Come una schiava

136 15 1
                                    

Mi sveglio nel letto, sotto lenzuola calde, con i muscoli doloranti, ma felice, non mi aspettavo che potesse essere così piacevole, non mi ha fatto male, nonostante non fossi proprio un'esperta del settore. Mi alzo e decido di curiosare un po' nella grotta/palazzo; percorro il lungo corridoio ormai familiare, non ci sono ornamenti, l'ambiente spoglio ben si addice al carattere enigmatico del padrone. La cosa che più mi reca tristezza in questo luogo è l'assenza di luce, non sorge mai il Sole, so che non può sorgere eppure non voglio accettare di vivere per sempre senza sentire il calore sulla pelle, come quando lavoravo giornate intere alla fattoria dei miei genitori.... O meglio quelli che credevo essere i miei genitori, anche se me ne sono successe tante, provo un moto di tristezza nel pensare a loro. Ricordo come era la mia vita prima di incontrare James..
James...Non l'ho pensato spesso, non ne ho avuto il tempo e con Paimon non posso permettermi di pensare a lui, se ne accorgerebbe e visto che lo disprezza, non si sa mai cosa potrebbe fare, comunque mi manca, mi manca il suo sguardo tenero, l'effetto che aveva su di me e che ha ancora , dato che mi sento incompleta, fatta a pezzi e ricomposta con qualche pezzo mancante.

Mi trovo davanti ad una grande porta dorata, molto in contrasto con i colori tetri della dimora, non so se sia intelligente o meno, ma giro la maniglia ed entro incurante delle conseguenze.
Ogni piano è ricoperto di specchi, come quelli che avevo nella mia vecchia casa, tutti però ritraggono scene differenti e cavoli!
Uno specchio mi lascia senza fiato, c'è  Michael, che con le sue immense ali bianche sta sorvolando un bosco analizzando qualcosa che sfugge al mio sguardo, ne ammiro incantata i lineamenti, ha le fattezze di un angelo; la pelle di porcellana risplende al chiaro di Luna, provo ad allungare una mano, per vedere se sono capace di attraversare questi specchi...e la superficie reagisce come un sasso lanciato in un lago, si creano tutte increspature, che deformano la scena, non posso entrare, ma Michael mi sta guardando dritto negli occhi in allerta e so che può vedermi davvero.
In quell'esatto istante dietro di me sento la porta aprirsi rumorosamente e Paimon entrare furente.
"Allontanati, adesso!" Non me lo faccio ripetere due volte, sembra una bestia,mentre mi sto allontanando lui mi afferra, stringendomi il braccio così forte da romperlo e passa una mano sullo specchio oscurandolo. "Ti ho lasciata sola un attimo per farti riposare e ti ritrovo a ficcanasare..."
Non lo lascio finire "cos'era quella stanza?"
Ha uno sguardo omicida "non sono questioni che ti riguardano"
Spinta dall'adrenalina rispondo " e invece si, mi hai rapita, ma dici che loro mi hanno rubata a te, affermi di conoscere le mie origini, ma non me ne parli, hai una stanza identica alla mia e non me spieghi il motivo, devi darmi qualche risposta, non puoi solo usarmi a tuo piacimento... Mi fai schifo!" Mi aspetto di essere punita, però scoppia a ridere, per poi farsi serio" io non ti devo niente, un giorno forse ti dirò qualcosa ma per il momento mi hai danneggiato quindi sì, hai ragione, ti punirò" e così dicendo mi porta nella sala con il grande tavolo di legno e mi ci sbatte sopra, in quel momento vedo tre ombre avanzare e.....No! Sono i mostri, suoi schiavi, cerco di muovermi, ma le sue mani serrano le mie, e il suo corpo mi impedisce di muovermi "forse così imparerai a tacere...".
Aveva detto che non mi avrebbero toccata, allora perché? Perché mi sta facendo questo? Non può farlo... "Invece potrei, ma non oggi, ora voglio solo che ti tengano bloccata, cosicché tu capisca di essere mia".
Subito il primo essere mi cinge con le mani viscide i polsi tenendoli stretti in una posa ferrea e gli altri due fanno lo stesso, ognuno afferra un piede e aprono le gambe.
Paimon mi alza il vestito coprendomi con esso il viso, sotto sono completamente  nuda, esposta,  vorrei coprirmi da quelle creature, ma non posso muovermi nè vedere cosa sta facendo... quando  un soffio freddo mi percorre lo stomaco, seguito dalla sua lingua, che scende sempre più in basso, verso il pube, ad esplorarmi; descrive cerchi con la lingua e all'improvviso infila le dita, continuando a modellarmi a suo piacimento, portandomi su per poi lasciarmi cadere...
Non mi lascia in pace, non ha finito, vuole farmi capire che sono anche io una sua schiava, sua e solo sua; affonda dentro di me, devo sopportare colpo dopo colpo, le lacrime iniziano a bagnarmi le guance, sono impotente, con le mani afferra saldamente i miei seni, li stringe senza clemenza, il dolore però è controbilanciato dal piacere crescente che mi sta salendo....

Le creature se ne sono andate, sono distrutta, ancora febbricitante per l'attacco subito, ma non mi posso riposare perché Paimon come se non fosse successo niente mi tende il braccio "andiamo... Non abbiamo tempo da perdere"...

Paura di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora