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Questa notte non ho avuto incubi ma, anzi, ho dormito benissimo. Lentamente apro gli occhi e mi accorgo che Nat non è più di fianco a me, ieri sera ci siamo addormentati abbracciati. Ha detto a sua mamma che dormiva da un amico, anche se non so bene perchè.
 Mi dirigo verso il bagno per prepararmi: mi getto un po' d'acqua fredda sul viso, mi spazzolo i capelli e torno in camera per vestirmi. Indosso un paio di jeans neri, un maglione lungo grigio che mi lascia una spalla scoperta e un paio di scarponi Dr. Martens. Scendo le scale e vado in cucina. Nat è impegnato ai fornelli e, appena mi sente arrivare, si volta e mi viene in contro porgendomi una tazza di caffè caldo.
-Buongiorno.- mi sorride abbassandosi leggermente per stamparmi un bacio sulle labbra. E' decisamente un 'buongiorno'.  
-Buondì, dormito bene?- chiedo sedendomi e sorseggiando il caffè. L'ha fatto proprio come piace a me. 

-Sì, certo. Tu?- sorride passandomi un piatto con dei pancakes e sedendosi accanto a me. E' da tantissimo tempo che non faccio colazione perchè sono sempre sola, ma è bello riprendere vecchie abitudini che avevo trascurato. Ad un tratto la porta di casa si apre e mio fratello entra portando un enorme scatolone. Oddio, non gli ho mai parlato di Nathan...

-Hey, sorellina. Ho un regalo per te.- dice in tono allegro appoggiando lo scatolone in salotto. 
-Cos'è? Dimmelo- esclamo raggiungendolo. Zack non ha mai sbagliato, per esempio ad ogni compleanno il regalo più bello è sempre il suo. 
-Aprilo dai.- mi risponde con un sorrisetto. Non me lo faccio ripetere due volte e mi fiondo sulla scatola. Non vedo l'ora di sapere cos'è. Sono talmente concentrata sul nastro che chiude i suoi lati che quasi non mi accorgo che Nat ci ha raggiunti in soggiorno.   

-Hey, piacere, Nathan- dice dando la mano a mio fratello.
-Zack.- ribatte freddo lui. -Jess?- mi chiama poi. 
-Dimmi- rispondo con un sorriso stampato sul viso. Spero che non si arrabbi perchè non gli ho detto che ho il ragazzo, anche se tecnicamente non ho avuto occasione di farlo.
-Chi sarebbe questo Nathan?- chiede ancora senza minimamente preoccuparsi che lui sia lì. 
-Beh, è il mio ragazzo.-dico spostando lo sguardo da Zack a Nat, che sorride. Mi volto e continuo ad armeggiare con lo scatolone. Quando riesco ad aprirlo, i miei occhi si illuminano: è un orso di peluche gigante. Ridendo come una bambina, corro a ringraziare mio fratello con un abbraccio. Dopo qualche istante lui si scosta e mi trascina in cucina, lontano da Nathan. Mi guarda dalla testa ai piedi con sguardo severo, così, prima che inizi a farmi una ramanzina, lo precedo.

-Scusa se non ti ho mai parlato di Nat.- prendo un respiro profondo prima di proseguire. -Lo so che non ti fidi di lui, e lo capisco ma devi credermi, è un bravo ragazzo. Mi è rimasto accanto quando tu eri in ospedale e dal quel momento abbiamo iniziato a legare tanto fino a quando ci siamo baciati.- concludo imbarazzata guardando  il pavimento. 
-Sorellina, va tutto bene. Ormai sei abbastanza grande per cavartela da sola per queste situazioni, giusto? Quindi non mi metterò tra di voi, a meno che non ti faccia del male, in tal caso gli spaccherei la faccia.- risponde. Rido immaginando la scena di loro due che fanno a botte, anche se so benissimo che è terribilmente serio. 
-Oh tranquillo, se mi farà del male ci penserò io...- dico con un sorrisetto. Zack capisce cosa intendo e annuisce.
-Sarà meglio che andiate a scuola prima di fare tardi.- dice stampandomi un bacio sulla guancia.
-Ah si, quasi dimenticavo. Questa sera c'è la festa per Beth e sua sorella Sarah, da Paul. - gli ricordo.
Torno in soggiorno, afferro lo zaino, prendo per mano Nathan e insieme ci avviamo a scuola. 

-Quindi, che ti ha detto?- chiede nervoso. Mi volto per guardarlo ma lui fissa la strada davanti a noi. Direi che ha quasi paura di mio fratello e questo pensiero mi fa sorridere. 
-Non preoccuparti, è tutto sistemato. A quanto pare pensa che io sia abbastanza grande per cavarmela in questo genere di cose. - rispondo guardando a mia volta la strada. Nathan si rilassa un pochino e fa scivolare la sua mano sulla mia appoggiata sul cambio. Non dice una parola fino a scuola e sento quasi i pensieri che si affollano nella sua mente. Lo tiro indietro prima di entrare in aula e ne cerco una libera. 

Tra le tue bracciaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora