Pov. Alexandra
Dovrei sapere ciò che provo? Dovrei pensarci?
Mi scompiglio i capelli con le mani, cercando di scacciare quei pensieri per l'ennesima volta e mi riconcentro sui libri.
Tra poco avrò gli esami e poi finalmente una pausa.Tra un'ora sarò da Caroline, dato che ha bisogno di una mano in matematica.
Mamma ormai ha conosciuto i suoi genitori, persone gentili e comprensive, poi Croline ha fatto colpo su di lei, con quel suo comportamento folle.
Devo ammettere che la foto di mamma quando ha visto la sua dimora, mi strappa sempre una risata, così la custodisco al sicuro da lei, sempre pronta ad eliminarla.Avendo ancora tempo, prendo le mie cose e mi dirigo, con un ghiacciolo all'amarena, alla panchina, divenuta ormai il posto perfetto per i ripassi.
Mentre ripassavo storia, camminavo senza nemmeno guardarmi davanti, ormai sicura di ogni passo da compiere.È da quasi un mese che non vedo Caleb, ma questo perché lui è a Londra per non so quale evento importante in cui la sua famiglia è stata invitata.
Mark mi ha portato i suoi saluti.
Da quel giorno, in discoteca, non ho fatto il possibile per vederlo, anzi, l'ho completamente evitato. Di fatto non ci siamo nemmeno parlati da allora... sempre se mi abbia mai visto, ogni volta che lo vedevo facevo retromarcia e via!Pieno i polmoni di quella profumata aria che aleggia in questo bosco.
Pur essendo estate, qui, seduta sulla mia panchina, non sento caldo: un fresco vento soffia leggero verso la mia direzione, mentre gli alberi, con le loro ombre mutevoli, mi fanno ombra, poi il ghiacciolo aiuta a rinfrescare.Ripasso i restanti capitoli di storia, per poi passare a letteratura.
Una folata di vento fa volare via il mio foglio degli appunti, ma fortunatamente non è forte, peccato solo che venga afferrato da qualcun'altro.
Socchiudo gli occhi osservando Caleb che legge il foglio appena preso:- Letteratura?
- Perspicace.Mi risiedo sulla panchina e raccolgo le mie cose.
Mi tiro tipo cento manate in faccia mentalmente: non l'ho sentito arrivare, eppure ci sono tanti rami da schiacciare, tante foglie da far frusciare, ma no, io ovviamente non lo sento arrivare.Lo sento avvicinarsi da dietro e porgermi il foglio, mettendomelo proprio davanti alla faccia.
Con la coda dell'occhio lo vedo appoggiare i gomiti sulla panchina, mentre aspetta che prenda il foglio, cosa che faccio bruscamente, facendo nascere una leggera risata a Caleb.
Perché deve ridere per tutto?
Lo percepisco dietro di me. Da quando è così alto??
- Sono così divertente, eh?
- Sì, la mia fonte di felicità - dice sussurrando al mio orecchio.
Sento la faccia andare a fuoco, così comeil mio battito cardiaco andare a un numero ormai incontabile.
Pompieri! Aiuto!Lo sento prendere in mano una ciocca dei miei capelli:- Da quando hai i capelli lisci?
Sollevo un sopracciglio, ripensando ai miei capelli lisci:- Da quando Caroline McFiury è diventata la mia migliore amica.
Ancora, ancora quella risata...
Pov. Caleb
È da tanto che non vedo Alexandra, ma ciò non vuol dire che l'ho dimenticata. Sono anche dovuto partire per Londra all'improvviso e spero soltanto che Mark le abbia portato i miei saluti.
Ho chiesto a Mark di chiedere alla sua ragazza, Caroline, di darmi il suo numero.Messaggio Caleb:
Hey Alexandra, sono Caleb... ecco io vorrei vederti, per parlare chiaramente una volta per tutte e dirti ciò che mi tengo dentro da un po'...
Indugio con il pollice sul tasto invia, sospiro.
Salvato nelle bozze.
È ormai uno dei tanti che ho salvato, senza mai inviarne uno.
Mi chiedo se lei ogni tanto si ricordi di me...
Esco, camminando sovrappensiero, ritrovandomi ad andare verso la panchina nel bosco.
Prima speravo di incontrarla lì, così ci andavo quasi sempre, ma poi ho smesso, sapendo che probabilmente Alexandra sospettava ciò e di conseguenza non si presentava appositamente.Oggi ci torno dopo due settimane.
Superato l'ultimo albero, vengo accolto da un foglio in faccia.
Lo allontanano e riconisco la scrittura di Alexandra.
È qui.Incrocio il suo sguardo, che è sorpreso tanto quanto irritato.
Ha i capelli lisci...Hmm... ragazza interessante, come sempre.
Dopo aver azzeccato la meteria a cui appartenevano gli appunti, lei si siede, dandomi così le spalle.
Sorrido istintivamente e mi appoggio alla panchina dietro di lei e mentre mi chiede, irritata se la trovo così divertente, mi lascio sfuggire una risposa troppo sincera:- Sì, la mia fonte di felicità.
Le prendo in mano i capelli, chiedendoli perché li ha lisci; i suoi capelli mi piacevano.
Come c'era da aspetarsi, è stata Caroline.Non posso non ridere, sentendo la sua risposta, ma di punto in bianco lei mi interrompe:- Io non capisco se la tua risata mi fa ridere o incazzare!
Quanto posso adorare questa ragazza? Riesce sempre a farmi compararire un sorriso...
Ha un ghiacciolo in mano, così le prendo la mano e porto il ghiacciolo verso di me, per poi mangarne un po':- Hm... amarena, buona.
- Hey, quello era mio - dice mentre strappa la sua mano via dalla mia e finendo il pezzetto di ghiacciolo rimanente, prima che si sciolga.
Mi riavvicino al suo orecchio, mentre cerco di non ridere:- Perché non mi guardi?
Pardon!
So di essere leggermente (?) in ritardo e che è corto, ma il capitolo era più lungo... prima che inavvertitamente lo cancellassi -_-Spero che vi piaccia, buona lettura!
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Quella fatidica panchina
RomanceQuando voleva allontanarsi dal caos della città, dalle persone superficiali e immergersi totalmente in sé stessa, bastava che si dirigesse verso il bosco lì vicino, immenso e vivo come nessuna persona poteva essere, silenziosa come solo la natura po...