Pov. Caleb
Dopo che Caroline e Mark ci lasciarono, Alexandra decise finalmente che era ora di vedere il suo regalo. Ci eravamo incamminati da poco, quando lei si fermò.
- Che ne dici se prendiamo qualcosa da bere?
Annuisco:- Ci sta.
- Ci penso io, aspetta qui.
Si allontanò per arrivare al semaforo e attraversare le strisce pedonali, per poi scomparire dietro a un angolo.
Cominciai a pensare a quanto quella giornata lì si stava volgendo in meglio. Forse stasera potrò passare una giornata calma e senza cose irritanti tra i piedi.
Vedremo un film? Oppure ce ne staremo a parlare guardando il cielo. Non sarebbe certamente la prima volta. Di una cosa ero sicuro: non potevo permettermi di affrettare le cose o l'avrei persa.
Delle sirene si sentivano in lontananza, mentre il negozio appena dietro di me trasmetteva una canzoncina classica.
Mi arrivò un messaggio di Mark, in cui mi diceva cose senza senso. Intuì che era stata Caroline, soprattutto perché Mark avrebbe fatto battute e allusioni di altro tipo.
Un insolito vento caldo caratterizzava il pomeriggio, mentre la gente evitava il caldo con gelati e bibite ghiacciate.
Vidi una famigliare chioma di capelli neri spuntare tra le altre teste, mentre si dirigeva verso le strisce. Mi persi nell'ammirare quella ragazza stupenda, mentre lei mi faceva la linguaccia con due bottiglie di vetro in mano.
Una se la appoggiò al collo, mentre aspettava che il semaforo diventasse verde.
Andai davanti alle strisce, esattamente davanti a lei:- Potresti passare sai, non ci sono auto.
Lei mi guardò male, cercando però di non sorridere:- C'è rosso, se non lo vedi.
Le sorrisi, sapendo che lo stava facendo apposta.
La luce diviene finalmente verde e lei la guarda, per poi sollevare un sopracciglio:- Di già?
Conoscevo me stesso e sapevo che non avrei mai attraversato per primo e lei lo aveva capito, così se ne stava lì ferma a riflettere.
- Sai Caleb, poi ti devo parlare di Daniel...
Sollevai un sopracciglio confuso:- Daniel? Chi sarebbe?
Mi sorrise:- Uh, geloso?
Sbuffai:- Sarò sempre geloso quando si tratterà di te, sappilo.
- Se vieni qui, te ne parlo.
Capì il suo gioco.
La guardai, mentre teneva la bottiglia fresca appoggiata al collo e mi sorrideva, divertita dalla situazione:- Ci hai provato bellezza, ma non attraverserò io queste strisce pedonali, chiaro?
Piego di lato la testa:- No? Allora dovrai trovare tu un motivo per farmi venire lì.
- Alex. Ti amo.
Lei sgranò gli occhi, per poi sbattere le ciglia ripetutamente.
- Così non vale però - borbottò imbronciata.
Cavolo se era dannatamente bella.
Mi guardò, inchiodandomi con il suo sguardo lì.
I suoi occhi castani erano resi chiari dal sole, mentre cominciava ad attraversare la strada.
La vidi avanzare verso di me, ancora la bottiglia fredda appoggiata al collo e un sorriso sbarazzino sulle labbra.
Poi non la vidi più.
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Quella fatidica panchina
RomanceQuando voleva allontanarsi dal caos della città, dalle persone superficiali e immergersi totalmente in sé stessa, bastava che si dirigesse verso il bosco lì vicino, immenso e vivo come nessuna persona poteva essere, silenziosa come solo la natura po...