il Mondo Bipolare || 1° Libro
FantasyImmagina un viaggio onirico in una dimensione parallela, ispirata alle malattie mentali. Questo è quello che dovrai affrontare insieme a Ciscandra. Solo così potrà svegliarsi dal coma che la imprigiona in un sogno senza fine. Esplora i paesaggi surr...