Pov. Mark
Caleb è rimasto perso nei suoi pensieri per tutto il tempo che sono stato con lui.
Ha sempre tenuto lo sguardo perso e lontano, mentre tentavo di tutto per farlo coinvolgere in una conversazione.
Che ragazzo problematico.
Sbuffo per l'ennesima volta:- Stasera tu vieni a una festa con me.
- No, Mark, non ne ho voglia - dice continuando a non guardarmi.
- Non mi importa. Passo alle otto questa sera, vedi di farti trovare preparato.Sono sotto casa sua, che suono il campanello, ma non mi apre.
I suoi sono via per l'ennesima volta, di conseguenza devo trovare un secondo accesso.
Faccio il giro della casa e vedo la porta del balcone al primo piano aperta. Comincio a salire su per le cornici e grazie a una lanterna, riesco a darmi lo slancio perfetto per aggrapparmi alle decorazioni in marmo del balcone.
Con un ultimo sforzo, mi ritrovo all'interno del balcone.
Faccio un sospiro di sollievo per non essermi rotto niente e mi dirigo verso l'interno.Entro nella stanza di Caleb, che sobbalza nel vedermi entrare.
La sua camera è ordinata come sempre, mentre lui si alza dal letto sorpreso.
- Come cavolo...
- Ho volato e sono entrato dal balcone della sala giochi - dico io interrompendolo.
- Tu sei scemo.
- No, sono Mark, ora alza quel culo e fatti una doccia, intanto io ti scelgo i vestiti adatti.
Lo osservo mentre si alza e cammina verso il bagno come se lo stessi mandando al patibolo.Esco trionfante dopo una buona mezz'ora nella cabina armadio di Caleb, dove ho faticato per trovare qualcosa tra gli infiniti capi d'abbigliamento.
Esco in contemporanea con Caleb, con addosso solo dei boxer:- Amico, la tua cabina è immensa, perché invece tu ti ostini a mettere sempre le prime cose che ti capitano?
- Guarda che li uso quasi tutti.
- Sì, cioè quasi nessuno, tipo questa - sollevo una camicia color mare con le maniche tendono sempre più a un blu intenso. - Non te l'ho mai vista addosso.
Lui sbuffa:- Da quale oscuro angolo della cabina l'hai tirata fuori?
La sua espressione è di pura curiosità.
Impreco:- Non sai nemmeno quello che hai nella tua cabina, santi dei!
Caleb ride e afferra la camicia e il jeans nero che gli sto porgendo.Arriviamo finalmente a destinazione.
Nel locale, noto a me ma non a Caleb, gira la solita musica ritmata che incita le persone a buttarsi in pista.
Trascino il mio migliore amico verso il bancone e lo obbligo ad ordinare qualcosa, ma si prende solo una birra.
Sospiro:- Forza, andiamo a ballare.
Lui mi guarda sollevando un sopracciglio:- Hah, te lo puoi anche scordare.
Afferra la sua birra e si allontana, faccio per seguirlo, ma dopo che una mandria di persone mi è passata davanti, lo perdo di vista.
Mi guardo in giro sperando di trovarlo.
- Ciao, perso qualcosa?
Mi volto verso la voce da ragazza. Ero pronto a mandarla via come tutte quelle seccatrici che ronzano attorno alla gente in feste come questa, ma i suoi occhi color miele sono così sereni, senza alcuna ombra di tracotanza o libidine.
- Hm, no, più che altro qualcuno, ma lasciamo stare.
Lei alza entrambe le mani:- Se è la tua ragazza, sappi che non voglio problemi! Solitamente pensano tutte subito male.
Mi metto a ridere:- No, si tratta di un mio amico.
Lei annuisce:- Io sono Caroline.
Dopo aver fatto le presentazioni, cominciamo a parlare del più e del meno.
È una ragazza che, oltre ad essere veramente bella, sa conversare.Dopo non molto, viene raggiunta da una sua amica, anche lei carina ma sembra al quanto... distaccata? No, direi più che altro persa, persa nei suoi pensieri.
- Caroline, il tuo drink è più acqua che vodka, ormai.
- Scusa, me ne ero proprio dimenticata.
Le sorride:- Nessun problema. Sono in quel tavolo là giù se hai bisogno.
Dopo che se ne torna al suo tavolo appartato, la bruna posa nuovamente gli occhi su di me:- Alex può sembrare un po' strana, ma credo proprio che sia una brava ragazza.
- Credi?
- Hm, sì è che la conosco da nemmeno un paio di giorni.
- Ora capisco.
Lei sorride.
C'è da ammettere che questa ragazza mi piace... Diversamente dalle solite, sa parlare di cose che non sia solo sé stessa, il che è già un gran bel passo.
- Mark, ti spiace se raggiungiamo Alex? Da quel poco che so di lei, credo che se ne starà seduta là tutta la sera, se non la obbligo io.
- Ma certo.
Raggiungiamo la ragazza che è seduta e osserva la pista da ballo.
In effetti non sembra una che adori socializzare. Chissà perché ma mi ricorda Caleb.
Caroline fa le presentazioni.
Così, questa ragazza si chiama Alexandra. Divertente, è lo stesso nome della tizia per cui Caleb ha una cotta.
Ricambio il cenno di saluto che mi ha rivolto.
Credo che sarà bene farla incontrare a Caleb, anche se ha lo stesso nome, forse riuscirà a dimenticare la dama sfuggita al suo fascino (?) e concentrarsi su qualche altra ragazza.
- Sono venuto anche io qui con il mio migliore amico, devo trovarlo perché è al quanto depresso.
- Depresso? - chiede Caroline al quanto interessata.
- Sì, è che è pazzo di una ragazza e l'ha baciata, solo che lei se né andata via senza lasciare tracce.
Al quanto brutto. Vi spiace se lo chiamo qui?
Alex si limita a una alzata di spalle.
Hm, è proprio di poche parole...
- Certamente, così magari anche Alex fa conoscenza con qualcuno- dice la bruna rivolgendosi all'amica.
Alex si limita ad alzare gli occhi al cielo e prenderci da bere.
- Birra per tutti? - propone Caroline, dopo la domanda su cosa prendere rivoltaci dall'amica.
- A me va più che bene - dico senza problemi.
Alex annuisce e chiede:- Ne porto una anche per il tuo amico?
- Oh, grazie, ne ha più che bisogno.
Afferro il cellulare e lo chiamo.
Lui alza:- Hey Caleb, senti sono al tav-
- COSA? NON SENTO NIENTE!
Allontano il cellulare dall'orecchio, dopo che Caleb mi ha praticamente mandato in Paradiso il timpano.
Con una smorfia riaggancio.
Optiamo per i messaggi.Messaggio di Mark:
Caleb, sono a uno dei tavoli vicino alla porta per l'uscita di sicurezza con due battenti, non quella con un solo battente vicino ai bagni, ma dalla parte opposta. Vedi di farti trovare qui il prima possibile.
Messaggio di Caleb:
Senti, prima mi trascini in un posto che non conosco, poi mi volevi obbligare a ballare e ora mi dici di raggiungerti con una descrizione scadente con il quale non farò altro che girare a destra e a manca tutta la sera!
Messaggio di Mark:
Non è colpa mia se sei scappato!
Messaggio di Caleb:
Beh, ti metti a fare proposte stupide!
Sospiro esasperato, mentre Caroline cerca di nascondere un sorriso, intuendo probabilmente il motivo di un sospiro così teatrale.
Messaggio di Mark:
Okay, allora, dimmi dove sei, vengo a cercarti.
Messaggio di Caleb:
Aspetta, forse ho visto l'uscita di emergenza di cui parlavi.
Sollevo lo sguardo verso la porta in questione e lo vedo spuntare fuori dalla folla.
Messaggio di Mark:
Visto! Non muoverti!
- Scusami Caroline, ma devo recuperare il mio amico, se no rischio di perderlo di vista nuovamente.
Fa il segno dell'ok con le dita:- Vai pure.
Mi alzo e, dopo qualche slalom e spinta, raggiungo Caleb:- Hey fratello, di qui!
Lui si volta verso di me:- Eccoti finalmente. Andiamocene.
- Ah, nono scordatelo, ci sono Caroline e la sua amica che ci aspettano.
Si acciglia:- Chi?
Lo prendo per il braccio e comincio a trascinarlo verso al tavolo. Si siede nell'angolo da cui non si vede la pista, mentre io mi siedo affianco a lui, con Caroline di fronte a me.
Arrivati sul posto, lo invito a sedersi mentre Caroline si presenta.
Caleb fa per presentarsi a sua volta ma si blocca con lo sguardo lontano.
In quel momento arriva Alex:- Ecco le vostre bir-
Sia Caleb che Alex si guardano.
- A...lexandra?
- Ma che cavolo ci fai qui, Caleb? - chiede con voce sorpresa.
Lancio un'occhiata a Caroline, che, con sguardo acceso dalla curiosità, guarda prima uno poi l'altro.
- Aspetta, aspetta amico. Lei... È quella Alexandra?! - gli chiedo.
Lui si limita ad annuire.
Beh, li ho fatti rincontrare accidentalmente.Salve gente!
Come stanno andando le vostre vacanze? Spero bene <. <
Comunque chiedo scusa per il ritardo, ma il Pov Mark è stato un po' difficile da mettere su.Spero vi piaccia e beh, buona lettura!
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Quella fatidica panchina
RomanceQuando voleva allontanarsi dal caos della città, dalle persone superficiali e immergersi totalmente in sé stessa, bastava che si dirigesse verso il bosco lì vicino, immenso e vivo come nessuna persona poteva essere, silenziosa come solo la natura po...