Capitolo 35

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Non ero morta, non ancora almeno. Mi sentivo debole, la testa mi girava come una giostra. Sentivo qualcosa infilato nel mio braccio. Poi lo squarcio al petto e tutto tornò a farsi sfocato. Avrei voluto gridare aiuto, avrei voluto strapparmi il cuore dal petto, ma il dolore è astratto, nessuno può sentirlo a parte quello che lo sente. L'unica cosa che riuscii a fare era riaddormentarmi.
🍀🍀🍀
-Sono tre giorni che non si sveglia.-
-Ha bisogno di riposo, ha perso molto sangue, Denny.-
-Si ma guardala, è troppo pallida. Le ho cambiato le bende, perdeva ancora sangue.-
-Fidati- un sospiro -Si riprenderà e non le piacerà la nuova vita che si ritroverà una volta sveglia. Dalle tempo.-
-Tutto il tempo che vuole, basta che torni da me.- un bacio sulla fronte. -Ti amo Rose, dal primo istante.- una ciocca di capelli che mi fa il solletico sul viso. Il nulla.
🏡🏡🏡🏡
La luce fioca del tramonto mi colpiva dritta in faccia. Avevo gli occhi come incollati, cercai di aprirli ma era come se qualcuno mi strappasse le ciglia. Mi inumidii il dito con la lingua, passandola sull'occhio per ammorbidirlo, aprendolo cercando di ignorare il dolore agli occhi, alle ossa... Al cuore.
Denny era sdraiato su una poltrona, piansi in silenzio, per non svegliarlo. Sentivo che il dolore sordo che avevo nel petto piano piano mi inghiottiva, un pezzetto alla volta, sempre di più. Sarei arrivata a non sentire più niente.
-Denny?- la mia voce roca lo chiamava, mentre sgranava gli occhi correndo ad abbracciarmi.
-Sono qui, andrà tutto bene.- il suo corpo era vicino al mio, mentre mi stringeva a se, massaggiandomi i capelli. Volevo fare una doccia, solo che avevo i polsi ancora bendati. Guardai le mie dita, troppo sottili con le unghie spezzate e sporche, i capelli ingarbugliati.
-Ho bisogno di fare una doccia.- cacciai via le lacrime che sgorgavano incostanti sul mio viso e seguii Denny in una casa che non avevo mai visto e che solo in quel momento mi ero accorta di essere.
-Dove siamo?- chiesi guardando i muri con una carta da parati verde
-Siamo alla base, ora però fatti una doccia e non fare domande. Io ti aspetto giù per prepararti qualcosa da mangiare.- mi sorrise, ed io cercai di non scoppiare a piangere, mi sentivo un guscio vuoto e rotto. Lo afferrai dal braccio prima che si voltasse.
-Resta. N-non lasciarmi sola.- mi guardai i piedi non riuscendo ad incontrare le sue iridi.
-Okay.- la sorpresa era evidente nella sua voce, entrai nel bagno piccolo, con una doccia con la tenda fiorata. Lui si girò verso la porta, mentre toglievo via una maglietta bianca con disegni blu, pensando che forse era di sua. Aprii l'acqua, toglievo l'intimo guardandomi riflessa nello specchio. Ero piena di lividi e forse avevo perso anche un pò di peso considerato che mi si potevano vedere le costole. Scacciai lo sguardo da quella visione oscena di me stessa, entrando nella doccia tirando la tenda per coprirmi.
Denny stava in silenzio, io anche, l'unico frastuono era la mia testa che riecheggiava l'eco vuoto dello scrosciare dell'acqua calda.
-Come ti senti?- Denny pareva preoccupato, io sfilavo le bende dei polsi, notando i tagli ancora profondi ma quasi cicatrizzati.
-Non lo so.- e lo pensavo veramente, piegavo il polso per vedere se faceva male, pizzicava con l'acqua calda che gli arrivava sopra, ma tutto sommato era sopportabile rispetto a quello che avevo dentro.
-Chi è stato?- insaponavo i capelli, aspettando una sua risposta.
-È troppo presto ancora Rose, calmati un pò e quando sarà il momento ne riparleremo.-
Stare calma, si, facilissimo. Hanno ucciso i miei genitori gettandoli dalla finestra della mia stanza ed io dovevo stare calma.
-Passami qualche telo.- cacciai la mano dalla tenda per afferrarli, legandone uno al corpo e con l'altro tamponavo i capelli.
