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ZACK'S POV

Chiudo la telefonata con mia mamma dopo essermi assicurato che vada tutto bene ed esserci organizzati per il suo arrivo a casa. Voglio conoscere John per capire se è veramente una persona affidabile anche se mi fido dell'istinto di mia mamma e poi ho paura che possa succedere qualcosa a lei o al bambino. Non so ancora se sia un maschio o una femmina e sinceramente non so in cosa sperare, a parte che nasca in salute. 

Esco di casa per restituire il cellulare a Jessica, attraverso la strada e suono alla porta. Ad aprirmi è Sarah, la sorella di Beth. E' cambiata molto rispetto all'ultima volta che l'ho vista, parecchi anni fa ormai. I capelli rossi, come quelli della sorella, le ricadono morbidi sulle spalle incorniciandole il viso. I suoi occhi verdi sono più intensi, più intelligenti. Indossa una maglione leggero che le copre solo in parte le cosce magre e un paio di calzettoni lunghi e spessi.

-Ciao, sono Zack. Ti ricordi di me?- le chiedo dubbioso. Sarah mi fissa con sguardo accusatorio come se l'avessi interrotta mentre faceva qualcosa di importante. 
-Certo che mi ricordo!- sorride e mi abbraccia come si fa con un amico che non si vede da tempo. Ho sempre avuto una specie di cotta per lei fin da bambino, giocavamo assieme ed eravamo molto legati. Ci sediamo sul grande divano del soggiorno e il forte odore di legno che ha sempre caratterizzato questa casa mi colpisce, riportandomi indietro nel tempo. 

Sarah è seduta sull'altalena del giardino sul retro, dondola lentamente come se non avesse voglia di spingersi per andare più in alto. Io sto correndo dietro ad una piccola lucertola che cerca il sole. 
-Zacky- mi chiama con la sua vocina.        -Vieni, ti insegno come ci si spinge, vuoi?- mi chiede scendendo dall'altalena.
-Siiiii- le corro incontro tutto contento, salto sull'altalena e quasi rischio di cadere ma Sarah mi tiene.  Poi, passo per passo, mi spiega come bisogna fare per arrivare sempre più in alto. Quando raggiungo un certa altezza inizio a ridere come un pazzo guardando le foglie degli alberi sempre più da vicino. 

Sento l'inconfondibile risata della piccola Sarah riecheggiarmi nella mente e questo ricordo mi disegna sulle labbra un sorriso, un misto di felicità e nostalgia. 
-Allora, che fai nella vita adesso? Sei diventato un astronauta come sognavi?- ride di gusto guardandomi negli occhi. Ridiamo entrambi. Non c'è imbarazzo, solo un rispetto reciproco, un confrontarsi dopo anni, un controllare che le tacite promesse reciproche siano state mantenute. 
-Purtroppo no, per ora viaggio per il mondo vendendo le mie fotografie alle gallerie d'arte. Lo ammetto, anche grazie a mia mamma. E tu?- domando a mia volta. Non so cosa aspettarmi, da un lato mi sembra di non conoscerla mentre dall'altro mi è familiare. 
-Per ora mi godo il fatto di essere tornata qui, mi mancava questo posto.- ribatte con un piccolo sorriso.
-Tu mi mancavi.- sussurro senza pensarci. Zitto, sta' zitto.
-Anche tu.- mormora dopo un attimo di silenzio. Mi allungo verso di lei per baciarla. Quasi mi aspetto che lei si tiri indietro, ma non lo fa: resta ferma e poi si avvicina a me, venendomi incontro. Ci baciamo con dolcezza proprio come avevo desiderato per anni. Sarah è la prima a staccarsi, si schiarisce la voce.
-Dovresti andare.- dice alzandosi e andando verso la porta. 
-Cosa? Ma che stai dicendo?- Sono stupito, non capisco perchè improvvisamente ha cambiato umore. Lei mi spinge fuori e chiude la porta subito dopo. Non so  né cosa pensare né cosa fare, così me ne torno a casa, infilo le cuffiette ed ascolto un po' di musica.  



JESSICA'S POV

-sei giorni dopo-

Tra poco arriva Nathan ed io sto cercando qualcosa da mettere anche se risulta abbastanza difficile dato che non ho idea di dove voglia portarmi. Ha detto che vuole farmi una sorpresa, non si è lasciato sfuggire niente, nessun particolare o qualcosa che potesse aiutarmi a capirne di più. Alla fine decido di vestirmi quasi come ogni giorno: jeans neri, maglioncino azzurro e scarponcini. Sento il trillo del mio cellulare, Nathan mi ha inviato un messaggio per dirmi che è arrivato. Mi infilo il cappotto leggero ed esco.

Tra le tue bracciaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora