Pov. Alexandra
I miei occhi si aprono di scatto.
La prima cosa che noto, nonostante il buio, è che non è la mia stanza.
Cerco di regolarizzare il respiro, mentre guardo verso Caleb. Sta ancora dormendo, per fortuna.
Mi alzo con cautela e, il più silenziosamente possibile esco dalla camera, con il cellulare per far luce.
Non appena metto piede fuori, nel corridoio, il freddo penetra fin nelle ossa.
Menomale che non sono rimasta nella stanza degli ospiti...
Vado in cucina e cerco un bicchiere, che riesco a trovare dopo circa dieci minuti, per via della scarsa luce.
- Potevi svegliarmi, almeno non saresti uscita in questo freddo e in una casa che non conosci, mettendoci quindi più tempo a trovare ciò che cercavi.
Dice Caleb dietro di me, mentre sento le mie spalle venir coperte da qualcosa di caldo. Abbasso lo sguardo e noto che è una coperta morbida e calda.
- Non volevo disturbarti ulteriormente.Pov. Caleb
È da un po' ormai che la sento rigirarsi nel letto.
La guardo girarsi per l'ennesima volta verso di me, mentre sento il suo respiro leggermente accelerato.
Forse è bene svegliarla, sembra stia facendo un incubo...
Lei spalanca gli occhi di scatto.
Come non detto.
Si mette a sedere. Chiudo gli occhi appena prima che si volti a guardarmi, poi la sento alzarsi e uscire di stanza con cautela.
Mi alzo anche io.
So che potrebbe sembrare da stalker ma potrebbe cadere e farsi male, del resto non è casa sua...
Okay, Caleb, trova delle scuse meno patetiche, almeno quando si tratta di te stesso.Esco dalla stanza, per rientrare subito dopo.
Ma come accidenti è riuscita ad andarsene in giro con un freddo simile?
Mi avvolgo nella coperta, per poi scendere in cucina, dove sento varie ante che vengo aperte e richiuse.
La vedo lì in punta di piedi che cerca qualcosa nella credenza.
Dopo un paio di minuti che cerca e ricerca, la vedo trionfare con un bicchiere in mano.
Cerco di non ridere.
Mi sta dando le spalle, così, quando la vedo tremare leggermente, mi avvicino e la avvolgo nella coperta che mi ero portato dietro.
- Potevi svegliarmi, almeno non saresti uscita in questo freddo e in una casa che non conosci, mettendoci quindi più tempo a trovare ciò che cercavi - le dico allontanandomi di un passo da lei.
Lei, ancora di spalle, mi risponde:- Non volevo disturbarti ulteriormente.
Sorrido:- Nessun disturbo.
Fuori la pioggia sta ancora scrosciando.
Prendo la bottiglia d'acqua e mi avvicino, in modo da versagliela, ma lei si gira verso di me per prenderla e, per il buio o la situazione in cui siamo, lei tira una gomitata alla bottiglia e la fa volare via.
Ci buttiamo entrambi su di essa, cercando di prenderla.
La prendo appena prima che si frantumi a terra.
- Potresti anche lasciarti servire, ogni tanto.
Sbuffa:- Perché mai dovrei, se sono in grado di far da sola?
Le porgo la bottiglia e lei la prende e mi ridà le spalle.
Che ragazza interessante.
Mi appoggio all'isola che c'è in mezzo alla cucina e incorcio le braccia al petto per restare al cado.
Alexandra sta guardando fuori dalla finestra mentre sorseggia sovrappensiero l'acqua.
I capelli le cadono sul viso, scappati alla morsa con cui sono tenuti legati in testa.
- Non hai sonno?
- No, quando mi sveglio, raramente riesco a riaddormentarmi.
- Hai avuto un'incubo? - dico interrompendo il silenzio sceso tra noi.
Lei sussulta e si volta verso di me. La vedo in controluce, dato che dava le spalle alla finestra da dove la luna ci graziava della sua luce.
- Tu... come lo sai?
- Hm... chi lo sa.
Lei sbuffa e si rigira.
Mi stacco dal freddo marmo e faccio un passo verso di lei, così da esserle dietro. Guardo il suo riflesso contro il vetro rigato dalle goccie d'acqua.
Lei si gira verso di me, lontana pochi centimetri:- Eri sveglio?
Vedo un lampo pazzesco illuminare il cielo, ma lei sembra non averlo notato.
Un altro frastuono proviene dalle nuvole.
Lei sussulta e si allotana dalla finestra, colta alla sprovvista e si ritrova contro il mio petto.
La prendo per le spalle coperte dalla coperta.
- S-scusa, mi sono presa un colpo... - ride nervosa, mentre appoggia le calde mani sulle mie fredde braccia.
- Ma sei freddo come un cadavere! Cosa dai la coperta a me se stai morendo di freddo tu?
Sorrido al pensiero di come questa ragazza inganni all'apparenza.
Si muove per togliersi la coperta di dosso, ma la fermo:- Poi avrai freddo tu, quindi preferisco restare al freddo io.
Lei si ferma e sposta il viso di lato:- Sei solo un cretino.
Mi supera, per poi girarsi e lanciarmi la copera addosso, prima di andare verso il divano.
La raggiungo e la abbraccio da dietro, circondando la sua vita con le braccia.
Lei si irrigidisce.
- Direi che così stiamo al caldo entrambi, no? - le sussurro all'orecchio.
- Io... vado a dormire - dice in un sussurro più che udibile.
- Sbaglio o solitamente tu non riesci a riaddormentarti una volta sveglia?
Lei prende il respiro per poi accennare a parlare, ma richiude la bocca e borbotta:- Così non vale, però.
Il mio viso è vicino al suo, che emana un calore pazzesco.
È arrossita.
- Hai caldo? - le chiedo sempre all'orecchio.
Lei, non riuscendo a liberarsi dal mio abbraccio si gira.Pov. Alexandra
- Hai caldo?
Il suo sussurro al mio orecchio, mi fa venire ancora più caldo.
Sento le guancie andare a fuoco.
Menomale che c'è buio...
Le sue braccia mi tengono stretta, senza permettermi di liberarmi.
Sento i suoi musicoli contro la mia schiena, il suo petto alzarsi ed abbassarsi ad ogni respiro.
Basta. Tutto questo deve finire. Ora.
Tento di nuovo di liberarmi, ma non funziona, così decido di girarmi ed affrontarlo.Che errore madornale...
Salve miei cari!
Direi che immaginerete perché sia un errore madornale per la nostra Alex...
Nel prossimo capitolo saprete che succede :pChiedo scusa per il ritardo x/
Siamo ormai alla fine della scuola, ma saprete bene che non è ancora finita e come si è occupati T.TGrazie a tutti e alla prossima!
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Quella fatidica panchina
RomanceQuando voleva allontanarsi dal caos della città, dalle persone superficiali e immergersi totalmente in sé stessa, bastava che si dirigesse verso il bosco lì vicino, immenso e vivo come nessuna persona poteva essere, silenziosa come solo la natura po...