Pov. Alexandra
Quel cavolo di schizzo è dunque nelle mani di quel tizio.
Favoloso.
Mentre sono ancora in biblioteca a scervellarmi per trovare una maniera per recuperarlo senza che se ne accorga, il mio cellulare comincia a vibrare.
- Sì, ma'?
- Ciao Alex, senti verresti subito a casa?
- Ho ancora lezione.
- Ho già avvisato la scuola che stai per tornare, quindi per favore raggiungimi qui a casa.
Cosa sarà successo?
- Okay, va bene, arrivo subito.
- Bene, ti aspetto.
- Ma'? - chiesi esitante.
- Sì?
- È qualcosa di grave?
Lei rimane in silenzio.
Dopo un po' aggiunge:- Tu vieni a casa, poi ti dico.Lascio subito la scuola e mi metto a correre verso casa, dato che così faccio prima.
Una volta arrivata, supero il cancello nero e attraverso velocemente il giadino in fiore.
Una volta entrata, vado in salotto e vedo degli scatoloni in un angolo e mia madre tutta intenta a pienarne uno con dei libri.
Non sapevo avremmo cambiato libreria...
Non appena mi vede, si ferma. Mia madre è la donna più forte che conosca: ho ereditato i suoi capelli scuri e il carattere forte, ma lei è molto vivace e amichevole, al contrario di me.
- Oh, sei già qui? Hai preso il bus?
- No, sono venuta a piedi.
Mi sorride sapendo già che adoro far passeggiate e correre, invece che entrare in un unico, enorme e affollato mezzo di trasporto.
- Che stai facendo ma'? Non ero a conoscenza di un cambiamento di mobili... - le chiedo mentre lancio lo zaino sul divano opposto a quello su cui mi sono buttata.
Lei abbassa subito lo sguardo a terra:- Tesoro, ascolta.
Mi metto seduta a gambe incrociate e la guardo, notando che il suo solito sguardo luminoso è turbato.
Fa un gran sospiro e continua:- Sai ieri ho parlato con tuo padre...
I miei occhi fecero in tempo a spalancarsi che urlai:- Cosa?!
Lei sospirò:- Sapevo ti saresti arrabbiata... ma lui ha chiamato per invitarti...
- Non mi importa un bel niente di lui, di qualunque cosa si tratti, digli di no. Poi, scusa, ma perché gli risposto?
I miei genitori si erano separati da quando io andavo in prima media, ma non mi ha fatto male, anzi, non avrei sopportato di star nella stessa casa con uno sporco traditore come lui.
- Tesoro, si sta risposando.
Am... cosa?
Il mio cervello si prende una vacanza per le Hawaii per qualche secondo, in cui fisso senza dir niente mia madre.
- Vuole che tu sia la damigella d'onore della sua fidanzata.
Mi sfugge una risata ironica, poi mi faccio seria:- Che se lo scordi.
Lei pare essersi sollevata un peso dal cuore, infatti mi sorride, però mi sembra ancora turbata.
Alzo gli occhi al cielo:- È per caso risuscitato anche Gesù?
Lei accenna una risata, ma la interrompe subito dopo:- Alexandra...
Brutto segno...
- Loro si trasferiranno in questa zona della città perché la fidanzata ha trovato un lavoro qui nelle vicinanze e...
Hahahaha, cosa?! Non è possibile, non voglio rischiare di incontrare quell'uomo e la sua nuova fidanzata in giro e tantomeno voglio che mia madre li incontri...
Aspetta...
Comincio finalmente a collegare tutte le informazioni tra loro e giungo alla conclusione scioccante che sarebbe dovuta essere la notizia finale che mamma mi avrebbe dato:- Ci stiamo trasferendo, vero?
Mamma mi guarda stupita ma poi sorride debolmente:- Sei sempre stata astuta, tesoro... Sì, ma ti assicuro che non è lontano...
Un ansia pazzesca comincia a invadermi, tanto da non ascoltare più la mamma. La saluto velocemente ed esco, dirigendomi verso i boschi, lanciata in una corsa sfrenata, con lo zaino sulle spalle.Raggiungo finalmente la zona verde tanto attesa e comincio a inoltrarmi tra gli alberi. La nostra città è a stretto contatto con una zona verde che si collega a un bosco, infatti la città ha inglobato questo parco naturale al suo interno, rendendolo un posto perfetto per passeggiate o pic-nic.
Supero le zone più accessibili e rallento il passo. Accendo la musica e mi infilo le auricolari, percorrendo sentieri immaginari, memorizzati nella mia testa.Pini verdi e profumati sono i miei punti di riferimento, tra quei vari generi di alberi; nessuno arriva fin qua su, sarebbe troppo complicato e questo mi permette la riservatezza che cerco.
Gli scoiattoli si nascondono quando passo, per poi rispuntare curiosi quando mi sono allontanata.
Il terreno comincia a inclinarsi sempre più, finché, superato l'ultimo pino davanti a me, la vedo.
Dopo aver percorso la mia solita strada verso la tranquillità, giungo alla mia panchina.Salve a tutti! Ecco che finalmente ho pubblicato il successivo capitolo.
Come sempre, perdonatemi gli errori che mi sfuggono, ma aimè sono animata dalla passione della scrittura (?) che quando comincio... beh scrivo e basta. Poi se sbaglio a scrivere... me la dovrò vedere con me stessa ×~×
Grazie ancora per chi segue la mia storia e... che dire, alla prossima!
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Quella fatidica panchina
RomanceQuando voleva allontanarsi dal caos della città, dalle persone superficiali e immergersi totalmente in sé stessa, bastava che si dirigesse verso il bosco lì vicino, immenso e vivo come nessuna persona poteva essere, silenziosa come solo la natura po...