-Come faccio a stare calma eh?- lo guardavo dallo specchio, lui se ne stava seduto sulla tavoletta del cesso.
-Se scopro chi è stato, farò la stessa cosa che ha fatto a mia madre e mio padre su di lui.- strinsi i bordi del lavandino, cercando di fermare una rabbia irrefrenabile, inghiottita dal vuoto ancora assordante che mi batteva nel petto, non riuscendo nemmeno ad ascoltare i battiti del mio cuore.
-Rose..- le mani di Denny erano sui miei fianchi, il naso sul mio collo, mentre mi irrigidivo e rilassavo ad ogni suo movimento. -Rilassati un pò.- le sue labbra calde si poggiarono sotto al mio orecchio. Avrei voluto allontanarlo, avrei voluto mandarlo via, avrei voluto Ash dietro di me, ma non mi aveva nemmeno chiamata né si era fatto sentire per tutto quel tempo che ero in quello stato. Pensai al vuoto assordante, ancora una volta. Avevo voglia di fermarlo per un pò, solo per poco, per sentirmi un secondo il cuore scoppiarmi dal petto senza che venisse inghiottito dal niente.
La presa ferrea sui miei fianchi mi fece girare, guardai Denny mordersi le labbra.
'Solo per un pò.' Pensai mentre mi avvicinavo cauta alle labbra di Denny. Lui si fiondò sulle mie come se fosse assetato ed io fossi acqua, la sua lingua calda guizzava con la mia.
'Spegni tutto.' La voce nella mia testa mi faceva continuare, circondai il suo collo con le braccia, spingendolo più vicino. Sentivo le sue dita infastidirsi a toccare il cotone del telo, arrotolandolo sui miei fianchi, sentendo poi un gemito sussurrato non appena le sue mani erano sulle mie cosce. Mi scostai da lui solo per sfilarmi il telo dal petto, lasciandolo accartocciare ai miei piedi, guardando Denny arrossire un pò. Poggiai l'indice sull'estremità della sua cintura di cuoio avvicinandolo, le mie mani curiose erano sotto la sua maglietta, tastando i muscoli sodi e tesi, sfilandogliela poi del tutto.
'Non pensare' le sue dita giocavano col mio seno facendomi inarcare la schiena, tirando i suoi capelli che mi facevano il solletico sul petto. Le sue labbra succhiavano e prendevano tutto quello che avevo, scendendo in baci bagnati e caldi sotto l'ombelico. Aprii gli occhi, cercandolo con lo sguardo, mentre mi guardava dal basso, si portò la mia coscia sulla spalla, affondando la lingua nella mia intimità.
Cercavo in tutti i modi di stare in equilibrio, tenendomi dai bordi del lavandino, le mie palpebre sbattevano freneticamente, non riuscendo a tenere gli occhi aperti. Lo sentii gemere, mentre la sua lingua continuava insistente e lei mie gambe cominciarono ad irrigidirsi, e lui si fermò, lasciandomi confusa e con il respiro tremante. Mi baciò ancora una volta, facendomi sentire il mio sapore mentre succhiavo e slacciavo la cintura dei suoi pantaloni, abbassandoglieli con i boxer, sentendo la sua lunghezza sulla pancia.
-Sei sicura?- ringhiò lui a denti stretti, baciandomi il collo.
Tirai i suoi capelli, facendo incontrare i nostri sguardi e piegandogli la testa di lato. Un ghigno si dipinse sul mio volto, la missione di non sentire nulla si stava avverando, sentivo solo una scintilla di un qualcosa, ma la sentivo.
-Fammi male Denny.- tornai a baciarlo, ma lui si scostò da me facendomi girare, spingendo giù la mia schiena. Afferrai i bordi del lavandino più forte, aspettando, e poi lo sentii. Ero piena e le sue spinte lo facevano sentire ovunque, facendomi male. Guardai il nostro riflessi dallo specchio, vedendolo guardarmi in modo maniacale, mentre non riuscivo a dire una parola dal dolore e dal piacere. Mi lasciai andare, urlando mentre venivo ed una cascata di macchioline bianche dietro le mie palpebre mi fece risentire viva.
💭💭💭💭💭
Scesi sotto all'appartamento, trovando una cucina enorme tutta in acciaio con tanto di penisola. Vari computer ed aggeggi tecnologici erano poggiati un pò dappertutto, anche uno schermo che riprendeva la strada fuori dalla casa era incastonato tra le mattonelle della cucina.
