La prima stanza in cui capitiamo è illuminata a giorno da grandi vetrate a mosaico che esplodono di colori sgargianti, e la cosa mi lascia perplessa, perché quando siamo entrate nel Sanatorio del Litio era buio pesto.
Nella stanza non ci sono né sedie, né tavoli, nessun tipo di arredamento, se non numerose voliere di svariate dimensioni appese ad altezze diverse.
Alcune paiono quasi toccare il soffitto, altre sfiorano appena il pavimento di legno.
Sembra un luogo accogliente, se non per il silenzio assoluto che riempie ogni angolo di penombra. Forse è per questo che Didì sussurra: «Cielo, questo posto è pieno di luce ma mi mette i brividi!»
La porta si richiude silenziosa dietro di noi per dissolversi nell'intonaco.
Avanzo appena di qualche passo guardandomi intorno e solo dopo noto un clavicembalo al centro della stanza.
«Secondo te c'è qualche prova da superare?», chiedo voltandomi verso Dalila, che ancora non è avanzato di un solo passo, anche se non è appoggiato alla parete.
«Oh, my love! Pensavo ci saremmo trovate a correre a perdifiato lontano da bruti armati di asce o da draghi sputafuoco! Sono molto bravo a correre! Ma questo! Nei giochetti mentali dire che sono osceno è poco!»
«Spero che tu intenda osceno dalla bravura», dico raggiungendo il clavicembalo.
Una sensazione elettrica mista a una paura sottile mi pervade mentre sfioro i tasti impolverati. Ma un grido mi fa voltare prima che possa fare qualsiasi cosa.
È Didì, che con gli occhi paralizzati sta addossato al muro, quasi vi si potesse arrampicare, mentre guarda con sgomento un piccolo coniglio bianco davanti a lui che arriccia il naso guardandolo fisso.
«Oh cielo! Che orrore! Ciscandra! Toglilo, ti prego!», urla ansimando.
Sorrido appena nel vedere quell'ammasso di glitter e muscoli in panico davanti al batuffolo di pelo.
«Da dov'è spuntato?», chiedo incapace di nascondere il divertimento.
«Oddio! Oddio! Non lo so! Ma toglilo subito prima che mi venga uno svenimento! Sento già la vita abbandonarmi tragicamente!», risponde Didì con le braccia aperte stese sul muro e gli occhi chiusi in una mossa arresa.
«Va bene, va bene!», dico mentre mi avvicino alla piccola creatura, che però non si lascia prendere e con piccoli balzi raggiunge la parte opposta della stanza.
Sospirando ignoro Didì che farfuglia qualcosa facendosi aria con in mano, e mi avvicino di nuovo al clavicembalo.
Appena premo qualche tasto a caso, le note che rimbombano nella stanza fanno accadere qualcosa di strano: le catenelle d'oro a cui sono attaccate le voliere iniziano a oscillare.
Altre note.
Alcune voliere si abbassano, altre si alzano e presto mi rendo conto che le gabbie non sono vuote, c'è qualcosa al loro interno: cuori.
Cuori umani, strappati da qualche petto ora silenzioso. Alcuni non hanno neanche un odore particolarmente piacevole. Non sono ecco... esattamente freschi.
«Oddio», dico disgustata tappandomi il naso e la bocca con una mano.
«My love! Che succede cara?», domanda l'uomo nero ancora steso sulla parete.
«Meglio che tu rimanga lì dove sei», dico arretrando appena.
«Che cosa c'è dentro?», chiede Didì allungando il collo, ma sempre attaccato al muro.
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Ciscandra - Il Mondo Bipolare || 1° Libro
FantasyImmagina un viaggio onirico in una dimensione parallela, ispirata alle malattie mentali. Questo è quello che dovrai affrontare insieme a Ciscandra. Solo così potrà svegliarsi dal coma che la imprigiona in un sogno senza fine. Esplora i paesaggi surr...