Capitolo 3

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Il giorno dopo pensavo di aver sognato tutto, di averlo immaginato, la ma sedia vicino alla scrivania era girata verso di me, per cui feci finta di nulla. Non sapevo se dirlo a Silvy, sarebbe andata fuori di testa, conoscendola. Ma non mi spiegavo nemmeno il comportamento di Ash. Bello era bello, per carità, ma tutta quella determinazione per cosa? Non lo faccio il tipo che sta dietro a qualcuno solo per il cognome che porta, di solito questo atteggiamento lo avevano le ragazze. Mi affacciai dalla finestra della mia camera, il tempo era plumbeo e sorrisi, finalmente cominciava a piovere. In fondo all'armadio avevo gli abiti per il momento, un maglioncino troppo grande lilla, il mio preferito. Me lo aveva regalato mio padre per Natale e lo avevo amato, quando vide che le maniche erano il doppio delle mie braccia rimase imbarazzato, ma io lo abbracciai, con il cotone di troppo che impacciava i gesti, e sorridevo come una scema.
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Come sempre era al lavoro, e quella mattina anche mamma non c'era, sicuramente era all'ospedale. Troppo figa mia madre, ci voleva uno stomaco e un coraggio da paura a fare il medico legale, l'avevo sempre ammirata. Io della mia vita, non sapevo che farmene. Sposarmi a Las Vegas con un abito blu elettrico, tatuarmi a più non posso, mangiare sempre al Mc, non era un'idea grandiosa per il futuro, anche se mi piaceva pensarlo. E poi Ash.. da dove è uscito non lo so, ma ero intenta a scoprirlo.
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Arrivai a casa di Silvy, come sempre. La salutai e partimmo, da come si muoveva sul sedile, capii che aveva il ciclo, meglio non disturbarla, accesi la radio e mi preparai  mentalmente il discorso che dovevo fare alla mia più grande paura: Ash.
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Gocce di pioggia cominciavano a bagnare il vetro, e l'aria che entrava dai finestrini aperti era fresca, avevo la pelle d'oca, mi strinsi nel maglione mentre parcheggiavo.
-Sei di poche parole.-Dissi a Sil mentre scendevamo dall'auto. Strinse le spalle -Ho le ovaie che stanno organizzando una Terza Guerra Mondiale e perdo sangue dalla patata.- Sorrise -Cioccolata?-proposi, le si illuminarono gli occhi, ne avevo voglia anche lei.
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Il bar della scuola non era affollato quella mattina, perciò superammo una bionda platino e ordinammo due tazze fumanti di cioccolata calda. Era piacevole il contatto ed era così dolce che chiusi gli occhi e sospirai. Una mano mi strinse la vita e qualcuno mi sussurrò all'orecchio -Quando sarai mia, chiuderai gli occhi e sospirerai come adesso.- Rimasi pietrificata. Un'acqua di colonia mi investì le narici, amavo  già quel profumo, il suo ciuffo nero mi solleticava l'incavo del collo. Mi ricomposi, mentre tutto dentro di me diventava bollente come la cioccolata, mi voltai -Ti stavo proprio cercando.- Dissi cercando di calmarmi e prendendo un altro sorso di cioccolata. Me lo ritrovai così vicino, potevo sentire le sue ciglia sfiorarmi il naso e farmi il solletico, poi qualcosa di umido e caldo mi sfiorò il labbro superiore, ma fu un tocco talmente leggero come l'ala di una farfalla, rabbrividì sotto al maglione. -Cioccolata.- Sussurrò guardandomi, pensavo di poter vedere all'interno dei suoi occhi ipnotici, potevo vedere lui e notare come gli si solidificavano quando era seducente, o gli brillavano quando sorrideva. Erano qualcosa di stupefacente quegli occhi. Un leggero sorriso gli sfiorò le labbra, poi spostò lo sguardo dietro di me, mi fece un cenno con la testa.
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Sil era rimasta a fissarci, ed io come una cretina mi ero dimenticata di lei, con la tazza a mezz'aria e la bocca spalancata. Un ricciolo biondo le cadde davanti ad un occhio, e sbruffando se lo levò di torno, continuando a fissarci. Mi schiarì la gola
-Sil, questo è..- mi interruppe
-Gyret, Ash Gyret, piacere di conoscerti.- gli tese la mano libera, con l'altra mi cingeva la vita, tutte le terminazioni nervose erano concentrate in quel punto. Con mano tremante Puff gliela strinse, poi mi guardò confusa e arrabbiata.

Scossi la testa impercettibilmente, stava pensando che forse mi ero fidanzata e non le avevo detto nulla. Mi sarei subita il quarto grado nell'ora di letteratura, proprio oggi che il prof doveva spiegare Amleto.
-Io vaaado.- Disse lei                                             
-NO! Dove? Non è ancora suonata.- Mi presi di panico, anche se dovevo parlare con lui, non volevo farlo ora, non ero pronta santo cielo!
-Devo fare una cosa con ... Clary, si!- e si dileguò.
Rimasi lì, con Ash, nel bar della scuola con la tazza in mano.
-Buongiorno Felpa blu, dormito bene?- mi chiese Ash, ordinando un caffè macchiato. 
-Benissimo grazie, e dobbiamo anche parlare.- Scosse la bustina di zucchero.
-Di?- chiese girando il caffè.
Mi avvicinai a lui in modo che nessuno ci sentisse -Ieri notte.- Leccò il cucchiaino, intravidi la sua lingua e le sue labbra poggiate su quel pezzo di ferro e cercai di mantenere la calma. Ora sapevo che non dovevo leggere più i libri erotici, portano a filmini mentali sconcertanti. -Detto così sembra eccitante.- Prese un sorso di caffè, guardandomi. Voleva scherzare? E scherziamo! Mi avvicinai a lui, il suo profumo mi investì nuovamente, lui mi fissava, attento, abbassai gli occhi sulla sua bocca, e gli sfiorai il labbro con la lingua, come aveva fatto lui. -Caffè. Un po' amaro, lo preferisco più dolce.- E me ne andai, guardandolo rimanere lì impalato come un pezzo di legno, con la sua solita giacca nera e i pantaloni bucati sulla coscia. Oh, sarà divertente.

N/A Auguri grandi e piccole donne! 🌻🌻 x- Esse❤️🍟

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