Capitolo 10

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P.O.V Angel

Billy, il compagno di mia mamma se ne andato da almeno dieci minuti. Anche stasera me ne ha date abbastanza. Barcollante e con le lacrime agli occhi vado in bagno per darmi una sistemate e verificare se è grave oppure no.

Mi sfilo la maglietta dalla testa lentamente, ma mi esce ugualmente un verso strozzato per il dolore.

I capelli sono andati, li ha strattonati talmente tanto che non hanno più un verso. Il livido sotto lo zigomo stava andando via ma stasera me ne ha tirato un altro marcandolo nuovamente. Il labbro è ancora spaccato e continua a uscire il sangue. La botta alla testa mi pulsa a causa dello schiaffo che mi ha tirato. Quelli sul corpo invece li lascio stare, tanto sono facili da coprire.

In pratica sono a pezzi. Zoppico fino al bordo del mio letto e trattengo un urlo di dolore quando mi ci siedo sopra.

Sono ancora senza maglia perché l'ho dimenticata in bagno e non me la sento di alzarmi di nuovo per andarla a prendere.

Mi asciugo l'ennesima ondata di lacrime che mi investe ogni santa sera prima di andare a dormire. Se una volta succedeva ogni tanto, bhè ora succede tutte le sante sere.

Si limita a picchiarmi e a insultarmi, ma credo che se un giorno non lo fermerò, andrà ben oltre.

Un rumore proviene dalla mia finestra e senza pensarci due volte mi alzo a fatica per andare a vedere.

È buio pesto, ormai saranno le dieci di sera.

Osservo fuori al di fuori dal vetro con attenzione, ma non scorgo nessuno nemmeno sul balcone o sull'albero.

Sto proprio dando i numeri. Devo averla sbattuta parecchio forte la testa a quanto pare.

Mi volto per tornare a letto e provare a dormire, ma nuovamente lo stesso rumore di prima mi fa gelare il sangue nelle vene.

Prendo un respiro profondo e mi faccio coraggio.

Se fosse un ladro credo che lo pregherei di uccidermi seduta stante. Odio tutto questo. Che cazzo ci sto a fare qui?!

Una figura alta e grossa è sul mio balcone. Galoppando mi avvicino al vetro e giuro che lo potrei riconoscere anche fra mille.

Il suo sorriso illumina la notte e per quanto io possa essere sconvolta, apro la porta finestra e rimango immobile.

Ash non appena entra mi studia impassibile...corruga la fronte. Non parla ma serra la mascella di scatto. Sento quasi i suoi denti stridere per quando è furioso.

Porca puttana la maglia!

Distolgo subito il mio sguardo da lui e corro, sempre zoppicando, in bagno a recuperare la maglietta.

Me la infilo alla velocità della luce, ma so che ormai ha già visto tutto cazzo. La mia faccia al momento pesta non riuscirò a nascondergliela.

Rimango in bagno e poggio entrambe le mani sul lavandino come per sorreggermi dallo shock.

Ash è qui!

Da quando se n'è andato speravo che un giorno entrasse dalla mia finestra e corresse a baciarmi. Invece ho rovinato tutto.

Ha visto il mio corpo di merda. Ha visto la mia debolezza e le mie ferite ancora aperte.

Vorrà sicuramente delle risposte e io non sono sicura di volergliele dare.

Mi affaccio dal bagno solo per vedere cosa sta facendo.

Sento un pugno allo stomaco quando vedo che è seduto sul mio letto con la testa fra le mani che fissa il pavimento.

Non sarà mai la fine! (Quarto Volume)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora