Pov. Alexandra
- Hey ma'.
- Alex! Stai bene? Ti è successo qualcosa? Cosa ti ha detto?
- Mamma, calmati. Come l'hai saputo?
- Ecco... l'ho incontrato.
Mi irrigidì:- Cosa ti ha detto?
- Mi ha detto... aspetta! Rispondimi prima tu, Alex!
- Mamma, non è il momento.Sentì sospirare:- Mi ha detto che eri stata molto sgarbata, ma io ho semplicemente detto che tutto ciò che gli hai detto è vero e... beh, non so cosa tu abbia detto, ma sono sicura di ciò che ho affermato in sua presenza. Se né andato velocemente, alquanto irritato, ma almeno se n'è andato.
Alex guardò Caleb che la stava guardando preoccupato, mentre annuiva distrattamente in direzione di Carol.
- Gli ho solo detto di stare lontano da lui e che non è niente per me. Me lo sento ma', so che non lo rivedrò più e questo mi rende felice, perché ti ha fin troppo rotto i cogl-
- Alex!
Sbuffai:- Beh, una qualche parolina ci stava anche...
Finalmente rise, allentando la tensione che io potevo solo immaginarmi:- Hai ragione, forse qualcuna ci stava.
Sorrido:- Già.
- Scusa se ti ho disturbato, è solo che-
- Ma', tranquilla, mi ha fatto piacere sentirti e poi volevo... ecco, stasera... posso restare a casa di Caleb? Guardiamo qualche film e ceneremo insieme.- Non cenavate anche con Caroline e Mark?
- Diciamo che ci sono state delle modifiche che Caroline ha fatto di testa sua.- Capisco, allora saranno utili per qualcosa, queste modifiche. Quella ragazza è un genio quando si parla di piani contorti e fini interessanti.
Risi all'affermazione di mia madre: Caroline era una vera e propria discendente di Cupido sulla terra.
- Alex, so che non hai avuto la vita che ti immaginavi quando eri piccola e tuo padre era con noi, ma io, non sono riuscita a fare molto, anzi forse non mi sono nemmeno impegnata abb-
- Mamma. Adesso basta. Tu sei il motivo per cui oggi sono la persona più felice del mondo, per cui oggi è diventata la giornata migliore della mia vita. Sei tu che mi hai portato sulla strada che mi ha portata qui, quindi non aggiungere più niente.
Sentì tirare su con il naso dall'altra parte del telefono.
- Bene, allora immagino ci vedremo domani.
- Sì, certamente.... E, mamma?
- Dimmi, tesoro.
- Ti voglio bene.
Seguì un attimo di silenzio, prima che parlasse nuovamente:- Anche io, piccola mia, anche io. Divertiti e vedi di stare attenta.
- Certo ma'. Ciao.
Mi avvicinai al tavolo e sentì che Carol stava ancora parlando con Caleb.
- Scusate l'attesa, ma Mark? - chiesi dopo aver visto che il ragazzo non era ancora tornato.
- Sta arrivando - disse Carol mentre messaggiava con il suo ragazzo.
- Bene Caleb! È ora. Alex, copri i suoi occhi.
Mi accigliai appena:- Perché?
- Perché non deve vedere subito come è il regalo!
- Non lo avete incartato? - chiesi dubbiosa.Lei alzò gli occhi al cielo:- Certo che sì, ma tu fallo e basta.
Sospirai e guardai Caleb, che mi sorrise e annuì. Mi misi dietro di lui, che era ancora seduto, e gli coprì gli occhi con le mie mani.
Sentivo le sue ciglia solleticarmi le dita, mentre vedevo Mark che avanzava con il regalo.
La carta regalo grigia con le decorazioni color blu fasciava il regalo, a sua volta avvolto dal braccio di Mark. Lo teneva lateralmente mentre sorrideva verso di noi.
Caroline mi sorrise e non appena Mark si era posizionato davanti a Caleb, tolsi le mani da davanti i suoi occhi.
Pov. Caleb
Sentivo le mani di Alex appoggiate sui miei occhi, leggere e delicate. Sentiva ogni tanto lei che sorrideva o accennava a una risata, mentre io vedevo solo il buio.
Mi rilassai solo grazie alla presenza di Alexandra che percepivo dietro di me, attraverso lo schienale di legno della sedia.
A un certo punto le sue mani si allontanarono.
- Posso aprire, quindi?
- Devi! - esclamò Carol tutta pimpante.
Aprì gli occhi e, dopo qualche secondo per riprendermi dalla luce improvvisa, misi a fuoco il regalo teso da Mark verso di me.
Fissai la carta regalo elaborata, per poi posare lo sguardo sui presenti: davanti a me Caroline mi guardava mentre annuiva soddisfatta e Mark sorrideva nella mia direzione mentre aspettava che prendessi il regalo, Alexandra stava a braccia conserte alla mia destra, mentre sorrideva guardando i suoi amici.
Spostò lo sguardo verso di me e mi sorrise, facendo un piccolo cenno con la testa verso il regalo.
Allungai una mano e presi il regalo. La carta era liscia con dei rialzamenti là dove c'erano le decorazioni. Sentivo che era qualcosa di pesante, con i bordi rialzati rispetto al centro.
- Lo apro?
Mark prese la parola, prima che lo facesse la sua ragazza:- Amico, vogliamo tutti sapere cosa ne pensi e soprattutto vedere la tua faccia.
Sorrisi imbarazzato, mentre annuivo e cominciavo a togliere con cura la carta, togliendo le zone incollate ed evitando di strapparla.
È pur sempre parte del regalo, no?
Feci scivolare via la carta regalo, ritrovandomi una foto di noi quattro seduti sotto a un albero con dei gelati in mano.
Era una foto fatta agli sgoccioli della primavera, mentre il caldo estivo si faceva già sentire.
Alex era seduta tra me e Carol, mentre io le circondavo la vita con un braccio. Stavamo tutti ridendo per una cosa buffa detta da Caroline, che ormai non ricordavo più.
Sollevai appena il quadro, notando delle irregolarità lungo il legno bianco della cornice.
C'erano infatti delle scritte.
Ne lessi una, per poi sollevare di scatto lo sguardo verso Alex, poi verso Carol e Mark, che ora erano abbracciati, mentre sorridevano verso di me.
- Ma queste sono...
Le parole mi morirono in gola, mentre ogni singola parola o frase rievocano in me vari ricordi.
Sorrisi, alzandomi e abbracciando i due, che ricambiarono felici.
- Grazie, è fantastico.
- Devi vedere ancora quello di Alex...
Mi allontanai appena e guardai la mia ragazza, che stava a sua volta guardando male l'amica.
- Amore, sai qual'è il regalo di Alex e non me l'hai detto! - disse Mark falsamente indignato.
Lei lo guardò, cercando di non ridere:- Scusa, ma lo avevo promesso.
Dopo varie battute, Caroline e Mark ci salutarono calorosamente, per poi lasciarci da soli.
Le presi la mano e intrecciai le dita con le sue, per poi guardarla.
- Andiamo?
Salve, so che questo capitolo fa schifo, ma è un capitoli di passaggio per ciò che succederà poi.
Aiuto, questi capitoli mi stanno richiedendo più tempo del previsto. Pazientate please, arriverà anche la fine, prima o poi.
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Quella fatidica panchina
RomanceQuando voleva allontanarsi dal caos della città, dalle persone superficiali e immergersi totalmente in sé stessa, bastava che si dirigesse verso il bosco lì vicino, immenso e vivo come nessuna persona poteva essere, silenziosa come solo la natura po...