Pov. Alexandera
- Disecendenti di nobili? Ora capisco...
Lei si limita a ridere, mentre mi fa cenno di seguirla all'interno.
Percorro le scalinate lucide al punto da far trattenere il passo prima di appoggiarci il piede sopra, arrivando a quello che è l'ingresso. Lì un maggiordomo si avvicina a Caroline:- Signorina, vuole che porti qualcosa a lei e alla sua amica?
- Vediamo... ci porteresti una fetta di torta al cioccolato?
- Certamente, signorina.
Dopo che se n'è andato si gira verso di me:- Spero non rifiuterai una fetta di torta.
Le sorrido:- Vedrò di accontentarmi di una regale fetta di torta.
Attraversiamo l'immenso ingresso ben illuminato, con il pavimento lucido e le pareti color crema tappezzati di quadri.
Uno rappresenta una cascata, dove in basso c'è una bambina che viene schizzata e ride.
- Questi dipinti sono bellissimi.
- Oh, sono tutti di mia madre; lei si diverte un sacco a riportare ciò che abbiamo passato in vacanze o viaggi vari.
I nostri passi echeggiano in questa casa silenziosa.
- Sei da sola in casa, maggiordomi e autisti esclusi?
- Sì, o almeno per ora, dato che i miei sono a Parigi per un ricevimento e mia sorella è a casa di una amica.
Cosa ho fatto per incontrare una così ricca?
- A proposito, chi è questo Caleb che avevi nominato?
- Ah... Ehm, nessuno di importante.
- Da come eri assorta a pensare a lui, non direi.
Stiamo svoltando l'ennesimo corridoio brillante, finché non giungiamo davanti a due battenti in legno color panna.
Caroline apre la porta ed entra noncurante, mentre io non posso non fermarmi all'ingresso per ammirare quella che dovrebbe essere camera sua, ma che mi ricorda più un appartamento per due persone.
Il pavimento è in marmo chiaro, mentre due divani accoglienti neri sono posti proprio davanti all'ingresso, con un tavolino di vetro al centro.
Le pareti sono chiare con decorazioni floreali fini di color nero.
A destra c'è un letto size king, con i vari drappeggi color crema e la trapunta color rosa pesca; la zona letto è divisa in parte da un muro di vetro. Il letto poggia su un tappeto morbido e peloso bianco di forma circolare.
Di fronte al letto c'è una porta a due battenti, una della quale è aperta, mostrando un casino totale di abiti indistinti in quella che dovrebbe essere una cabina armadio, grande quanto la mia stanza, se non di più.
A sinistra c'è un'enorme finestra che dà sulla piscina fuori; una tv che fa invidia ai cinema e uno stereo con casse alte metà stanza.
La seguo lentamente, ammirando l'eleganza di quel posto, mentre lei si dirige verso la cabina armadio.
- Mi aiuteresti a scegliere il vestito?
Annuisco, poi le chiedo scherzando:- Se non ci fossi io, a chi lo chiederesti?
Lei spunta fuori dal mucchio di appendiabiti e vestiti:- Ora te la chiamo e vedrai tu stessa i suoi consigli.
Mi guarda seria mentre io mi limito a sollevare le sopracciglia e a guardarla interrogativa.
Lei va verso la porta:- Aspettami, arrivo. Ah, tanto per dirtelo, ha anche lei la nostra età, credo... quanti anni hai?
- Diciotto.
Sorride:- Sì, la nostra età.
Mentre lei esce a chiamare la sconosciuta, io chiamo mia madre:- Ciao 'ma.
- Tesoro! Stai bene? Cos'era quel messaggio? Mi stavo preoccupando! Chi erano le persone descritte? Perché c'era un numero di targa?
- 'Ma, calmati, per favore.
Le spiego tutto con calma, passando poi a parlarle della casa di Caroline.
La sento fare un sospiro:- Menomale che stai bene! Mi stavo preoccupando.
- Tranquilla sto bene. Piuttosto... non so a che ora tornerò stasera...
- Oh, stai tranquilla, basta che mi avvisi che stai bene ogni tanto.
Sorrido mentre mi siedo sul letto, che scopro essere morbidissimo, e appoggio la busta affianco al letto.È una delle sue cameriere ed ha effettivamente la nostra età.
- Lei è Alexandra. Alex, lei è Miranda.
Le faccio un "sorriso":- Piacere.
- Piacere mio.
Caroline batte le mani:- È ora di scegliere il muo vestito! Sappiate che stasera la festa si terrà in una discoteca e che devo assolutamente trovare un figo con cui ballare.
Mi metto a ridere mentre scuoto leggermente la testa, mentre Miranda si limita ad annuire seria.
Cos'aveva detto? Che ha la nostra età?
Caroline esce dalla cabina con addosso un vestito nero gesso fino a sopra il ginocchio e le spalline.
- Ah, ci vogliono dei colori accessi Carol, non puoi andar vestita di nero!
Mi giro di scatto verso di lei, sotto shock. Caroline mi guarda e per poco non soffoca, cercando di non ridere.
- Io invece credo che il nero ci stia, ma niente spalline e non un nero così poco appariscente. Ci serve più luce.
La tipa mi guarda sbigottita.
- Va bene! Provo un altro vestito.
Il successivo è un vestito rosso accesso e luccicante.
- È perfetto!
Questa ha dei seri problemi...
- Assolutamente no. Non avrai mica intenzione di prendere il posto delle sfere di luce della discoteca?!
Caroline scoppia a ridere:- Hai ragione.
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Quella fatidica panchina
RomanceQuando voleva allontanarsi dal caos della città, dalle persone superficiali e immergersi totalmente in sé stessa, bastava che si dirigesse verso il bosco lì vicino, immenso e vivo come nessuna persona poteva essere, silenziosa come solo la natura po...