Pov. Caleb
La ragazza che ha fatto colpo su Mark, si presenta.
Faccio vagare lo sguardo verso la folla che si muove irregolarmente per il locale, ma vedo una ragazza troppo simile a lei, che non mi fa altro che tornare in mente quelle parole impresse con l'inchiostro su quel foglietto che mi porto testardamente dietro.Perdo la ragazza tra la folla, così comincio a cercarla distrattamente tra le persone lì intorno.
Chissà cosa starà facendo Alexandra... sicuramente si starà divertendo, dimenticatasi ormai di me, ma questa cosa che le ho rubato... devo accertarmi che sia ciò che ha sentenziato Mark.
- Ecco le vostre bir-
Rivolgo lo sguardo verso la fonte di quella voce sicura che ha appena parlato, ritrovandomi perso in due occhi profondi che rispecchiavano i fondali marini, senza un minimo spiraglio di luce, alla perfezione. I suoi occhi si aprono leggermente, le pupille invase da una luce di puro stupore, che rispecchiano la mia probabile reazione.
- A... Alexandra?
La musica sembrava sparita, mentre sentivo un leggero ronzio nelle orecchie.
- Ma che cavolo ci fai qui, Caleb?Lei invece sì che sembra in sé, mentre io... sicuramente non sono in me, dato che non lo sono mai stato da quando ho incontrato questa ragazza così problematica.
- Aspetta, aspetta amico. Lei... È quella Alexandra?! - solo dopo che il mio migliore amico mi ha praticamente urlato contro, mi ricordo della sua presenza e quella di Croline.
Annuisco verso il mio amico, senza staccare gli occhi da Alexandra. Mi mordo l'interno guancia.No, non è un'illusione.
- Oh! E così, cara mia, è lui il tizio a cui pensavi! - dice raggiante Caroline, mentre Alexandra arrossisce leggermente e la fulmina con lo sguardo.
- Su, dai non guardarmi male e siediti. A quanto pare c'è molto da discutere.
Si alza e spinge gentilmente Alexandra verso la poltrona, sedendosi subito a sua volta.
- Così non scappi! - dice sorridendole.
- Come se fosse mia intenzione farlo - ringhia lei minacciosa verso la sua amica.Pov. Alexandra
Sento le mie vene pulsare, nonostante cerchi di stare calma.
Caroline mi ha intrappolata su questo divano ad U, dove ho lei alla mia sinistra e Caleb davanti.Prendo la birra e comincio a sorseggiarla.
Bah.
Caleb tiene lo sguardo abbassato, mentre Caroline e Mark sembrano parlarsi telepaticamente.
- Andiamo a ballare Mark? - chiede Caroline.
Mi giro di scatto verso di lei.Quella...
Lo sta facendo apposta.Lei nota il mio muto implorare negli occhi, ma mi sorride mostrando il pollice alzato, dopodiché sparisce portandosi dietro il biondo.
Ci mancava solo questa.
- Esco a prendere una boccata d'aria.
Mi alzo senza aspettare alcuna sua reazione e mi dirigo verso le porte sul retro.Cammino distrattamente tra gli alberi lì presenti.
Certo che il mondo è proprio piccolo; tra tutte le possibili cose che un ragazzo può fare, a Caleb viene in mente di andare alla stessa festa in cui ci sono io.
Mi siedo su una panchina di pietra lì vicino e osservo il cielo più splendente che mai, grazie alla mancanza di luci artificiali.Mi chiedo se me ne libererò mai...
- Posso?
Guardo dietro di me, da sopra la spalla.
Caleb mi si avvicina.
Guardo prima lui, accigliata, poi sposto lo sguardo su tutte le panchine lì intorno vuote e infine sposto nuovamente lo sguardo su di lui.
Lui sbuffa e si siede lo stesso.
Guardo davanti a me, cercando non di non fargli notare il mio turbamento.- Questo... spiegamelo.
Guardo il pezzetto di carta che mi sta tendendo.
Lo guardo interrogativa, afferrando il foglietto e aprendolo.
Sussulto, ricordando il momento in cui le scrissi.
Sento il viso scottare.- La cosa che ti avrei rubato...
- Niente! Non è niente. Dimenticati di questo e di me, okay?
Prendo il foglietto e lo stropiccio, mentre mi alzo per tornare dentro.- No.
Mi sento prendere per il polso, mentre la mia mano stringe sempre più il foglietto.
Mannaggia a me e alla rabbia del momento. Ero così agitata che non ho pensato lucidamente e ho finito per scrivere delle cavolate.- Era il tuo prima bacio, vero?
Il mio cuore perde un battito per la sorpresa, mentre gli do ancora le spalle.
- Non sono affari tuoi.
Fortunatamente la mia voce non ha vacillato, al contrario della mia sicurezza.
- Lo sono invece.
Faccio un sospiro frustrato, mentre per l'ennesima volta mi ritrovo faccia a faccia con lui:- No, non lo sono e smettila di fissarti con me. Non ci saremmo dovuti nemmeno conoscere! Io mi sarei dovuta trasferire, tu conoscere la tua nuova classe e fine! Non cento un cazzo con te, e tu non centri un cazzo con me!Bene, ora dovrebbe levarsi dai piedi!
Un gruppo di amici ubriachi passa lì vicino e ci lanciano un'occhiata, ridacchiando.
Sbuffo e cerco di liberarmi dalla sua presa, ma ancora una volta mi è impossibile farlo.
Mi trascina lontano dalle persone lì intorno:- Quante volte dovrò farti presente che so camminare da sola?
- Te ne andresti non appena ti lascerei la mano.
Sorrido irritata:- Però, abbiamo un ragazzo perspicace, eh?Arriviamo a un'altra panchina, sempre di pietra, però senza la parte per l'appoggio della schiena.
Si siede, trascinandomi con lui, poi mi lascia il polso.
Si passa una mano tra i capelli:- Riguardo a quello che hai detto prima, forse hai ragione, ma dato che ci siamo conosciuti, che farci?
- Lasciare stare e dimenticare? - propongono speranzosa.
Lui ride, una risata apparentemente come le altre, ma con qualcosa di diverso, che mi fa contorcere qualcosa all'altezza dello stomaco.
Che fastidio...
Una volta che smette, continua a guardare il cielo, con un leggero sorriso sempre presente.Volto la testa dalla parte opposta a dove si trova lui e, mentre il calore saliva fino alle guance, dico in un unico sussurrato sospiro:- Sì, è stato il primo...
Lo sento voltarsi verso di me, ma io non accenno a guardarlo.
Non devo voltarmi, non devo farlo o mi frega di nuovo...- Alexandra...
La sua voce è un sussurro basso vicino al mio orecchio.
No, no e ancora no! Non osare voltarti Alexandra!
Serro gli occhi e cerco di non voltarmi, lottando contro la curiosità di vedere cosa stia facendo.
- Sai... sono felice di averti incontrato.
Trattengo il fiato, mentre mi giro colta di sopresa da una frase del genere.
Merda, non di nuovo...
Il suo viso è a pochi centimetri.
Sorride, vedendo la mia sorpresa e annulla quel pochissimo spazio che ci divideva.Ahem...
Salve!
Che ve ne pare di questa storia?
Direi che le cose si stanno movimentando (finalmente) e vedremo cosa succederà d'ora in poi tra i due.
Spero vi stia piacendo ~.~Scusate se mi sono sfuggiti eventuali errori e buona lettura!
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Quella fatidica panchina
RomanceQuando voleva allontanarsi dal caos della città, dalle persone superficiali e immergersi totalmente in sé stessa, bastava che si dirigesse verso il bosco lì vicino, immenso e vivo come nessuna persona poteva essere, silenziosa come solo la natura po...