Ricordo la mia vita un pò a tratti, ho dimenticato la maggior parte delle cose, cioè, le ricordo sfocate e indistinte come colori ad olio nell'acqua sulla tavolozza di un pittore. Alcune volte guardando qualcosa mi ritorna in mente un determinato ricordo che scatena risate o pianti. Ma se qualcuno dovesse chiedermi 'Ti ricordi quella volta in cui..' No, mi spiace, non ricordo. Ho eliminato tutto della mia vita passata. Guardavo la foto di mia madre che tenevo nel portafoglio da tempo, non riconoscendola più, come se la mia mente facesse di tutto per renderla un'estranea, come qualcuno che mi aveva fatto stare male, e allora la eliminavo completamente. Non riuscivo nemmeno a ricordare la sua voce, nè il profumo che tanto mi piaceva di mio padre. Il colore degli occhi, o il tocco ruvido o liscio che avevano le loro mani. Un vuoto. Tutto in me si sforzava di eliminare tutto quanto. Solo ora, notando il mio riflesso dallo specchio intravidi qualche dettaglio che apparteneva a loro, eppure un secondo dopo pensavo che ero io a convincermi di assomigliargli, ed escludevo ogni opzione, involontariamente.
E poi c'era Ash. Mi ritrovai a pensare alla sera precedente, ed al suo continuo ripetermi se mi fidassi di lui, la chiamata che aveva ricevuto.
'Chi era?' Gli avevo chiesto mentre ero accoccolata tra il piumino a fissare le stelle mentre fumavo una sigaretta, la cosa migliore dopo aver fatto l'amore.
'Fidati di me.' E mi ero fidata.
Sistemai le ultime due ciocche dello chignon, o almeno ci avevo provato a farne uno, ma avevo pochi ferretti e mi ero arrangiata come potevo. Il vestito lo avevo ripescato dal mio armadio della mia vecchia casa. Si, ci ero ritornata, avevo sistemato quello che potevo, tolsi tutto il sangue mentre grattavo con lo spazzolino il parquet piangendo a dirotto sotto lo sguardo smarrito di Denny, che non sapeva cosa fare. Alla fine, era tutto pulito, avevo gettato via i mobili che erano rovinati ed incollato le porcellane che mia madre amava tanto. Era tornata come prima, quasi. Infatti avevo deciso di tornare a vivere lì, non sarei più scappata. Tutto era immobile, sentivo un fischio nelle orecchie per il troppo silenzio.
'Domani sarà apposto.' Sussurravo al mio riflesso. Ero stanca, sapevo che stavo per crollare, ma mi imposi di non farlo.
Il campanello suonò, corsi di sotto ad aprire la porta, trovando Denny in uno smoking nero, tutto nero. Mi venne in testa il vestito per un funerale.
-Ti sta bene il blu.- disse guardandomi.
'Me l'hanno già detto.' Avrei voluto rispondergli.
Mi limitai a sorridergli grata, mentre mi chiudevo la porta alle spalle, infilando le chiavi nella borsa.
Mentre camminavo il contatto del coltello che sfregava contro la mia gamba mi fece trasalire. Ormai non sapevo più cosa pensare, ma in caso di pericolo avrei saputo cosa fare.
😈😈amatemi😈😈
Denny guidò per un pò, come un flashback rividi delle cose a me familiari.
-Sono già stata qui.- sussurrai più a me stessa, e non ne ero sicura visto il buio dell'abitacolo dell'auto, ma lo vidi sorridere.
La certezza si fece strada dentro di me quando vidi lo chalet dove ero già stata, al primo appuntamento con Ash.
-Che significa?- chiesi slacciando la cintura.
-Vedrai, è un posto bellissimo.- il ghigno non voleva saperne ad andarsene dalla sua faccia.
Si misi dietro di me, mentre camminavo, il cuore perse vari battiti vedendo le vetrate tutte al buio, allungai una mano per aprire la porta e l'oscurità ci immerse. Sentii un click, appena percettibile e qualcosa di freddo e duro dietro la mia testa, gelai sul posto. Ma quando le luci soffuse, misero a fuoco ciò che avevo davanti sentii il mio cuore fermarsi mentre un urlo schoccato uscii dal profondo della gola.
Ash, Peter, Mitch e Sil erano tutti seduti difronte a me, apparentemente incoscienti, le loro mani legate dietro la schiena. La luce fioca metteva in evidenza il sangue che gocciolava dal naso di Mark, i capelli ormai scoloriti di un azzurro pallido di Sil, mentre la testa ciondolante di Ash e Peter mi metteva una strana inquietudine.
-Perché?- chiesi voltandomi verso Denny, sentendo la canna della pistola fredda contro la mia fronte.
-Perché?- urlai, spingendomela contro, avvicinandomi a lui.
I suoi occhi pazzoidi erano spalancati, l'iride nera mentre mi guardava confuso.
-Avevi detto tu che volevi ucciderli, ogni tua richiesta è un ordine per me, principessa.- parlava come se la cosa fosse ovvia, e mi reputava troppo stupida per capire. Il tick nervoso che aveva alzando costantemente le sopracciglia mi fece venire un dubbio.
-Denny, va tutto bene tesoro. Hai preso le tue medicine?- cercai di non far trapelare nulla, di tenere la voce ferma e addolcire lo sguardo, la pistola vacillò, fino a cadere sui fianchi.
Spostò il suo sguardo dal mio, imbarazzato.
-Non aver paura Denny, sono qui con te, voglio aiutarti.- sfiorai i suoi capelli, cercando di rassicurarlo.
-Dove sono?- la voce di Ash riecheggiò nel silenzio.
Guardò me, poi Denny e poi la pistola.
-Lasciala stare, coglione malato pazzoide, prova a sfiorarla e vedi che succede!- mi spostai davanti a Denny prima che alzasse il braccio, la pistola ora era puntata dritta contro il cuore.
-Non lo ascoltare, è geloso ricordi? È.. È geloso di noi due. Del.. Del nostro..- Non fermarti Rose, continua a parlare. - Del nostro amore.- ingoiai la bile che mi si era formata in gola, mentre Denny tremava incazzato.
-Figliolo..- il sussurro di Mark mi fece voltare.
-Sta zitto tu!- sputai verso di lui.
-Ti sta prendendo in giro figliolo, ha sempre fatto così. È come sua madre.-
Un fischio sordo e accecante mi percosse e le mie gambe stavano già correndo verso di lui. Afferrai i suoi capelli bagnati di sudore, tirandogli il collo verso la mia faccia, incontrando quegli occhi glaciali e freddi nei miei.
-Ripeti.- sibilai al suo orecchio.
-Fermati o gli sparo.- scattai il viso verso la voce di Denny, fissando la canna della pistola puntata sulla tempia di Ash, la faccia corrucciata dalla rabbia.
-Uccidi me! Uccidi me e basta!- lasciai i capelli di quella feccia avvicinandomi a Denny, staccando la pistola da Denny e puntandomela sul petto con una presa ferrea. Il metallo scuro spinto sopra il seno sinistro, lo sguardo disperato di chi ne aveva abbastanza.
Avrei messo fine alla mia vita pur di salvare quella di mio fratello ed Ash.
-Troppo facile così Denny, slegami. Affrontiamoci da uomo a uomo.-
La rabbia di Ash mi colpii come un pugno nello stomaco, ma la paura di perdere anche lui mi fece tremare i denti.
Il mio sguardo incontrò il suo mentre Denny si avvicinava rabbioso slegando le corde che lo tenevano prigioniero.
Mosse le labbra, lo guardai confusa, nella mia testa le scene peggiori mi passavano davanti. E se fosse morto? Perché non riuscivo a muovermi?
Lo guardai, sentendo le lacrime scendermi lente, come lenta mi appariva quella tortura.
'Aiuta Peter.' Le sue parole non dette, Denny scaraventò Ash per terra ed io corsi verso Peter incosciente utilizzando il coltellino che avevo nascosto nell'elastico sulla coscia.
-Peter! Peter svegliati!- i miei scossoni gli fecero aprire di poco gli occhi.
-Rose! Lo aiuto io!- scattai sentendo Sil alle mie spalle.
-Sta lontana da lui! E da me!- sputai a quella che una volta era la mia migliore amica.
-Ho sbagliato, è vero. Ma l'ho fatto per proteggerti e..- un gemito mi fece fischiare le orecchie, dalla vetrata vidi Denny con il piede sullo sterno di Ash. Il suo viso girato dalla mia parte. Dovevo muovermi.
-Fai cazzate e ti infilo un proiettile nel cranio facendoti esplodere la materia grigia sulla carta da parati nel motel in cui starai!- lasciai Peter con il cuore in gola, correndo verso Ash.
Qualcosa di duro si scontrò con il mio piede, facendomi cadere a faccia avanti. Il dolore al polso era intenso mentre lo poggiavo per rialzarmi.
-Rosellina, dove credi di andare?- Mark.
Cazzo.
Mi voltai per vedere la sua figura sovrastarmi, cercai di spostarmi strisciando indietro con il corpo.
Con un gesto fulmineo schiacciò la mia caviglia sotto il suo piede, facendola girare in un modo innaturale. Urlai, mentre si sistemava meglio, con tutto il peso, sentivo le ossa della caviglia fratturarsi.
-Figlio di puttana!- sputai sulla sua giacca sudata.
-Bambina cattiva.- il suo viso si avvicinò pericolosamente al mio, afferrò i miei capelli tirandoli così tanto da sentire il collo staccarsi dalla spina dorsale. Pensa Rose, pensa. Il coltello l'avevo lasciato vicino alla sedia ormai vuota dove c'era Peter, di correre non se ne parlava, la caviglia era fratturata. Bastardo.
Si accovacciò vicino, sentivo i capelli spezzarsi fra le sue mani, la mia gamba in mezzo alle sue, ormai inerme e dolorante. Poi fu tutto uno scattare di movimenti.
Alzai l'altra gamba sferrando con il tacco dodici la sua tempia, buttandolo a terra. Mi trascinai vicino a lui, tempestando il suo viso di pugni, sentendo il naso frantumarsi sotto le mie nocche.
Singhiozzò e un filo di sangue uscì lento dalla sua bocca.
Mi fermai un secondo, riprendendo respiro, avevo le mani imbrattante di rosso, i vestiti strappati ed il tacco rotto.
Poi sentii un urlo. Mi alzai, e quando poggiai la caviglia rotta per terra il dolore fu straziante, ma continuai a correre maldestramente fino a raggiungere l'esterno.
Lì, dove io ed Ash ci eravamo baciati la prima volta, ora c'era Denny con una pistola puntata contro Ash sanguinante sull'orlo del ponte di legno. Il cielo era lo stesso, la luna anche, impallidiva di più il viso di Ash.
-No!- arrancai verso Denny quando lo squarcio di uno sparo divise il cielo in due. Guardai Ash, tremando, con la mano sul petto, indietreggiare e cadere in acqua.Eccoci bellezze, spero vi piaccia. Se arriviamo a sette voti, aggiorno in serata! Vi amo Felpe Blu💎💎
Esse💛💛
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Ash
Teen FictionRose, tranquilla diciassettenne, viene stravolta dall'arrivo del nuovo ragazzo. Il suo sesto senso le dice di stargli lontano, ma il suo cuore non collabora. Ash, presuntuoso e motivato, cerca in tutti modi di star con Rose. Ma molti dei segreti ch...