Stai zitto

68 11 10
                                    

Pov. Caleb

- Perché non mi guardi?

La sento irrigidirsi, mentre trattiene il respiro.
Sorrido nuovamente e mi allontano, facendo poi il giro della panchina e sedendomi di fianco a lei.

Anche io ho gli esami a breve, ma fortunatamente a Londra ho avuto molto tempo, per via delle varie feste noiose, così ho avuto modo di studiare e ripassare là, ora mi basterà una riletta il giorno prima e sono a posto.

- Vuoi una mano a studiare?
- Non ne ho bisogno, grazie.
Sorrido:- Immaginavo.

Attimi di silenzio si impadroniscono dello spazio circostante, mentre guardo il paesaggio davanti a me e Alexandea guarda qualcosa di molto interessante dalla parte opposta a cui sono seduto io.

- Alexandra...
- Hm?
- Per caso sei arrabbiata con me?

Una sincera risata invase il silenzio circostante, mentre lei si volta finalmente verso di me.

È destabilizzante vederla ridere, senza pensieri, mentre i suoi occhi finalmente si rischiariscono, mostrando il loro vero colore: non un indistinto nero, ma un castano scuro che ricorda la corteccia di quei alberi pieni di vita.

- Ti pare di avere un occhio nero o un polso rotto? - chiede con un bellissimo sorriso.

Sorrido a mia volta:- Dovrei?

- Hm... - si finge pensierosa, portandosi due dita al mento e agrottando le sopracciglia, il tutto cercando di non ridere. - No, forse no.

Con un sospiro teatrale accompagno la mia esclamazione di sollievo.

Lei si limita a scuotere la testa divertita, mentre appoggia la schiena contro la panchina.

- Sai... - si volta verso di me, alzando un sopracciglio, mentre io contino. - Dovresti ridere spesso.

Lei sbatte un paio di volte le ciglia, mentre distoglie lo sguardo.

- Hai un sorriso che farebbe invidia a chiunque, Alexandra.

- E pensi che me ne importi qualcosa? - chiede assottigliando gli occhi mentre mi guarda.

Gli occhi sono tornati ad essere di un nero spento.

Sorrido debolmente:- Hai ragione... non sei il tipo di ragazza a cui interesserebbe una cosa simile.

Alza gli occhi al cielo:- Sarà bene che vada - aggiunge impassibile.

Fa per alzarsi ma, stupidamente, mentre comincio ad alzarmi a mia volta, la prendo per un braccio, troppo presto rispetto ai miei calcoli, così lei viene strattonata all'indietro e cade... trascinandosi dietro anche me.

Il risultato: due occhi piatti e freddi che ti fissano, mentre una rabbia celata cresce sempre più.
Il complesso? Le mie mani distanti qualche centimetro dalle sue spalle; lei ha ancora una mano lungo il fianco e una sul mio braccio, quando ha cercato di aggrapparsi per non cadere.

- S-scusami...
Lei mi fissa per svariati secondi per poi aggiungere con un sospiro esaperato:- Con te questo è il minimo!

Sorrido:- A quanto pare.
- E il cretino ride anche.

Mi avvicino al suo orecchio e sussurro:- Ma sbaglio o anche tu stai cercando di non ridere?

Pov. Alexandra

- Ma sbaglio o anche tu stai cercando di non ridere?

Stringo i pugni, per evitare una qualsiasi reazione dovuta dalla sua vicinanza.

- E chi può dirlo.
Si allontana di poco mostrandomi i suoi occhi che ridono anche più di lui.

Si avvicina nuovamente, ma stravolta temo che la sua idea non sia quella di sussurrarmi qualcosa.

Quella fatidica panchinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora