Capitolo 30: "SEI MESI!"

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Bene, credo che sia arrivato il momento di raccontare l'esilarante (per lei) e... letteralmente doloroso? (per me), momento in cui dopo sei mesi è una vita di lontananza, io e Dafne ci rivedemmo.

Tutto iniziò una fredda mattina di gennaio, quasi febbraio.

Mi svegliai con un'ansia che non era da me, perché io non sono una persona ansiosa.
O meglio, divento ansioso quando la marca ri-cer-ca-tis-si-ma di shampoo all'alloro che ho ordinato online non arriva il giorno previsto.

Feci una rapida colazione e in un non altrettanto rapido arco di tempo mi preparai.

Cioè, insomma, l'apparenza è importante, soprattutto se si è strafighi come me.

Sali in macchina, mentre mi scocciavo sul perché della mia ansia.
Oltre che ansioso, mi sentivo anche inquieto.

Sunnydale aveva un'aria particolarmente filosofica quella mattina. Beh, filosofica per quanto lui la possa avere, cioè con un quantitativo pari a zero.
Anyway.

La prima cosa che mi chiese fu:
-Ti manca.-
E non fu propriamente una domanda, dato che era metà un'affermazione. Così gli risposi con:
-Ma certo che no, pf-

Evidentemente Sunny era davvero in vena di fare il filosofico Tumblrino vissuto e depressivo, perché ribattè dicendo:
- sì che ti manca. Altrimenti avresti risposto "chi?"-

Sbarrai gli occhi.
-Sei serio, Sunny?-
Lui annuì con aria grave.
-Senti, ho il numero di uno psicologo molto bravo. Potresti andare lì a curarti e, ah!, non credo vedo che ricevere soli di peluche parlanti, con una grande inclinazione a rompere i cosidetti sia normale, nel loro studio.-  esclamai, tutto d'un fiato.
Al che, Sunnydale mi guardò con aria da grande filosofo.
- Ho due, tre cose da porti all'ordine del giorno.- mormorò.

-E sentiamo!- borbottai io sull'orlo della disperazione.

-Fa freddo. Alzeresti un po' il riscaldamento?-

E addio alla filosofia.

-No, non posso. Dimentichi tutti quei casini che succederebbe se facesse più caldo di così in inverno? Ka-Poof!- in italiano che lo scoppio finale agitando le dita. Poi gli feci cenno di andare avanti.

-Secondo; ti vedo agitato. C'è qualcosa che non va?-
Feci per ribattergli di farsi gli affari suoi, ero già con l'indice alzato e la bocca aperta, quando Sunny riprese il discorso.
- non mi rispondere, so già la risposta. E starci collega al punto numero 3, che è senza dubbio alcuno la deliziosa ex pianta che fino a qualche mese fa era qui, è che ora infesta i tuoi pensieri e che da 4000 anni a questa parte sogni. E non intendo sogni innocenti, caro il mio Rubacuori.-

In quel momento credo di aver avuto un'aria molto da "Maccheccazz...?"

Leggermente stranito, lo guardai.
-Ah, prima che tu parli, devo dirti che so che hai ricevuto un messaggio da tua figlia Helen.-

Boccheggiai.
-Come diamine fai a saperlo, Sunnydale, ora me lo spieghi.-
Sunny sorrise amabilmente.

Dimentichi che mi hai costretto a farti da segretaria perché sei troppo impegnato. A fare cosa, mi chiedo? A dormire?-

Sbuffai, infastidito.

-Sì è vero. Ma non la parte del dormire, sono davvero pieno di impegni.-
-Ah si? - mi provocò. -Impegni come correre dietro ad ogni mortale carina?-
Ero sul punto di ribattere ma, se non l'aveste capito, Sunnydale adora interrompere la gente ancora prima che parli. Quindi riprese il discorso.
-Oppure parli di impegni come resuscitare un alloro millenario, innamorarti di lei per poi abbandonarla come un povero piccolo cagnolino d'estate? Ma ti pare giusto, divino Apollo? Alza le divine chiappe e fila al Campo Mezzosangue, se non vuoi che ti prenda a calci!
-Con quali piedi, Sunny?-
-HAI CAPITO BENISSIMO-
-Sì, giusto, hai ragione...-
-Come sempre.-
-Ma ciò non toglie che io abbia dei doveri...-
-...Che può ignorare e delegare al sottoscritto come fai da 1350 anni a questa parte.-

One More Life ||Apollo&DafneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora