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JESSICA'S POV

Oggi è il grande giorno, oggi arriva Beth. Mi ha detto che dovrebbe arrivare nel pomeriggio e, mentre vado a scuola, penso a quanto sarà cambiata negli anni. Appena uscita da scuola andrò subito a casa sua ad aspettarla.

Per quanto riguarda Nathan, ogni tanto ci incrociamo per i corridoi della scuola ma non ci parliamo. A dire la verità lui ha provato a parlarmi ma o faccio finta di non sentirlo oppure ho le cuffiette. Vorrei che riuscissimo a tornare almeno amici anche se vorrei qualcosa di più. Il punto è che se voglio che le cose tornino come prima, dovrei parlargli ma sono troppo orgogliosa per farlo. Quando si tratta di me vince sempre l'orgoglio, a costo di perdere le persone a cui tengo di più al mondo. E' sempre stato così e, a dirla tutta, non mi va più bene quindi inizierò parlando con Nathan. Magari oggi stesso. Sì, oggi parlerò con lui.

Le ore di lezione passano veloci e, come sempre, presto attenzione solo a letteratura inglese e a greco. Nathan ed io non siamo più vicini di banco così devo aspettare che suoni la campanella per parlargli.
Aspetto che tutti gli altri escano dall'aula e mi avvicino a lui che, appena mi vede, mi rivolge uno sguardo sorpreso. E' la prima volta che metto da parte l'orgoglio per non perdere una persona importante.

-Ehi- dico titubante fissando il pavimento.
-Oh alla fine ti sei decisa- dice strafottente. Ma che diavolo gli prende? Mi sto già pentendo della mia scelta ma mi trattengo dall'andarmene. Sono venuta qui per un motivo e non intendo stare al suo gioco.
-Sì, lo so mi sono comportata da stronza ma cerca di capire...mi hai spiazzata completamente. Insomma non ho mai pensato che ti potessi interessare in quel senso, non che mi dispiaccia...oddio è meglio che smetta di parlare...-dico imbarazzata. Non so nemmeno quello che sto dicendo e credo di star peggiorando ancora di più le cose. Nathan sembra accorgersi del mio stato d'animo e mi salva dell'ennesima figuraccia.
-Ascolta, non ti dirò bugie, non ora. Dalla prima volta che ti ho vista non ho desiderato altro che poterti conoscere e poterti baciare. L'ho capito subito, ho capito subito che avrei perso la testa per te, ed è successo. Ho cercato di essere solamente tuo amico ma è stato davvero difficile, poi quella sera eri così bella mentre ridevi e non ho resistito. Non so se provi le stesse cose...-Adesso il suo tono è dolce ma allo stesso tempo cauto. Prima che possa aggiungere altro mi avvicino ancora di più a lui e lo bacio. Se solo riuscisse minimamente a capire quanto la mia vita sia cambiata da quando è entrato per la prima volta in quell'aula. Prima non avevo quasi voglia di parlare con nessuno, odiavo tutti e non mi fidavo nemmeno di me stessa. Ora sono cambiata, non sto dicendo che adesso mi fido della prima persona che passa ma di qualcuno ci riesco. Mi fido di lui ad esempio, so che non mi farà mai del male soprattutto psicologico.

Nathan si scosta un po' e incastra il suo sguardo nel mio, poi un sorriso gli dipinge il volto.
-Sì, provo le stesse cose- sussurro sorridendo a mia volta e lui mi bacia di nuovo. Nessuno mi ha mai baciata in questo modo, è qualcosa di fantastico. E' quasi come se fossi nata per vivere questo momento. In un istante mi sembra che la mia vita fino ad oggi non abbia avuto senso, in fondo lo sapevo ma non ero pronta ad accettare di aver vissuto diciotto anni quasi per niente. Si certo, ho passato dei giorni fantastici con la mia famiglia quand'ero piccola ma da quando mio padre è morto ho smesso di vivere anche io. Le uniche cose che mi fanno sentire viva sono la musica e i graffiti perchè entrambe rimarranno in eterno mentre io svanirò e nessuno si ricorderà di me.

Nat ed io usciamo dalla scuola tenendoci per mano e, anche se penso che sia un gesto troppo comune, mi piace. Le nostre mani intrecciate mi fanno sentire forte e mi fanno capire che adesso non sono sola contro il mondo, non più.
-Dove andiamo?- chiede mentre saliamo sul mio furgoncino.
-Voglio farti conoscere una persona che non vedo da molti anni.- dico per tenerlo sulle spine fino a quando non arriveremo.
-Mi devo preoccupare?- ride lui.
-Forse...- ribatto con tono misterioso ma poi scoppio a ridere anch'io.
-Dovresti farlo più spesso.-
-Fare che cosa?- chiedo tornando seria.
-Ridere. Dovresti ridere più spesso, sei così bella...- risponde voltandosi per guardarmi. E' tutto così nuovo per me, non ho mai pensato che qualcuno potesse dirmi qualcosa di dolce. Sono sempre stata una di quelle ragazze che guardano le coppie felici e pensa che a lei non capiterà mai la stessa cosa che vede. Con l'unico ragazzo che ho avuto, oltre a James, era come se non stessimo insieme: non ci tenevamo per mano, non ci baciavamo e non ci dicevamo frasi dolci l'un l'altra. Era completamente diverso da Nat: biondo, occhi azzurri e sempre vestito elegante, il classico primo della classe.

Arriviamo davanti a casa di Beth e ci sediamo sugli scalini del portico: Nat mi passa un braccio sulle spalle e io mi appoggio al suo petto ascoltando il suo respiro.
-Allora, chi devo conoscere?- chiede in tono divertito, spezzando il silenzio.
-Abbi pazienza- rispondo ridendo e lui alza le mani in segno di resa.

Qualche minuto dopo un furgone dei traslochi si ferma davanti a noi e Beth scende quasi al volo. Corro ad abbracciarla e subito risento il suo profumo di mandorle. Porta i capelli rossi raccorti in un chignon e indossa un cappotto verde militare. Le lentiggini che aveva da bambina quasi non si vedono.

-Mio dio, mi sei mancata tantissimo.- dice stringendomi più forte.
-Anche tu. Dai, raccontami tutto. Tutto, intesi?- ribatto mentre ci dirigiamo verso la porta di casa.
-Oh, e tu saresti?- chiede Beth a Nathan che intanto si è alzato in piedi. Lui mi guarda e sembra imbarazzato così gli vado in soccorso.
-Elizabeth ti presento Nathan, il mio ragazzo. Nat ti presento Beth, la mia migliore amica.- I due si salutano e poi proseguiamo verso l'entrata. E' così strano dire "il mio ragazzo"...

E' un giorno perfetto, finalmente ho chiarito e sistemato le cose con Nat, Beth è tornata dopo tanti anni e finalmente sono riuscita ad uscire almeno in parte dal bozzolo che avevo creato alla morte di mio padre.

Entriamo in casa e mi sembra di fare un tuffo nel passato, è tutto assolutamente uguale a come lo ricordavo: la scala in legno che porta al piano di sopra, i mobili scuri che contrastano con il pavimento chiaro e il forte odore di legno che ho sempre amato.

-Allora, raccontami. Com'è Chicago? Voglio sapere tutto.- dico mentre i genitori di Beth entrano con alcuni scatoloni del trasloco.
-Signorina, potresti anche darci una mano.- la interrompe suo padre. Beth gli sbuffa dietro e alza gli occhi al cielo.
-Scusa Jess, forse è meglio che tu vada. Ci vediamo domani- dice abbracciandomi.
-Tranquilla, goditi il ritorno e non preoccuparti per me.- ricambio l'abbraccio prima di uscire di casa.
-Ah si, mia sorella arriva domani sera- mi urla dietro Beth. Perfetto, domani c'è la festa.

Nat ed io torniamo a casa mia. È rimasto in silenzio per tutto il tempo, non vorrei che qualcosa l'avesse turbato. È così strano "uscire" con lui. A pensarci bene non ci siamo mai dati un vero e proprio appuntamento, se non come amici.

-Va tutto bene?- chiedo dirigendomi in cucina per cercare qualcosa da mangiare per entrambi. Ho una gran fame dato che non ho mangiato tutto il giorno.
-Si si, tranquilla. Ero solo sovrappensiero.- dice abbracciandomi da dietro. Lo ammetto, stare tra le sue braccia è la sensazione più bella del mondo. È come se mi facesse sentire parte di qualcosa di vero finalmente. Mi volto per baciarlo dimenticandomi completamente dei sandwich che stavo preparando. Devo alzarmi sulle punte per riuscirci, così lui mi solleva e io gli allaccio le gambe intorno alla vita. Dio è tutto così perfetto. Mi sento di nuovo viva, sento che adesso posso riuscire in tutto ciò che ho progettato fin da bambina, mi sento forte. Ora posso farcela, posso superare definitivamente la morte di mio padre anche se dentro mi resterà un vuoto incolmabile.

Tra le tue bracciaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora