Quando riaprii gli occhi, il posto accanto al mio era vuoto.
Mi alzai, e sentii lo scorrere dell'acqua nel bagno già dalla camera.
Ero abbastanza tranquillo. A casa mia c'era già stata, sapeva come funzionavano le cose, non dovevo avere ansia che si facesse male.
Ma allo stesso tempo, ero preoccupato per come si sentisse a livello psicologico.Non è cosa da tutti i giorni, rischiare di essere violentati in questo modo. Non lo è, soprattutto se sei nuova a questo mondo come lo era lei.
Preparai la colazione per me e per Dafne, vedendo che non c'erano briciole di biscotti in giro. Ah, quello voleva dire che non era passata a sgranocchiare qualcosa prima di filare in doccia.
Misi sui fornelli la teiera per l'acqua del thé e la caffettiera, e poi poggiai due tazze sul tavolo.
Ci misi anche ーovviamente, vari tipi di biscotti, del pane e delle marmellate che sarebbero potute piacerle. Ricordavo che aveva una passione anomala per la marmellata di mele cotogne, e se la spalmava sempre sui biscotti e sulle fette di pane tostato.Aspettai che uscisse dal bagno.
Ma i minuti passavano.
L'acqua continuava a scorrere.
Lei non usciva.Ed io mi preoccupavo.
Bussai alla porta.
-Dafne? Tutto bene?-Silenzio.
-Dafne?- una nota di panico nella mia voce. -Dafne, sei lì dentro? Mi rispondi?-
Solo l'acqua che scorreva.
E io ero piombato nella paura.Bussai altre volte, sempre più forte, gridando il suo nome, ma lei continuava a stare in silenzio.
Fino a che non sentii una voce dall'interno. Seppur flebile, poco più di un sussurro, ma mi ridette speranza.
Anche se diceva "Vattene".
Le urlai un "No" in risposta. La cosa mi faceva quasi ridere, nel complesso. Ah! Che cosa contraddittoria!Me ne rendo conto, sembro quasi esagerato. Penserete che stia ingrandendo la questione... Non sapete. Voi ignorate come ci si senta.
In quei giorni, in quei mesi, vidi sempre Dafne come una creatura fragile come vetro. Tra gli alti e bassi che aveva vissuto, la maggior parte erano causa mia. Mi sentivo in colpa. E mi sentivo, forse senza diritto, in dovere di salvarla e proteggerla dalle cose brutte. Anche se io probabilmente ero una di quelle.
Vado in panico facilmente quando si tratta di cose che mi stanno a cuore, e Dafne era una di quelle. La più importante. Senza dubbio alcuno.Non m'importava che lei si stesse lavando. Perchè ero sicuro al novanta percento che non lo stava facendo.
-Io entro.- affermai, deciso.
Spinsi la maniglia verso il basso, aprendo la porta, e mi stupii nel non trovarla chiusa a chiave.
Azzardai un passo nel bagno ampio, trovando il pavimento bagnato e l'aria così fitta di vapore che poteva quasi essere tagliata con un coltello.L'acqua scorreva ancora.
E sentivo anche i suoi singhiozzi.Agitai la mano di fronte a me, per dissipare la calda nebbia umida.
E la vidi.
Immersa nella vasca da bagno traboccante d'acqua, con le ginocchia raccolte al petto e le spalle scosse dai singhiozzi.Mi pianse il cuore a vederla in quel modo.
I vestiti che le avevo fatto indossare la sera prima giacevano sul pavimento, inesorabilmente infradiciati.Alzò il viso verso di me. I capelli le ricadevano in ciocche confuse e disordinate sul volto. Mi guardò come fosse piena di rancore e sillabò, serpentina:
-Va' via.-Come se mi potesse convincere con quello sguardo ferito e rabbioso.
Ma in quel momento non era la mia, se così definibile, testardaggine, il pensiero che più m'agitava, quanto il tirare Dafne fuori da lì, coccolarla ed ascoltarla.
E farmi insultare, e chiederle perdono per tutto il dolore che le avevo arrecato.
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One More Life ||Apollo&Dafne
RandomCosa c'è di meglio nel rivivere la storia? Specialmente se è la propria. Molti non saranno d'accordo, certo, ma per essere un essere immortale, come me, beh... È ancora più bello. Più bello, e più importante. Per non dimenticarsi del tempo passato...