Capitolo 42

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Finii di fare la doccia, indossando la maglia di Denny per non destare sospetti, raggiungendo la mia camera.
Disfai le coperte, buttandomi con la faccia sul cuscino.
Ed ora che faccio?
La mia mente viaggiava e non taceva, soprattutto la notte, mi riusciva difficile prendere sonno, a meno che non facessi incubi, il che era peggio.
Avevo un fratello, e Denny lo sapeva e lo odiava.
Qualcuno bussò alla porta.
-Avanfi!- urlai con la bocca tappata dalla lana soffice.
-Ehi.- i passi di Denny si avvicinarono al mio letto, poi lo sentii mentre si sedeva, affondando un pò il lato destro.
-Che hai?- chiese in tono preoccupato. Se non avessi letto quelle cartelle non avrei mai pensato che Denny fosse mentalmente disturbato. Si, cambiava spesso umore, ma lo facevano anche le ragazze e forse per questo l'avevo considerato nella norma.
-Niente stavo pensando ad un sogno.- dissi vaga. Lui sapeva di Peter, mentre non sapeva che io lo sapessi.
Si, vabè ci siamo capiti, il mio intento era scoprire se potevo fidarmi di lui o meno. Se avesse ammesso che avevo un fratello mi sarei comportata diversamente e pensai egoisticamente che avevo un problema in meno. In caso contrario, sarei dovuta scappare, ma non prima di aver ucciso Mark, e ferito gravemente Ash.
Quanto a Sil, lei non trovava un posto stabile in cui stare, non ce l'avevo con lei, perché grazie a lei ero arrivata a Peter.
-Che sogno?- mi accarezzava i capelli, girai il viso verso di lui, guardandolo nella penombra, un fascio di luce entrava dalla fessura della porta socchiusa.
Se fossi stata un'altra ragazza ci avrei provato con lui. Era lo stereotipo di turno: muscoloso, bello, mascella squadrata, aria da angelo protettore di donzelle in pericolo. Avrei potuto essere anche felice. Se fossi stata un'altra ragazza, in un'altra vita, in un'altra situazione. Ma ero sempre io, nella mia vita strappata a pezzettini da qualcuno.
-Tenevo.. Tenevo un bambino in braccio. Era tipo biondino, con gli occhi azzurri...- sussurrai guardando il modo in cui strinse il pugno mentre parlavo.
-Ricordo solo questo.- dissi alla fine chiudendo gli occhi per la delusione, non pensavo che potesse essere così forte nonostante me lo aspettassi.
-Hai bisogno di realizzare ancora, piccoletta.- nonostante il tono dolce e le sue rassicurazioni avevo voglia di scacciare la sua mano dai miei capelli.
-Volevo invitarti ad una cena. Ti va?- alzai un sopracciglio e lui continuò -Abbiamo saltato il capodanno, e volevo una serata tranquilla per festeggiare il nuovo anno.-
-Il mio nuovo anno di merda? Non ho i miei genitori, una casa e nè la mia migliore amica. Cosa devo festeggiare? La sfiga?- ero stronza, e lo sapevo, ma non riuscivo a farne a meno, alla fine era la verità.
-No, ma quale sfiga. Puoi prenderla come un nuovo inizio, una nuova vita. Difficile, ma pur sempre nuova. E non sei sola, ci sono io.- alzai mentalmente gli occhi al cielo, 'come no!' Pensai 'meno male che Denny c'è!'
-Va bene, ma ora voglio dormire.- dissi girandomi dall'altra parte sentendo gli occhi pizzicare.
-Okay, tieniti pronta per le otto.- mi lasciò un bacio sulla testa per poi andarsene lasciandomi sola con i miei pensieri, fissando la finestra della camera, e subito i ricordi mi riportarono a lui, non potevo negarlo, lo amavo ancora. Amavo Ash e avrei tanto voluto odiarlo.
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Non sapeva da quante ore avevo preso sonno, e non sapevo nemmeno che ora fossero, sapevo solamente che c'era qualcuno nella stanza.
-Perché mi odi?- brividi freddi mi percorsero la schiena, e solo una persona era capace di farmeli sentire.
-Io non ti odio.- sussurrai, scacciando via lacrime umide dalla faccia, sentendo il cuscino bagnato.
-Allora perché hai pensato senza nemmeno esitare un momento che io ero l'artefice della morte dei tuoi genitori? So che tu e Peter avete parlato. Conoscevo tua madre, e le volevo bene, non mi sarei spinto a tanto.-
Presi un respiro profondo e mi sedetti sul letto, guardando la figura scura davanti alla porta, con il suo solito ciuffo spettinato e la giacca di pelle, il suo segno di riconoscimento.
Battei la mano sul materasso vicino a me, facendogli segno di avvicinarsi.
-Mi fa male starti accanto.- e nonostante fosse buio, me lo immaginai mentre guardava in basso, troppo orgoglioso per dimostrare quello che sentiva, perché sapeva che avrei letto qualsiasi problema avesse, solamente guardandolo negli occhi.
-Vieni qui.- sussurrai nuovamente, ormai ero abituata al ritmo del mio cuore quando ero vicina a lui, ed era una sensazione strana risentirla dopo tanto.
Si staccò dalla porta, avvicinandosi lentamente al letto, sedendosi sopra, mentre mi fissava la maglietta.
-Denny è sotto farmaci, l'ho scoperto ieri. E si, non ho esitato, anche perché poi ho trovato la tua collana in casa mia e..-
-Ecco perché non la trovavo. Tipico di Denny!- rise facendo tremare il letto.
-Ho cercato di odiarti, ho cercato di respingerti, anche prima, quando avevo la certezza che eri stato veramente tu a mettere fine alla vita dei miei, ma ti amavo anche lì.- sapevo che avrei ricominciato a piangere.
-Ho cercato in tutti i modi Rose, in tutti i modi di proteggerti, ecco perché ti stavo sempre appiccicato, all'inizio era solo per quello, poi... Rose, non c'è stato momento, da quando mi hai lasciato in cui io non ti abbia pensata. Ogni posto, ogni profumo, ogni colore mi ricordava te. Non potevo nemmeno guardare il cielo, mi ricordava i tuoi occhi, e l'ultima visione di questi sprigionavano odio in modo così tagliente che mi è bastato quello sguardo per lasciarti andare.-
Mi tappai la bocca per coprire i singhiozzi, per evitare che Denny sentisse.
-P-per favore, abbracciami.- sussurrai avvicinandomi a lui.
Le sue braccia calde mi accolsero e dopo tanto tempo un sospiro sfiorò le mie labbra, ormai bagnate.
-Io.. Io sono distrutta Ash, sono in mille pezzi e volevo mettere fine a tutto questo, ma non prima di aver ucciso tutti quelli che ne avevano fatto parte.- le sue dita si intrecciarono alle mie, e il suo pollice sfiorava il mio polso, passando sopra alla cicatrice che avevo.
-Lo sai che non c'è motivo che io esista se tu non fai più parte di questo mondo vero?- mi strinse forte a se, ed io inalai il suo profumo, che era sempre lo stesso.
-Ti amo Bad Boy.- sussurrai sul suo collo.
-Anche io Felpa Blu.- alzai lo sguardo verso di lui, mentre teneva gli occhi chiusi.
Perché lo sentivo come un addio?
Mi avvicinai cautamente alle sue labbra, temendo un rifiuto.
Ma lui le incollò alle mie, leccando via tutte le lacrime che le avevano bagnate, mentre il petto mi esplodeva. Afferrai le ciocche dei suoi appelli fra le dita, notando la stessa morbidezza di sempre.
-Avrei voluto un altro finale per noi due Rose.- disse staccandosi mentre le dita esili sfioravano il mio collo e le mie guance.
Tracciai la curva della mascella con un accenno di barba.
-L'hai detto tu Ash, sta a me scrivere il finale. E ancora mancano un paio di pagine per questo.-
Vidi il suo sorriso sghembo spuntare e lo strinsi a me, per tenere quei pezzi che mi restavano intatti, a non farli cadere.
-Un'altra cosa.- sussurrai al suo orecchio. -Ancora non ti sei tolto il vizio di pedinarmi e di entrare dalle finestre.- dissi.
-Questa volta sono entrato dalla porta. Ho imparato parecchie cose durante la tua assenza pur di distrarmi.- disse, ed io affondai il viso nella sua giacca per non farmi sentire mentre ridevo.
-È quasi l'alba, vieni con me.- mi afferrò la mano.
-Aspetta metto qualcosa sotto!- sussurrai ridendo, mentre cercavo dei pantaloni. Li infilai velocemente.
Mano per la mano scendemmo piano le scale mentre ridevamo come ragazzini, mi sentivo viva dopo tutto quel tempo di morte corporale, mi ero accesa di nuovo, pensando che la speranza di una vita migliore ancora esisteva.
Uscimmo all'aria aperta della notte, rabbrividii ma sentii subito la giacca di pelle di Ash coprirmi le braccia nude.
-Hai cambiato macchina?- dissi fissando il nuovo pickup nero lucido.
-Già, è la mia nuova casa.- mi aprii lo sportello, feci un inchino ed entrai in macchina, mentre ridevo. Salì anche lui e mise in moto. Mi rannicchiai su me stessa, incrociando le mie braccia al suo, posando la testa sulla sua spalla.
-Prendi una sigaretta, nella tasca sinistra.- intrufolai le dita dove mi disse, estraendo il pacchetto e afferrandone due con i denti, le accesi e ne passai una a lui.
-Chi l'avrebbe detto, la ragazza buona è diventata cattiva.- ironizzò.
-Ora devi stare attento- sussurrai al suo orecchio inspirando il suo profumo, così buono -ti posso fare male.- posai lentamente le labbra sul suo collo, leccando piano, mentre si rilassava.
Poi continuai a fumare la mia sigaretta nella notte scura con il chiarire del nuovo giorno all'orizzonte.
Sentivo il respiro di Ash ed il vento freddo sulla mia pelle, il suo viso rilassato e gli occhi scuri attenti alla strada.
Guardai le stelle, pensai ai miei genitori, a mia madre che mi aveva protetta e a mio padre, una lacrima calda scivolò sullo zigomo, ma un sorriso sfiorò le mie labbra.
Nonostante tutto, io ce l'avevo fatta.
Tornai con lo sguardo su Ash.
-Ce la faremo.-
Sospirai stringendolo di più, ed ora ne ero convinta.
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La notte ci sfrecciava a canto come una signora silenziosa, tutto era fermo e immobile, o magari era solo perché era Ash a darmi questa sensazione, come se avessimo tutto il tempo del mondo, come se coprisse tutto il dolore con uno sguardo.
Uscii dalla strada, con i fanali sparati verso il buio denso, infilandosi in una stradina che sembrava quella che portava in campagna. Si fermò, poco dopo, facendo si che il retro del pickup si affacciasse su una scogliera altissima, bloccata da fili di metallo messi a casaccio.
-Vieni con me.- il suo tono eccitato mi fece sorridere, mentre aprivo lo sportello per scendere, dei ciottoli si scontrarono sotto le mie scarpe, Ash mi raggiunse abbracciandomi da dietro, facendomi avanzare verso i fili di metallo.
-Prima che tu veda tutto quanto, volevo dirti che ho trovato questo posto la sera in cui è successo tutto il macello. Volevo portarti qui, in un certo senso ti rappresenta, sembri così piccola ed invece sei immensa, nonostante il fatto che tu sia lunatica, hai luce dentro di te, e vorrei che non spegnessi per nessuna ragione al mondo quella luce. Ci puoi venire quando vuoi qui, ma preferirei che lo facessi con me, quando vuoi, giorno o notte, io ci sarò, d'accordo?- lo guardai, come si fa con le cose belle, con una certa ammirazione, e osservavo i suoi occhi sinceri cercare i miei in cerca di una sicurezza, l'unica cosa che riuscii a fare era annuire, mandando giù le lacrime che si erano create ai lati dei miei occhi, mentre una falda mi si apriva nel petto e illuminava almeno un pò quel buio che avevo dentro da un tempo che sembrava eterno. Il tonfo sordo del mio cuore, cominciò a suonare meglio, riproducendo un eco umano e profondo.
Mi voltai verso quel dirupo, gettando lo sguardo ovunque per captare ogni singola cosa: dallo scintillio di luci alle case minuscole, ai semafori verdi a quelli rossi, alle auto che sfrecciavano invisibili guidate dai fanali, i lampioni che assomigliavano a dei braccialetti scintillanti che mi piacevano da bambina.
-Come ti senti?- il viso di Ash era poggiato sulla mia spalla, il respiro caldo mi solleticava l'orecchio.
-Potente.- un sorriso sfiorò le mie labbra. I miei occhi cercavano qualcosa, anzi, qualcuno. Già in quel momento li sentivo più vivi che mai, e sapevo che da quel giorno in poi, non sarebbe esistito posto dove io non li avrei cercati. Promisi a loro che ce l'avrei fatta, che avrei perso e che poi avrei vinto. Promisi di gettare la spugna ma di rimboccarmi le maniche quando mi sarei sentita pronta, avrei amato incondizionatamente, avrei sofferto e pianto ed urlato a quel dirupo e al nulla che ero viva e che sentivo tutto. Ma promisi anche che il dolore più grande l'avrei dato in custodia a loro e che la gioia più grande, quando fosse capitata, l'avrei custodita insieme a loro.
Sentii Ash prendere un respiro profondo -Ora mi sento completo.- disse fissandomi, girai lo sguardo reso di lui.
-Il panorama non ha paragone confrontato con i tuoi occhi.- sussurrai.
-Non so se vomitare o abbracciarti.- rise chiudendo gli occhi.
-Meglio la seconda.- mi voltai abbracciandolo forte, ascoltando il ritmo del suo cuore andare al passo con il mio.
-Ho un'idea.- disse -Ma mi serve il tuo aiuto.-
Si avvicinò all'auto tirando fuori un borsone, tirò fuori due trapunte di piuma d'oca, erano morbidissime. Stesi quello chiaro sotto il cassone e appoggiai l'altro sopra. Quando arrivò con due cuscini tra le mani ed uno fra i denti scoppiai a ridere.
-Te l'ho fetto, queffa è la mia nuofa cafa.- alzò le spalle tirandomi i cuscini, li posizionai dietro poggiandoci la schiena, mentre sorridevo.
Con un salto Ash salì, stendendosi vicino a me, sfilandosi le scarpe e infilandosi sotto al piumino.
Mi accoccolai vicino al suo petto, poggiandoci la testa. Le sue dita massaggiavano i miei capelli, facendo distendere i miei nervi fino a sentirli molli.
-Sei stupenda.- alzai lo sguardo verso di lui trattenendo un sorriso.
-Stai flertando con me Ashton? Ti ricordo che sono orfana e non stupida!- sghignazzai per la sua espressione.
-Dio! Rieccola col suo umorismo nero, aiutatemi!- urlò con gli occhi verso il cielo.
-Nero come la mia anima!- urlai ridendo.
Il suo corpo si mosse velocissimo, spiaccicando il mio sotto.
Entrambi diventammo seri, fissandoci negli occhi. Avvicinai il mio naso al suo, sfiorandolo, fin quando le nostre bocche con una calma snervante si sfiorarono, fino ad unirsi in un caldo incontro. Intravidi il cielo schiarirsi, dietro quei capelli neri come la notte, e sperai che mia madre e mio padre fossero andati a fare una passeggiata da un'altra parte fuorché guardare quello che Ash ed io avevamo in mente.
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FINALMENTE UN PÒ DI PACE! no, scherzavo ovviamente, preparatevi psicologicamente per il prossimo, che sarà un finale col botto!! Non so se dividerlo in due parti o scriverlo intero in modo da trovarvi tutti quanti sotto Lexotan, vedremo! 😂
Scusatemi l'assenza ma ero poco ispirata, ma vi amo come sempre 😘 STELLINATE se vi è piaciuto, bacioni da Esse🌹🌹🌹🌹😘😘😘❤️❤️❤️

AshDove le storie prendono vita. Scoprilo ora