Capitolo 15

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Non posso crederci! Lo stavamo veramente facendo? Dal comportamento di Ash con il ragazzo dietro un bancone di legno chiaro, capì che si conoscevano. Mostrava più anni di Ash, gli davo trent'anni, ma era affascinante. I suoi occhi incontrarono i miei quando Ash mi indicò e l'azzurro chiarissimo delle sue iridi mi spaventò un po', ma gli sorrisi, per non fare brutta figura.
-Allora Rose..- disse Ash spostandomi una ciocca dietro l'orecchio. - sei pronta a volare?- un ghigno comparve su quella faccia da schiaffi, ma che avrei preso a morsi, mi dondolai sui talloni, poi mi girai a guardare il ragazzo dietro il bancone.
- Allora ragazzi- dissi mettendo le mani sui fianchi -rovinatemi la piega ai capelli.- loro scoppiarono a ridere, a me stava scoppiando il cuore dall'adrenalina, ansia, paura, eccitazione che si mescolavano al l'istinto malsano di sbattere Ash contro il bancone e fagli togliere quel ghigno, mordendo quelle labbra. Scacciai i miei pensieri e mi concentrai sulla cretinata che stavo per fare! Dio che cogliona che ero! Mi mordicchiai nervosa le unghie mentre Ash e l'altro (non sapevo nemmeno come si chiamasse) mi scortavano nella parte posteriore della casetta. Quando uscimmo fuori, un vento tiepido sferzava gli alberi intorno. Quello che vidi, mi fece perdere un battito. Un ponte metallico alto non so quanto si spingeva nel vuoto. Salimmo su tramite una scaletta, Ash mi prese per mano e mi guardò per un'istante, rassicurandomi. Continuammo a salire a raffica, fino ad arrivare ad una piccola cabina, più grande di quelle telefoniche, firmammo dei documenti, mi chiesero il mio peso corporeo, era da una vita che non mi pesavo, ma di sicuro ero sui cinquanta-cinquantacinque chili, ne ero sicura. L'uomo aprì la porta della cabina, e un'altro pezzo di ponte si estendeva per un pò, la fine prevedeva il vuoto. I battiti cominciarono ad accelerare fortissimo, inspirai. Volevo farlo, nonostante fosse pericoloso, mi sentivo di farlo. Espirai.
-Andiamo insieme?- mi chiese Ash, ridendo. Dio lo odiavo, quell'aria di sfida aleggiava su di noi. Annuì, non riuscendo a parlare. Un groppo in gola mi soffocava. Cominciarono a metterci l'imbracatura, le mie caviglie furono circondate da due cavigliere pesanti, strette. Un'altra imbracatura venne attaccata al mio torace. La stesso fecero con Ash. Ci condussero su una pedana, stavo stritolando la mano di Ash, mentre lui mi teneva stretta a se. Ci posizionammo tenendoci stretti.
-Rose.- ero di un nervoso strano, avevo paura ma morivo dalla voglia di saltare. -Guarda, Rose.- e lo feci, il respiro mi restò imprigionato in gola. Tutto era meraviglioso, un lago sotto di noi formava una circonferenza stramba. I colori, dal verde intenso all'azzurro chiaro mi faceva bruciare gli occhi, il chiarore del mattino rendeva tutto magico e spettacolare.
Tremai un pò, Ash mi strinse di più. Mi accarezzò la guancia, facendomi alzare lo sguardo verso di lui. Mi baciò, tenendomi stretta a lui, come se potessi scappare... Come se ci fosse stato un posto dove andare. Il mio posto era tra le sue braccia, e il tutto infuocava il mio petto. Tenni gli occhi aperti, guardando quelli di Ash, scuri e bellissimi. La sua lingua torturò la mia, trasportando brividi ovunque, poi si fermò.
-Salta ora, Rose.-
E saltai.
Tutto mi sfrecciava accanto, tutto era sfocato come la tavolozza di un pittore, macchiata di colori e sfumature. Il respiro era imprigionato dentro di me, non avevo nulla sotto i piedi e nulla che potesse impedire la caduta. I miei capelli mi svolazzavano intorno, tutto era bellissimo. Ero leggera e sicura. Sbuffai un pò d'aria, mentre Ash sorrideva guardandomi. Mi strinsi di più a lui. Poi qualcosa di forte mi tirò per i piedi, e dell'acqua mi bagnò i capelli annebbiandomi la vista. Risi, risi tanto mentre risalivo e poi... Ancora giù, io continuai a ridere, smettendo d'un tratto mentre ci immergevamo più a fondo nell'acqua. Ero fradicia. Lo sguardo di Ash era folle e bellissimo, le sue braccia non mi avevano mollata ed i suoi occhi ignoravano la meraviglia intorno... per guardare me.

Quando ci recuperarono, ero zuppa d'acqua, tenevo per mano Ash, che non faceva altro che guardarmi. Mi sentivo potente, libera. In quel momento sentì di poter fare qualsiasi cosa. Il sorriso ebete non se ne andò, nemmeno quando mi venne la pelle d'oca per il freddo.
-Ti è piaciuto?- Ash mi condusse alla macchina, teneva in un borsone degli abiti nel portabagagli, e sfilò due magliette e un paio di jeans.
Io non riuscivo a spiccicare parola, sembravo una ritardata che rideva in preda ad un attacco isterico.
-Rifacciamolo!- scattai d'un tratto, come una cretina. Lui rise, poi mi abbracciò.
- La mia piccola Rose..- sussurrò tra i miei capelli. Lo strinsi a me, poi cominciai a sentire freddo.
Salimmo in macchina. Meno male che i sedili erano in pelle, altrimenti l'avremmo inzuppata.
-Girati-
Ash restò immobile a guardarmi, mentre io giocherellavo con l'orlo della maglia, facendogli capire che dovevo toglierla.
- Timida?- scherzò lui.
- Vuoi schiaffi?- lo provocai. Si morse il labbro, alzando le sopracciglia, intimandomi a continuare.
Voleva giocare? Giochiamo. Era questo che mi piaceva quando stavo con lui, lui provocava ed io rispondevo alle sue provocazioni, era tutto un botta e risposta come nei giochi, ed io amavo giocare.. E vincere.
Tolsi la maglia, sotto il suo sguardo, il reggiseno azzurro mi copriva per fortuna, poi misi la sua maglia. Si bagnò subito a contato con il reggiseno, così lo tolsi senza togliermi il pezzo di stoffa che mi copriva. Lo arrotolai con la maglietta, poggiando gli abiti ai miei piedi.
-Hai barato.- disse lui fissandomi,
Il ciuffo nero gli sparava da tutte le parti.
- Tocca a te.- lo ignorai.
- I pantaloni dove li lasci, Felpa blu?- picchiettò con le sue dita affusolate sul volante. Sbruffai.
Sbottonai i jeans e li tirai giù, tirando più che potevo la maglietta per coprirmi le cosce. Porca troia, arrossii un pochino, o forse tanto. Non lo so.
Gli feci un cenno col capo, indica solo. Si sfilò la maglietta velocemente. Quello che vidi, fu meglio di un salto nel vuoto.
Lui non aveva un corpo, lui aveva una tela. Era ricoperto da tatuaggi, disegni, scritte in greco e numeri romani, colori qui e la. Mi avvicinai affascinata, piegando le ginocchia sul sedile mentre mi sporgevo verso la sua parte per ammirare. Sfiorai le linee con le dita, sotto il suo sguardo serio.
- Sono bellissimi.- riuscì a dire.
Mi fermai su uno, era un'occhio bellissimo, con l'iride colorata di un'azzurro impressionante. Sembrava quello di una donna.
-L'occhio di mia madre.- disse lui guardandolo. Scesi giù, arrivando ad un piccolo aereo.
-Primo viaggio. Ad Amsterdam per la precisione.-
Sbruffai, alzando gli occhi al cielo, ovvio direi.
Continuai arrivando ad una scritta in stampatello 'EROIN', lo guardai -Ovvio no? L'eroina che ti salva e l'eroina che ti uccide.- disse lui imbarazzato sotto il mio sguardo strano. -Ero scemo una volta Rose.- rise.
-Perché adesso no?- Risi. Lui mi guardò passandosi la lingua sul labbro inferiore, mi schiarii la voce e continuai.
Scesi più giù, vicino all'ombelico. Era un nome di qualcosa, la calligrafia delicata. Era come se fosse stato  scritto per non essere capito. Lo guardai.
- Sai qual è la cosa bella di questa situazione?- disse lui, guardandomi.
Scossi la testa, ancora incantata dai suoi tatuaggi.
Si avvicinò pericolosamente al mio orecchio.
- È che mentre tu stai seduta in quel modo, lo specchietto esterno, ha un'inquadratura precisa del tuo culetto.- mi morse il lobo, facendomi chiudere gli occhi. Incomprensibilmente avevo caldo.

N/A
BOOM BITCH!
Sorratemi l'ora, maa eccovi qua il capitolo dolcezze. D'ora in poi cercherò di accelerare le cose un pochino, così non vi annoiate. Vi lovvo tutte💕
Quant'è stronze 'sto Ash?! 🙊
Ne vedremo delle belle, baci,Esse❤️❤️🌸🌺

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