Finita la scuola torno a casa, fermandomi al centro commerciale per fare la spesa. È da quasi un mese che non vedo mia mamma e in casa faccio tutto da sola.
Devo ammettere che un po' mi manca. Mi manca la sua voce che mi chiama dalla cucina, mi manca quando mi rimprovera perché lascio il cartone del latte sul frigo e mi manca il suo preoccuparsi costantemente per me.
Però mi manca molto di più mio fratello Zack. Abbiamo un rapporto stupendo, ci siamo l'uno per l'altra, ci capiamo all'istante e ci vogliamo un bene dell'anima. Mio fratello è l'unica costante della mia vita.
Esco dal centro commerciale, metto in moto il furgone e guido fino a casa.
Non faccio in tempo ad aprire la porta che una voce mi dice -Ciao tesoro-.
-Mamma?- chiedo correndo ad abbracciarla. Mentre la stringo capisco che mi è mancata più di quanto pensassi.
-Come stai, tesoro?- mi chiede con uno sguardo apprensivo mentre ancora mi stringe.
-Bene. Tu? Come va il lavoro?-
Okay, forse non sto bene ma non voglio darle delle preoccupazioni inutili dato che è appena tornata. -È complicato, in questo momento gli affari non vanno bene nel campo artistico.- Mia mamma fa la manager in una galleria d'arte. In pratica si occupa di trovare compratori interessati ai dipinti.
-Mi dispiace.- riesco a dire. Lo penso davvero. Mia madre non merita tutto questo. È una donna meravigliosa e forte. Non merita una figlia che odia il mondo come me, non merita un disastro come me. Merita una persona che si prenda cura di lei, come faceva papà.
Papà.
Mio padre è morto quando avevo dieci anni. Ricordo quel giorno come se fosse ieri. Ero appena tornata da scuola. Mia mamma era in giardino, parlava con dei militari. Le sono corsa in contro per raccontarle la mia giornata. Quando ho visto il dolore dipinto nei suoi occhi azzurro cielo ho capito che era successo qualcosa. Per i giorni successivi non ha rivolto la parola né a me né a mio fratello. È stato uno strazio vederla così.
Non le ho mai dato la colpa per ciò che sono diventata. La morte di mio padre mi ha portato via un pezzo di cuore. Mi ha cambiata radicalmente. Mi sono chiusa in un mio mondo per anni, ho perso tutti gli amici che avevo e ho iniziato a vedere il mondo con occhi diversi. C'è stato un periodo in cui ogni giorno mi chiedevo se il giorno che stavo vivendo sarebbe stato l'ultimo. Sono passati otto anni e a volte, guardandomi allo specchio, mi ripeto la stessa domanda.
La morte di mio padre mi ha distrutta.
-Mamma, io devo passare da un mio amico. Mi dispiace. - spiego cercando di scusarmi.
-Tranquilla, tesoro. Le questioni di cuore vengono prima di tutto.- risponde lei con un sorriso.
-Non è una questione di cuore, okay lasciamo stare. Torno il prima possibile.- le stampo un bacio sulla guancia ed esco.☆☆
Suono il campanello di casa di Nathan. Spero che quello che deve dirmi sia importante perché se no potrei tirargli un pugno.
-Ciao. Entra pure- mi saluta facendosi da parte per farmi entrare.
-Ciao. - rispondo mentre saliamo al piano di sopra. Il pavimento della sua stanza è cosparso di vestiti. Nathan si toglie gli anfibi con un calcio e si butta sul letto sfatto.
Ma perché non parla? Nathan, falla breve.
-Allora?! Vuoi dirmi che hai?!- lo incalzo scocciata.
-Jess, siediti per favore- mi guarda e aspetta che faccia quello che mi dice. Mi siedo sul pavimento con la schiena appoggiata al muro freddo.
-Ieri, mi sono comportato da stupido, lo so. È solo che mi hai ricordato una persona. Quand'eri seduta a tavola e parlavi con mia mamma, mi hai fatto pensare ad una persona. Mi è tornata in mente una ragazza. È stata...è stata il mio primo amore.- si interrompe per un attimo per poi continuare. -Sono passati tre anni da quando si è trasferita. Mi manca da morire e, in qualche modo, tu le assomigli. Anche lei è bionda e anche lei odia tutti. Io...io non so perché ti sto dicendo questo. Ma io mi fido di te. Io...- Lascia in sospeso la frase e singhiozza. Nathan, mi dispiace così tanto. Mi alzo andando verso di lui. -Ehi, mi dispiace. Va tutto bene, non preoccuparti. Sono qui, e puoi fidarti di me.- sussurro prendendogli il viso tra le mani. -Jess, mi manca così tanto. Era fantastica. Io la amo, l'amavo. Non lo so più.- ammette mentre una lacrima gli scorre sul viso.
Adoro quando i ragazzi piangono. È la dimostrazione che anche le cose più forti si spezzano. I muri hanno le crepe, e noi abbiamo le lacrime.
Lo stringo a me accarezzandogli la schiena.
-Andrà tutto bene.- sussurro prima di andarmene.
-Come vorrei poterti credere.- risponde lui.Mentre guido penso a ciò che mi ha detto. Gli ho ricordato il suo primo amore. Il primo amore non si scorda mai, è quello più importante. Il primo amore ti lascia un segno indelebile che porterai cucito addosso per sempre.
Entro in casa cercando di fare meno rumore possibile dato che ormai è tardi. -Mamma, sei sveglia?- È distesa sul divano con una coperta e la TV accesa. -Vieni qui.- mi dice mettendosi a sedere. Appena mi avvicino mi abbraccia e sento qualcosa di caldo e bagnato toccarmi la pelle. Sta piangendo. -Ehi, cos'è successo?- sussurro dolcemente.
-Mamma?- domando non ricevendo una risposta.
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Tra le tue braccia
RomanceÈ solo la storia di una ragazza che passa un periodo difficile, quando la sua vita viene stravolta.