Preparai un the caldo, sedendomi sul grande divano grigio del soggiorno, facendo zapping in tv.
-Eccoti, non ti trovavo.- Denny comparve dall'entrata ad arco, aveva solo un paio di jeans, il petto solido olivastro contrastava le mie braccia troppo pallide.
-Spiegami cosa è successo.- poggiai la tazza sul tavolino di fronte, aspettando che lui si sedesse vicino a me. Sospirò rumorosamente, passandosi una mano sulla faccia.
-Devi sapere tutto dall'inizio. Sei pronta?- il suo sguardo non aveva nulla  di buono in serbo, e per evitare che vedesse il tremore delle mie mani, afferrai saldamente l'orlo della maglietta, stropicciandola.
-Mio padre e tua madre stavano assieme, te l'aveva accennato quella sera della Vigilia ricordi? Ecco, a quei tempi tua madre faceva parte di un'organizzazione che non aveva molto nella norma, mio padre ne era a capo. Erano un gruppo temuto, la città sapeva chi loro fossero e che cosa facevano, ma tua madre e mio padre gestivano bene la situazione, e quando la legge interveniva, beh... Non facevano una bella fine. Avevano tutto il controllo su una buona parte di territorio, ma mio padre ne voleva ancora di più. Voleva controllare tutte le banche, le agenzie e i comuni, voleva tutto. C'era anche il padre di Jack in questo gruppo, che però visto e considerato che mio padre per arrivare dove voleva lui uccise tanti innocenti, si presentò alla polizia per spifferare tutto quanto, credeva che pentirsi lo avrebbe fatto trasferire con la sua famiglia e con la moglie incinta, pensava di farlo per una giusta causa. Ovviamente molti degli agenti erano comandati da mio padre, così la notte mentre lui era in cella, aspettando l'interrogatorio con un giudice, entrarono lì uccidendolo. Quando successe questo tua madre era già fuori, è stato tipo, tre anni fa, non ricordo.- mi si gelò il sangue, e improvvisamente la voce di Ash mi perforò la mente riportandomi a quando dopo il litigio con Jack, mi confessò il perché del suo odio.  'Ho ucciso suo padre.' Strinsi di più la maglietta, facendogli un cenno di parlare, lui sapeva perfettamente che io sapevo, però non disse nulla.
-Comunque, tua madre fece l'autopsia, riconobbe il proiettile in testa dell'uomo, era uno di quelli rari, che anche lei aveva usato poche volte per difendersi, però non disse nulla alla polizia, si giustificò di non avere abbastanza indizi per scoprire chi fosse stato. Mio padre lo seppe e mise da parte la rabbia del suo abbandono e del suo matrimonio, solo perché lo aveva coperto archiviando il caso. Era già pronto a scappare via. Ma tua madre lo stupì. Comunque, con l'andare avanti il suo potere non si indebolì così tanto, ma lui cadde in depressione, era ossessionato da tua madre e da tuo padre. Lui la voleva per se, avevano parlato tante volte, l'aveva implorata di lasciare tuo padre, ma lei lo amava e amava te. Giorno della vigilia se ne andò furioso, non mi rispondeva ai messaggi, alle chiamate, e poi...- e mi fece capire che stava programmando la sua vendetta. Forse ero anche io nel bersaglio, avrei dovuto restare a casa con loro, morire con loro. Non sono pronta per una vendetta, non lo sono proprio.
-C'è un'altra cosa...- Denny si grattava la testa, impaurendosi per la mia reazione.
-Anche Ash ha collaborato ad ucciderli.-
Tutto quello che avevo sperato, tutto quello che avevo amato, tutto quello che avevo sognato, tutto quello che volevo con Ash, si trasformò in un arma che si era ormai conficcata così tanto che ero certa non sarebbe più uscita. Mi accasciai a terra, sentendo il legno freddo contro la mia guancia e sperai con tutta me stessa che il dolore passasse, ma più passava il tempo, più andava ad ondate, lasciandomi senza fiato.

Scusatemi l'assenza, ma è stato un parto scrivere questo capitolo! Anyway, se non vi è chiaro qualcosa, ditemelo pure sono a vostra disposizione💝 Stellinatemi anche se mi odiate✨✨ vi adoro felpe blu💙 bacioni😘😘 Esse😇

AshDove le storie prendono vita. Scoprilo ora