Capitolo 9: Calmini tutti.

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-ALLORA?!-
Oh, accidenti. L'aveva combinata grossa.
Non era colpa mia, oh. Non l'avevo mica costretta ad entrare.
Non avevo fatto proprio niente.
A parte far resuscitare illegalmente un alloro, portarlo di nascosto sull'Olimpo e nasconderlo il più a lungo possibile dagli altri dei.
Ma dettagli.
Mi puntò un dito contro, continuando ad urlare.
Una scena un po' ridicola, considerando che lei mi arriva a meno del gomito.
Ma okay. Sa incutere timore, fidatevi.
Spero non la incontrate mai per strada quando ha la luna storta.
Non sarebbe un'esperienza piacevole.
Ma tornando a noi, cioè a me.
-Artemide...- tentai. -Mi fai parl...-
Pensate mi lasciò finire la frase?
AHAHAHAHAHAH no.
-NO CHE NON TI LASCIO PARLARE, IDIOTA! VOGLIO SAPERE COSA CAVOLO CI FA UNA NINFA LÌ DENTRO!-
Mi stavano facendo male i timpani, accidenti.
-Sorellina, mi piacerebbe molto se non urlassi, grazie.- mormorai.
Lei si massaggiò la fronte con due dita.
-Non mi interessa, Apollo. Ma io dico... CE LI HAI I DIVINI NEURONI? SAI RAGIONARE, O SEI UN'AMEBA? Ecco perché ho scelto di rimanere vergine per l'eternità...-
Okay. Mi stavo stufando. Ero stanco, cavoli.
-PUOI SMETTERE DI URLARE? E magari, gradirei molto se non lo dicessi a papà.-
-HAI ANCHE IL CORAGGIO DI CHIEDRMI QUESTI FAVORI?-
-NON URLARE, ARTEMIDE, PORCO CRONO!- gridai.

Per un orribile secondo mi venne in mente la visione di Estia che arrivava saltellando e declamando pace e amore fraterno.
Rabbrividii.

-ARTEMIDE, PER FAVORE!-
-DEGNATI DI SPIEGARE.-
E così feci. Le raccontai tutto. Non potevo mentire a mia sorella, dopotutto, è mia sorella, e mi conosce meglio di chiunque altro, forse meglio di me stesso.
No, sto sparando cavolate, io mi conosco meglio di tutti.
Lei ascoltò in silenzio, con gli occhi sbarrati, per tutto il tempo.
Non era un buon segno.
E infatti alla fine mi squadrò. Poi girò i tacchi e si allontanò.
-Dove vai?- chiesi, esasperato.
-A raccontare tutto a nostro padre, fratello.- disse, fredda.
-Dei, no... Artemide, sorellina, ti voglio tanto bene, ma te ne supplico, non dirgli nulla, ti prego ti prego ti preeeeegoo! Per favore!- La stavo supplicando.
Era grave.
Tornò sui propri passi.
-Non so, fratello. Ci penserò. E intanto starò io con Dafne, cercherò di aggiornarla un po'. E solo per amor tuo, non dirò nulla di questo tuo scellerato piano a nostro padre. Ma non ti assicuro niente. Ora vai.
STAI FACENDO TARDI.-
Mi superò ed entrò in camera.
Mi spiaccicai la mano in fronte, mentre mi avviavo verso la macchina.
Non mi fidavo di mia sorella.
Non sapevo cosa le avrebbe detto, ma di sicuro nulla di buono.
Sperai vivamente che non mi sconvolgesse troppo Miss Alloro, perché allora sarebbe stato grave.
Partii, dando il via (in ritardo) all'alba.
Sunnydale, quel noioso portachiavi, iniziò a darmi il tormento come ogni mattina. -Taci, Sunny.- borbottai, mentre controllavo le occhiaie nello specchietto retrovisore.
-Oh, divino Apollo.- canticchiò lui.
-Vedo che è riuscito a far resuscitare la pianta!-
Sbuffai, con un ombra di sorriso.
Non restava che avere fiducia in mia sorella.
-Ce l'ho quasi fatta, Sunnydale.-

||Angolo autrice
So che questo capitolo fa abbastanza schifo, perdonatemi, il prossimo sarà migliore.
È difficile continuare due ff allo stesso momento, e prima o poi su Insta mi ritroverò ad annunciare la storia di Apollo mentre qui parlerò di omicidi e di Jennifer Raven e di tizie che mandano SMS randomici (ho dei gravi problemi, lo so.)
E tutti si inizieranno a chiedere di cosa mi faccio.
Buonanotte. E che la Forza sia con voi.
~Elly

One More Life ||Apollo&DafneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora