Sto impazzendo.

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Se ne sono andati, mi hanno lasciato tempo per metabolizzare il carico di informazioni. Sono tornata a casa e sfiancata, dopo essermi fatta una doccia per levare lo sporco, mi butto a letto e subito il sonno si impossessa dei miei pensieri...

Sono felice, spensierata, corro lungo una collina piena di fiori, il sole è accecante, non c'è neanche una nuvola, qualcuno mi sta seguendo, ma so chi è, decido di nascondermi, vado nella grotta sotto il pendio, il mio rifugio da bambina, trattengo il fiato. Non mi muovo, voglio fargli uno scherzo.... Mi affaccio fuori, ma " Presa!"  Sussulto sorpresa. Michael mi circonda con le braccia e affonda il viso tra la massa arruffata dei miei riccioli. Mi stringe forte a sé e cadiamo contro la fredda pietra della grotta, ridendo. Inizia a baciarmi il collo salendo fino al lobo, il mio respiro accelera "Sei un angelo, il mio angelo" mi sussurra dolcemente. Una piccola fessura nella grotta permette alla luce di entrare, illuminando i suoi capelli, è stupendo. Arrivato alle labbra, le sfiora con un casto bacio, per poi infiammarsi. Mi afferra stretta e mi fa voltare, poggiandomi delicatamente sul terreno umido, il suo corpo si adatta al mio. Lo desidero, l'ho sempre desiderato, siamo destinati a stare insieme, eppure spesso provo imbarazzo, mi trattengo, sappiamo di non poter andare oltre, non prima dell'unione. A un certo punto mi fa il solletico, sa che lo soffro terribilmente, mi dimeno e senza accorgermene inizio a muovermi  su di lui; sentendo che si sta irrigidendo, lo guardo e trovo due occhi impossibili fissarmi, velati di desiderio. Trascorriamo il pomeriggio continuando a stuzzicarci, ma è sera e dobbiamo tornare al palazzo. Una volta lì, lui mi saluta con un bacio e se ne va dal padre, mentre mi allontano inciampo in uno scalino e sarei finita a terra se non fosse per Samuel, il fratello minore di Michael, che mi afferra al volo. "Attenta! Ti sei fatta male?" Imbarazzata dal contatto, mi ritraggo, ma sento un formicolio percorrermi i punti dove mi ha toccata  "nono, scusami". Non sappiamo cos'altro dire e quindi scambiamoci i convenevoli me ne vado , so che sta continuando a fissarmi e la cosa mi piace, forse troppo.

Mi sveglio di soprassalto, tutta sudata, è stato solo un sogno, ma era incredibilmente reale. Mi appoggio alla finestra guardando il bosco dove tutto è iniziato, in così poco tempo la mia realtà è stata fatta a pezzettini e io con lei.
Nel fine settimana mi rilasso, penso e ripenso continuamente a ciò che mi sta accadendo, senza trovare una spiegazione logica.

6:50 Sono pronta per iniziare una nuova settimana.
Appena varco la soglia della scuola, tutti mi scrutano come se non mi avessero mai vista, sono stupiti.
Per fortuna Jennifer arriva a salvarmi "Sarah non mi avevi detto che il fratello di James sarebbe venuto nel nostro corso. Circola voce che entrambi i fratelli siano tuoi, insomma ...hai capito! ...Com' è che si chiama comunque?" Sbatto le palpebre irritata da tali sciocchezze e automaticamente rispondo "Michael".
In classe li trovo seduti distanti, James nel suo solito posto accanto alla finestra e Michael all'angolo opposto. Entrambi hanno vicino un posto libero, mi sento sotto esame, quale scegliere? Alla fine opto per quello accanto a Michael, almeno lui ha detto la verità dal principio.
"Buongiorno, Beleth"
"Per favore, non usare quel nome, chiamami Sarah"
"Mi dispiace, ma per me rimarrai sempre Beleth" afferma senza voler sentire repliche, ci rinuncio.
Durante la lezione percepisco il suo sguardo su di me e arrossisco, ricordando il calore del suo corpo contro il mio, non dovrei fargli avere da subito così tanto potere.
Ogni tanto però  guardo ,come attratta, in direzione di James e lo colgo con un'espressione triste in viso, che mi fa quasi tenerezza, vorrei poterlo consolare, ma evito di finire in altri pasticci.
"Mio fratello è subdolo Beleth, non lasciarti ingannare, è un demone che per natura seduce le sue prede fino a spingerle alla follia per poi nutrirsi del loro dolore, non lascerò che ti tocchi mai più". E quando sono sazia di novità, Michael se ne esce con una simile affermazione. Ho smesso di pensare, mi stanno scombussolando il cervello.
Alla fine della lezione, scappo più in fretta che posso, voglio essere lasciata in pace. Vado al teatro, che so essere vuoto e mi siedo sulle gradinate a riflettere, ma la pace tanto agognata, non è che un'illusione, una mano mi sfiora leggera la spalla...

CONTINUA...

Paura di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora