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JESSICA'S POV

Sono passate due settimane e mio fratello non si è ancora svegliato. Mia mamma ed io abbiamo dovuto trovare un posto dove stare anche se passiamo la maggior parte della giornata in ospedale. Ogni giorno è sempre la stessa routine: mi sveglio, mi lavo e mi vesto e poi raggiungo l'ospedale, infilo le cuffiette e accarezzo i capelli di mio fratello sperando che si svegli. Ho fiducia in lui e so che ci riuscirà.
Ogni tanto mi prendo un po' di tempo e cammino per le strade della Norvegia, scattando foto agli angoli più belli o tutte le forme strane che assume la neve. Mi piace questo posto e la sua neve fresca non fa che ricordarmi di quando ero bambina. Ho camminato talmente tante volte nei dintorni dell'ospedale che so perfettamente chi ci abita. Un giorno una vecchietta mi ha afferrata per un braccio chiedendomi qualcosa, le ho sorriso non capendo ciò che mi aveva detto e ho continuato a camminare. Non voglio parlare con nessuno al di fuori di mia mamma e di Zack. Sono abituata a stare sola e va bene così.
Alcune volte in queste settimane ho pensato a Nathan, costringendomi poi a pensare a James. Quando tutto questo sarà finito penserò a cosa fare, ora non voglio distrazioni.
Durante le mie passeggiate penso a ciò che sarà il mio futuro. Una volta mi sono immaginata come una dirigente di una banca, cosa che non voglio diventare. Vorrei diventare una fotografa professionista. Ho sempre amato le fotografie, e da quando mio padre è morto ho deciso di catturare ogni momento della mia vita in uno scatto. Le fotografie sono qualcosa di unico, inimitabile, sono in grado di fermare il tempo e mantengono tutto costante anche se nel tuo cuore le cose sono cambiate. Ho conservato tutte quelle che avevamo in casa in degli album, numerati di anno in anno, tranne una che conservo tra le pagine del mio diario. Sono passati quasi dieci anni da quando è stata scattata, ma rimane, e rimarrà sempre, la mia preferita: ci siamo mio padre, Zack ed io mentre giochiamo a
palla in un parco. Mio papà mi tiene in braccio mentre cerca di passare il pallone a mio fratello, che sorride come uno scemo. Adoro quella foto per la sua spontaneità. Mi aiuta a ricordare con più facilità mio padre e com'era Zack a dieci anni.

☆☆

Oggi non sono ancora andata in ospedale. Sono rimasta a letto per tutta la mattina, cercando un motivo per alzarmi. A volte vorrei solo che le cose andassero meglio. Vorrei solo una vita normale, come quella di altri ragazzi. Più cresco più divento consapevole di quanto faccia male vivere come me. E sì, cerco di non pensarci troppo ma non è facile vivere senza un padre e ogni tanto mi permetto di crollare. Dopo un po' senti che manca qualcosa nella tua vita. Lui non mi ha mai potuto veder crescere, non ha mai potuto conoscere le persone che frequentavo qualche anno fa, non mi ha mai potuto rimproverare per i miei voti, non ha mai potuto portarmi ai balli di fine anno e non mi potrà mai accompagnare all'altare quando mi sposerò. Non vedrà mai i suoi nipoti quando nasceranno, non potrà mai vedere la loro prima partita di football o vederli tesi per il loro primo giorno di scuola. Mi manchi così tanto papà.

Cerco di distrarmi guardando la TV. C'è uno stupido programma di cucina in cui ci sono due concorrenti che gareggiano. Mi alzo dal letto per andare in bagno e poi in cucina a prepararmi il pranzo. Trovo la pizza avanzata da ieri e ne addento uno spicchio dopo averla scaldata.
Passo tutto il giorno così: mangiando pizza e guardando stupidi programmi in TV per costringermi a distrarmi da ciò che è la mia vita.
Domani tornerò da mio fratello, riprendendo la mia solita routine come se non fosse successo nulla. Mi comporto sempre così dopo giornate del genere, quasi a voler cancellare il mio passato.
Che inutile perdita di tempo.

Tra le tue bracciaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora