Capitolo 22: Autoreclusione forzata.

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Ah, lo so.
"CHE GESTO AVVENTATO"
Sento le vostre voci che lo urlano.
Ma sorrynotsorry, non potevo farne a meno. Ero attratto da lei, come la peggiore delle forze elettromagnetiche.
Avevo come la sensazione di essere osservato, ma non ci feci molto caso.
Intanto, eravamo rimasti al bacio.

Dapprima la sentii sorpresa, molto sorpresa.
Come fosse il suo primo bacio.
E la cosa non era improbabile, anzi.

Il tutto, cioè il bacio insomma, durò circa 5 secondi. 5 secondi nei quali lei afferò la stoffa della mia maglietta, stringendola, e io passavo la mano, fino ad allora appoggiata sulla sua guancia, dietro la nuca, avvcinandola ancora più a me.
Poi, tanto perché la ragazza che stavo baciando si chiamava Dafne, e la peculiarità delle Dafne è quella di rovinare i momenti più belli e intendi della vita, si tirò indietro con forza, spingendomi via violentemente.
Io persi l'equilibrio e caddi lungo disteso sul pavimento.

La mia povera schiena.

Mi tirai su dolorante.
-Mi hai fatto male!- protestai.
Lei si sfiorava le labbra corrucciata, quasi sconvolta, scioccata.
Poi negli occhi le balenò qualcosa.
Rabbia? Paura? Cos'altro?

Escludo il disgusto.
"Disgusto" e "Apollo-me" non possono stare nella stessa frase.

-SEI FUORI DI TESTA?!- mi urlò, con una nota di panico nella voce.
-Sono perfettamente sano di mente, tu?- risposi.
In realtà, sembravo perfettamente ritardato, ma ero ancora... ebbro di quel bacio.

Quel meraviglioso bacio, che mi aveva fatto sentire come se non fosse mai esistita nessun'altra oltre Dafne.

-Io... certo che sono sana di mente, non sono io che ho baciato te, sei tu che hai baciato me... Seriamente?-
-Oh... si.-

Che risposte idiote.
Ma ero completamente perso in quei soli di smeraldo che erano i suoi occhi.

-Come ti è saltato in mente?-
Sbattei le palpebre una, due volte, per cercare di riscuotermi.
-Ehm...-
-Ah? "EHM" è tutto quello che il dio della poesia sa dire? Complimenti davvero.
Mi baci, non sai cosa dire e non sai nemmeno perché? Insomma ci deve essere una quiche spiegazione logica per il tuo gesto avventato, no? Oppure sei solo un grandissimo idiota galattico? Opto per la seconda opzione, dato che "ehm" sembra l'unica cosa che sai dire;
mi pare evidente anche il fatto che mi consideri una sottospecie di bambolina svitata al tuo completo servizio. Ma no bello, ti sbagli di grosso. Quindi... non... non provare più a baciarmi.-

Nonostante la sfuriata, il tono era teso e insicuro.
Rimasi un secondo spiazzato.
-Ma che... e tutte le cose carine che mi hai detto prima?-
Cioè dico, la coerenza.
-In... In che senso? Beh, ho ragione ora come avevo ragione prima, indipendentemente dalla situazione e dall'argomento.-
Sì alzò dalla poltrona, puntandomi un dito contro.
-E per quanto tu possa essere incredibilmente bello o attraente... Non azzardarti mai più a fare una cosa del genere! Potresti ritrovarti senza le tue... bellissime... morbide... labbra... COSA STAVO DICENDO?-

Sorrisi; mi aveva appena fatto un complimento.
Yuppie!

-Okay, chiaro, Miss Alloro.- dissi, immettendoci più naturalezza possibile.
Cosa difficile.
-Bene.- fece lei. Tacque, abbassando lo sguardo. Era più bassa di me, mi arrivava più o me o alla spalla.
Questo non le impedì, però, di tirarmi uno schiaffo decisamente forte.

-MI HAI FATTO MALE DI NUOVO.- commentai serafico.

Mi trattenni dal carbonizzarla sul posto.
Povera, non potevo ucciderla.
Avrei sofferto anche io.
-
-BEH, BENE! NE SONO FELICE!- grido, marciano a passo di carica verso il bagno.
In preda ai miei peggiori timori, sentii lo scatto della chiave che girava nella serratura.

-Dafne! Zeus, sii ragionevole... Apri questa porta!- urlai.
Silenzio.
-Dafne...- ritentai. -Mi dispiace di averti baciata...- No, non era vero per niente. -Puoi aprire la porta?-
Niente.
-APRI! Non sai della gravità di questo fatto! DENTRO C'È LA MIA SPAZZOLA PER CAPELLI!-

Okay.
Pessima Mossa.
Difatti la porta si aprì, ms solo per fat uscire una spazzola che, a tutta velocità, andò a spiaccicarsi sulla testa del sottoscritto.
Qui feci la cosa che ogni bravo Dio superfigo che tiene ai propri capelli fa:
Mi tastai la sommità del capo, cercando di riordinare i capelli nella piega che doveva essere assolutamente perfetta.

Lo so, che a volte sono un cretino.
Ma io non ci credo :D.
Lo dicono Helen e Will.

Non sono un tipo molto paziente, mi sembra di avervelo accennato.
E la sera del mio quattromilacinnquesimo compleanno, la mia miserrima pazienza era davvero al limite.
Dopo quella giornata passata ad accettare elogi *sono fab* e gli auguri e quella roba li che dopo un po' ti stufa, ero sull'orlo dell'esaurimento nervoso.
Avevo baciato quell'alloro, il MIO alloro, e quello per poco non mi aveva strozzato.
E ora, quello stesso alloro si era rinchiuso nel mio bagno.
E porca Gea, non ne potevo più.

-Dafne. Esci di lì. Ora.- dissi, con il mio miglior tono gelido da se-ti-piglio-ti-scuoio.
Silenzio. Poi, la sua voce si alzò da dietro la porta chiusa.
-Se no che mi fai?-

Bella domanda.
Che le avrei fatto?
La risposta è... BHO.
Non ne avevo la più pallida idea.

-Dafne. Non ti potrei mai fare nulla, andiamo. Ma esci da quel bagno.-
-No.-
Poi, fu solo il silenzio più assoluto e completo.

Okay, so come sono una persona intelligente, avevo capito che voleva stare da sola.
Era arrabbiata.
Aveva bisogno di solitudine.
A volte rimanere soli è la cosa migliore.
Forse avrebbe anche pianto; ma dopotutto piangere a volte è liberatorio.
Alla fine, sarà anche stata confusa...
È legittimo, dopo che qualcuno ti bacia senza preavviso.
Soprattutto se quella persona è fantastica come me, bitch please.

Mi rassegnai all'evidenza.
Non sarebbe uscirà.
E poi non avevo pazienza sufficiente, oh.
Elaborai un "piano": fino a che non sarebbe uscita da sola, l'avrei lasciata in pace.
Con qualcosa fa mangiare davanti la porta, così non sarebbe rimasta digiuna.
E anche qualcosina da leggere.

Quindi, per i 4 giorni successivi, ci fu un silenzio tombale e una calma assordante.

Ogni mattina prima di uscire le lasciavo un vassoio di fronte la porta, bussavo e mi raccomandavo che mangiasse qualcosa, e di ritorno trovavo il vassoio quasi pieno.
Credo non mangiasse <O quasi, insomma, più o meno.> per ripicca.

Il pomeriggio del quarto giorno stavo tranquillamente leggendo un libro di haïku <Miei dei, è da secoli che non ne compongono uno... meglio provvedere.> quando finalmente sentii la chiave muoversi nella toppa.

-Apollo...- chiamò Dafne, con la voce
che tremava.
Con un sorriso sul volto, chiusi il libro e mi alzai dal letto.
Lei comparve sulla soglia, una mano aggrappata allo stipite e l'altra stretta sopra lo stomaco.
Sollevò il viso verso di me. Era tremendamente pallida, e le guance arrossate spiccavano molto sulla pelle cerea in maniera innaturale.
Mi guardò con due occhi spalancati.
-Non mi sento bene.-

||Nota autrice:
Ci ho messo 4 fottuti giorni a scriverlo perché non avevo le altrettante fottute idee e l'altrettanto fottuto tempo.
Help.
Lo so che avreste voluto una Dafne più ehm badass, ma poi capirete tutto quanto.
È UN GRANDE DISEGNO.
Intanto, dato che domani -aka oggi 27 marzo- non ci sarò, beh, BUONA PASQUA E INGOZZATEVI DI CIOCCOLATO, MLMLML.
MLMLML.
CIOCCOLATO.
MLMLML.
Buona Pasqua caramelle😘😂
~EllyOBrien💕

One More Life ||Apollo&DafneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora