I pensieri tornano.

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Pov. Caleb

Si gira.
Vedo i suoi occhi spalancarsi, notando il suo viso a pochi centimetri dal mio.
Non posso farlo...
Ma, dannazione, lo voglio fare.
Abbasso il viso e in un secondo ho le labbra appoggiate alle sue.

Pov. Alexandra

Sento le sue labbra poggiarsi sulle mie prima che posso anche solo verderle.
Sono calde e morbide...
Ma cos... NO.
Cerco di allontanarmi appoggiando le mani sul suo petto, ma lui mi attira più a se...
Perché accidenti...
Sento il suo battito accelerato sotto il mio palmo, che quasi quasi raggiunge la velocità del mio.
Prima che potessi pensare a qualcosa o fare qualcosa, lui si allontana.
- Io ho sonno - dice come se non fosse successo ciò che è successo...
Mi lascia la coperta e torna in camera.
Rimango lì immobile.
Ma come si è permesso...
Mi porto il dorso della mano alle labbra, dove sento ancora la pressione che c'era poco fa.
Passo sulle labbra la lingua involontariamente...
Gemo frustrata, per il sapore intruso, ma interessante che si trova sulle mie labbra.
Accidenti a quel ragazzo... si è rubato il mio primo bacio.

Pov. Caleb

Dopo averla lasciata in cucina, salgo le scale per arrivare poi in camera mia.
Sento ancora il suo dolce sapore sulle labbra.
Mi butto sul letto.
Evidentemente l'ho sorpresa...
Non mi accorgo di quando i miei occhi si chiudono e, quando la mattina seguente mi sveglio, non la trovo più.

È di fatti scomparsa.
Faccio il giro di tutte le stanze, ma non la trovo.
I vestiti che le avevo prestato sono ripiegati e appoggiati su una sedia della cucina, mentre i suoi sono scomparsi.
Mi volto rassegnato verso il frigorifero, ma ci vedo un post-it sopra.
Una calligrafia ordinata ma veloce segna il fogliettino colorato:

Ora che ho il disegno direi che non ho più niente a che fare con te. Per tua fortuna non ci vedremo più, altrimenti te la varei fatta pagare per la cosa che mi hai rubato e che non potrò mai riavere.
Addio (invadente).

Finalmente sbatto le palpebre varie volte.
Che cosa significa che le ho rubato una cosa che non potrà riavere? E soprattutto... Perché ha scritto addio...?
La voglia di andare a scuola è scesa più giù rispetto a prima, mentre un vuoto totale alleggia su di me e la casa, ora vuota.
Suonano al campanello ormai da un po', ma non riesco a muovermi, poi sento Mark:- Hey, topolino, esci dalla tana!
Dopo un po' sento dei rumori strani provenire da dietro di me, dove c'è il salotto, ma non mi volto.
Gli occhi continuano a ripercorrere quelle linee dettate dalla penna, dalla mano e dal cervello della persona che l'ha scritto.
Vedo solo il foglio portatomi via dalle mani, esser afferrato da un biondo che la legge ad alta voce, ironizzando le parole.
- Smettila, Mark. Adesso. E ridammi qui il post-it.
Lui mi guarda, divenuto ora serio.
- È della ragazza del disegno?
Annuisco e riprendo il biglietto. Mi dirigo verso il divano e ci sprofondo dentro. Mentre mi passo la mano tra i capelli, mi fermo, mentre i miei occhi ricadono su quelle parole...
- Cosa è successo? - chiede Mark, sedendosi di fianco a me e leggendo a sua volta il biglietto.
Gli racconto con voce piatta e con la mente lontano, ciò che è accaduto da quando ero giunto alla panchina, in poi.
- E poi l'ho baciata...
- Come, come, scusa??
Sbuffo:- Hai capito benissimo.
- E lei? Ha ricambiato?
Sospiro.
Non l'ha fatto...
- Allora? - mi incita a rispondergli.
- No... È rimasta immobile... e ha cercato di respingermi, solo che poi me ne sono andato io.
- Hehehe, non hai ancora capito il senso di quelle parole, vero? - dice con un sorrisetto furbo da farmi venir voglia di picchiarlo.
Mi limito a guardarlo interrogativo.
Sbuffa:- È stato il suo primo bacio, scemo! È ovvio che non ha ricambiato, probabilmente quella ragazza non sapeva che fare o non se lo aspettava.
Oh. Merda.
Ecco perché... che scemo che sono stato!
Ma...
Le lettere che formano la parola addio, comparirono nella mia testa.
- Mark, sai... grazie a te finalmente ci capisco qualcosa.
- Beh, anche tu sei inesperto in materia. Allora, cosa ti da fastidio?
- Niente, è solo che non capisco perché ha scritto addio...
- Questo non posso saperlo - dice alzando le mani sulla testa.
Sorrido o almeno tento di farnlo:- Hai ragione, andiamo, se no facciamo tardi.

Dopo aver finito il pacchetto di patatine, torno in classe, nonostante l'intervallo non sia finito.
Da allora mi siedo di fianco al posto di Alex, sapendo che tanto non tornerà più, ma ciò che sentii mi fece arrabbiare non poco.
- No, ho sentito che se ne sono andate perché suo padre si sta risposando e verranno a vivere qui.
Mi avvicinai alle due che parlavano dal'altra parte della classe:- Scusate, ma di chi state parlando?
Loro mi guardarono:- Oh, di quella strana e sempre acida, non ricordo se c'era ancora quando sei arrivato.
Non si ricordano nemmeno da quando se n'è andata...
- Intendete dire Alexandra?
- Esatto! Quella lì. Era davvero insopportabile e intrattabile, ha fatto bene ad andarsene.
Mi parve che il sangue nelle mie vene si gelò, per poi riprendere a scorrerre a una velocità inaudita.
Serrai i pugni:- Almeno lei è molto meglio di tutti voi.
Mi volto e torno al posto sotto lo sguardo sbigottito delle due, mentre suonava la fine dell'intervallo.

Pov. Alexandra

Dopo essrmi riimpossessata dei miei vestiti, del il mio disegno e del mio autocontrollo, uscii da quella casa di corsa, dirigendomi verso il bosco.
Supero l'altura dove è posta la mia panchina e, con l'aiuto del cellulare, torno a casa.
Erano appena le sei e mezzo.
Dopo aver visto che il problema di ieri era stato risolto, mi concedo una doccia calda, per poi riprendere a sistemare gli scatoloni.

Verso le dieci e mezza, sento la porta di casa aprirsi.
Mi dirigo lì, trovando mia madre con la spesa che peserà più di lei.
- Ciao ma'.
Le prendo di mano un paio di buste e le porto in cucina.
- Oh, sei già qui... e a quanto vedo da molto tempo - dice vedendo la cucina già sistemata e quel cibo che avevamo portato tutto già sistemato.
- Sì, è che Caleb doveva andare a scuola così me ne sono andata non appena lui si era preparato.
Mi rendo conto di dire molte bugie a mia madre, ma lei è una persona troppo emotiva e non volevo farla preoccupare.

Ormai non mancavano molte stanze da sistemare, dato che le principali erano già tutte a posto.
Mi siedo sul divano.
Non avrei dovuto scrivere che era il mio primo bacio... cioè, non l'ho scritto in modo diretto ma potrebbe sempre arrivarci...
- Alex!
Sussulto mentre mi volto verso mia madre.
- Tesoro, cos'hai? Sei distratta oggi.
Sorrido:- Niente pensavo di uscire a fare un giro.
Lei annuisce:- Però vedi di non tornare tardi.
- Certamente tranquilla.

Passeggiavo tra gli alberi, mentre cercavo di non pensare a ciò che era accaduto.

Ma nonostante i tentavi, i pensieri tornano.

Salve!
Mi rendo conto di cambiare il punto di vista varie volte, ma è necessario per farvi capire ciò che provano i nostri personaggi.

Ora pensavo di fare un pov di Mark, ma ancora non sono sicura, però se voi lo volete fatemelo sapere ;)

Quella fatidica panchinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora