Perché stai con me.

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Pov. Caleb

È finalmente cominciata l'estate e il primo anno di università è superato.
Io ed Alexandra frequentiamo la stessa università e anche se seguiamo corsi diversi, abbiamo gli stessi orari.

Alexandra è leggermente più calma e rilassata quando siamo insieme; certo non posso mettermi a baciarla quando voglio, ma almeno posso stare con lei senza rischiare di morire.

- Hey.
Mi volto verso la ragazza che mi sta venendo incontro: Alex, con i capelli raccolti distrattamente e dei libri in mano.

È sempre più bella...

Le sorrido:- Hey.
- Come va?
- Ora decisamente meglio.
Lei alza gli occhi al cielo dopo avermi guardato sbuffando.

- Ragazzi! Aspettateci!
Ci voltiamo verso la castana, che sta saltellando verso di noi aggrappata a Mark. I due ci hanno trascinato più volte in uscite a quattro, che Alexandra ostina a chiamare "uscita tra amici", facendo irritare Caroline, la quale vuole convincere la mia ragazza a comportarsi più da... beh, "mia ragazza".

Saluto i due, che si uniscono a noi per andare a mangiare qualcosa al parco.

Ci sediamo sull'erba fresca, coperti dall'ombra di un albero.
- Iniziati i compiti, ragazzi? - chiede Mark.
Rispondiamo tutti un distratto "sì", mentre ci concentriamo sul cibo, eccezion fatta per Caroline:- Non parliamo di scuola! Allora Caleb, che vuoi fare per il tuo compleanno?

- Niente di che, credo che vi inviterò a cena fuori e poi maratona film.
- Eh?! Non fai niente da solo con Alex?
Ridacchio, sentendo sbuffare la mia ragazza:- Certo che sì: dedicherò tutto il resto del tempo a lei.

Lei mi lancia un'occhiata fredda:- Dovresti festeggiare anche con i tuoi.

Mangio il mio panino, mentre dico noncurante:- Loro saranno via anche quel giorno, quindi sono libero.

In un certo senso mi dispiace non poter festeggiare con i miei, ma è ormai da troppo tempo che non lo faccio e la cosa non mi rattristisce più di tanto; la situazione è migliorata ora che c'è Alexandra e penso  che non sarà male passare la giornata con la la mia ragazza.

- Meglio! Potrete divertirvi - dice Caroline con una faccia perversa.

Alexandra sbuffa:- Vedi di frenare la fantasia, Carol.

- Non organizzi una festa, quindi? - chiede Caroline ignorando completamente il commento di Alexandra.

- No, preferisco passare il tempo con le poche persone con cui vorrei festeggiare, che con un centinaio di persone che nemmeno conosco.

E così passò il pomeriggio, in parole, scherzi e risate.

Come sempre Alexandra ci lasciò verso le sei meno un quarto.
- Caroline, hai idea di dove vada Alexandra tutti i giorni?
- Sì, me l'ha detto, però temo di non potertelo dire. Sappi comunque che non ti sta tradendo o cose simili - disse in modo sicuro.

Me ne parlerà mai?

Pov. Alexandra

Dopo aver finito la solita routine delle sei di pomeriggio, andai a casa.
Mi manca poco e finisco il regalo di Caleb... spero soltanto di averlo fatto bene.

Nate si faceva ancora vedere, ma aveva smesso già da un po' con il provarci con me, dato che comunque ci teneva alle sue parti basse.

- Ma', sono a casa.
- Sono in camera! La cena è in tavola!
- Grazie.

Riscaldo la lasagna ormai fredda, mentre prendo il regalo di Caleb, dato che devo finirlo. Ormai manca poco e avrò terminato, un altro paio di ore e sarò a posto. Caroline e Ian hanno preso una cornice enorme in cui metteranno una foto scattata l'ultimo giorno di scuola, in cui ci siamo noi quattro ancora vestiti per la cerimonia; sui bordi della cornice in legno bianco, hanno fatto incidere delle parole chiave che ricorderanno a Caleb tutti i momenti migliori vissuti insieme.

Prendo il cellulare dalla borsa dopo aver sentito la notifica di un messaggio, mangiando intanto quel ben di Dio.

È Caleb.

Messaggio di Caleb:

Hey, finito per oggi?

Messaggio di Alexandra:

Sì. Cenato?

Messaggio di Caleb:

Sto cenando. Tu?

Messaggio di Alexandra:

Anche io.

Messaggio di Caleb:

Possiamo vederci?

Sorrido, lanciando poi un'occhiata all'orologio e mandando una riposta affermativa.

Una volta cenato, afferro un cardigan scuro, la borsa e, dopo aver lasciato un post-it sul tavolo, esco per andare da Caleb. Tiro fuori la torcia, che ha ormai un posto assicurato nella mia borsa, mentre Caleb si arrangia con il cellulare per raggiungere quello che un tempo era il posto che nessuno conosceva, a parte me.
Lui è come telepatico, perché me lo ritrovo seduto sulla panchina tutte le volte che ci vado.

Magari perché anche lui adora quel posto? Ok, forse non è esattamente il tipo di persona che se ne sta in un posto isolato e da solo... non è certo come me. Quindi ci va a caso sperando che io sia già lì? Ahhh, che rabbia che mi fa...

Dopo aver fatto spaventare almeno una trentina di poveri animaletti che erano già a letto, intravedo la panchina in lontananza e Caleb già comodamente seduto, con tanto di bibita.

Vuole anche una tv, con un bel film e magari popcorn?

Mi avvicino annoiata e mi fermo davanti a lui con le braccia conserte. Lui sorride e tira fuori dallo zaino una lattina anche per me.

Alzo gli occhi al cielo e mi siedo sotto l'albero dietro alla panchina, dopo aver strappato dalle mani di Caleb la lattina.

Mi raggiunge ancora sorridente e si corica sull'erba fresca, di fianco a me.

- Sempre felice e sorridente, eh? - dico al quanto stizzita.
- Nah, solo con te.

Sbuffo, cercando di non badare al fastidio che provo all'altezza dello stomaco:- Il solito. Piuttosto, cosa pensi di fare per il tuo compleanno?

- Oh, qui qualcuno non ascolta le persone mentre parlano...

Volto la testa dalla parte opposta, per poi appoggiare il mento sulle ginocchia piegate:- Certo che ho sentito, cretino; io intendevo... durante il giorno...

Lo sento sorride:- Intendi con te?

Sbuffo:- Che ne so! Se hai intenzione di starmi tra i piedi tutto il giorno, allora intendevo quello. Dovrei almeno sapere se pianificare una fuga o meno.

Ridacchia:- Vedrai.

Mi mordo l'interno guancia:- Alla mattina non potrò essere subito da te, ci vediamo alla gelateria preferita di Carol verso le dieci, ok?

Piega la testa all'indietro, così da vedermi:- Già deciso tutto, eh?

Faccio spallucce, sorridendo innocente e appoggiandomi sui gomiti, avvicinando il viso al suo:- Ovviamente.
- Passerai però il resto del giorno con me?

Gli sorrido debolmente, capendo finalmente perché vuole passare il giorno con me: oltre al fatto che io sia la sua ragazza, lui è da solo e festeggiare il proprio compleanno da soli è un duro colpo da sopportare... chissà quante volte si sarà ritrovato da solo...
- Salvo problemi improvvisi, direi sì.

Socchiude gli occhi:- Grazie...
- Perchè?

Allunga la mano verso di me:- Perché stai con me.

Da da daaaan!
Salve popolo, scusatemi per il ritardo, ma capitemi, dato che tutti conoscete il problema "scuola".
Buona lettura e spero vivamente che vi piaccia.

Quella fatidica panchinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora