Capitolo 32

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Una settimana dopo

P.O.V Blake

Sono passati solo sette giorni. Eppure nella mia mente le immagini di quel giorno sembrano marchiati a fuoco.
Tutto quel sangue sparso ovunque.
Quell'odore così forte.
Quel silenzio straniante.
Le urla che hanno lacerato il cuore di tutti quel giorno.
Sopratutto quello di mio fratello.
Il mio eroe.
Lo stesso bambino che quando andavamo alle elementari picchiava i miei compagni di classe che mi rubavano i colori.
Lo stesso ragazzo che si ingelosiva quando un ragazzo mi si avvicinava. E che in seguito minacciava per tenerlo alla larga da me.
Lo stesso uomo...che si era finalmente innamorato di una ragazza fantastica, la mia migliore amica, che gli è stata strappata via troppo velocemente.
Ash quel giorno, dopo che ha ucciso Adrian e suo padre non ha più aperto bocca. Non ha più guardato nessuno come prima.
Ricordo solo che fissò per un tempo lunghissimo i due corpi privi di vita di quelle fecce e sussurrò una frase.
Una frase che forse solo io ascoltai.

"Sono un mostro"

Quelle parole mi colpirono tanto, talmente tanto che avrei voluto avvicinarmi a lui e abbracciarlo forte.
Ma sapevo che per quanto ne avesse bisogno, non mi avrebbe mai permesso di avvicinarmi a lui in quel momento.

Dopo che Ash sembrò stanco di quello scenario, si voltò impassibile e prese il corpo di Angi fra le braccia portandola via da quel posto.
Non so dove fosse diretto.
Nessuno di noi ha avuto il coraggio di seguirlo.
Ma sono quasi certa che avesse bisogno di un momento di intimità con lei.
Per dirle addio un ultima volta.
Mamma e scoppiata a piangere non appena suo figlio si era allontanato abbastanza.
Papà ha cercato di consolarla, ma inutilmente.
Infondo anche lui aveva bisogno di qualcuno che lo consolasse.
Tutti noi eravamo il lutto per la perdita di Angel.
Ma io e i miei genitori lo eravamo anche per Ash.
Chiunque conosca Ash saprebbe cosa avrebbe fatto. Non appena il battito di Angel cessò mentre lui la stringeva, anche quello di Ash cominciò a rallentare. Glielo visto negli occhi. Il dolore che lo stava ammazzando lentamente.

Sempre quello stesso giorno ci saremmo dovuti concentrare su come camuffare gli untimi eventi alle forze dell'ordine. Ma sia io che tutti gli altri non eravamo abbastanza lucidi per farlo.

Quando però, la madre di Angel chiamò mio padre disperata e chiedendo della figlia...abbiamo dovuto dirle cosa le fosse successo. Omettendo però, tutti i particolari che avrebbero potuto mettere in pericolo la mia famiglia e le nostre gang.

Mentre mio padre parlava al telefono con la madre, Ash era seduto sui gradini delle scale che portano al piano di sopra, afflitto, impassibile che fissava un punto dritto davanti a lui. Ma tutti sapevamo che stava cercando di ascoltare la reazione della donna.

Anche io prestai attenzione cercando di capire come l'avesse presa...

Ricordo che mio padre non le disse nulla di chiaro per farle intendere che la figlia non c'era più. Credo che lei interpretò il silenzio di Hunter e capì.

Nonostante la distanza dalla cornetta, nel nostro salotto echeggio un urlo.

Nelle ultime ore ne avevo sentiti tanti, eppure quello fu l'unico capace di farmi tremare e farmi venire la pelle d'oca.

Ash a quanto pare non riusciva più a fare vedere di essere forte e che riuscisse a sopportare questa situazione, che si alzò e uscì di casa. non lo guardai mentre si avvicinava all'uscita, ma capii quanta rabbia repressa e dolore stesse nascondendo quando la porta sbattè contro l'infisso staccando un pezzo di stucco dal muro.

Non sarà mai la fine! (Quarto Volume)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora