Hanno quasi finito di interrogare le quasi ottocento recluse, quando viene comunicato che numerose di loro dovranno essere risentite. Si è notato del movimento quella mattina: sono arrivati altri rinforzi, sicuramente dei medici con delle attrezzature e quelli che a Madalen, Edith e ad altre che li hanno visti di sfuggita, sono sembrati dei Tribuni. Hanno richiesto il supporto dei professionisti.
Poche ore dopo le hanno radunate di nuovo e uno dei militari legge una lunga lista.
In questo elenco di detenute, destinate a essere interrogate di nuovo dai Tribuni, sono comprese tutte le recluse che nel corso del tempo hanno subito più sanzioni disciplinari, Madalen inclusa, e le altre ex-caposquadra.
La seconda sessione è considerevolmente più intensa, le ragazze non dubitano che non esiteranno a usare mezzi di persuasione diversi dalle minacce, se dovessero rivelarsi utili.
Madalen fatica a sopportarlo ed è evidente che finirà con il reagire, ma sembra soprattutto terrorizzata dall'essere accusata ingiustamente. Sorprendentemente, prima che commetta qualcosa per cui sicuramente la picchieranno di santa ragione, la Reinhart ottiene una sospensione. La ragazza ha visto che assiste con estremo interesse, le sembra anche molto provata.
Quando rimangono sole, la schiaffeggia con furia.
«Petersen» esplode «Non è questo che ti ho insegnato. Non costringermi a ricominciare dall'inizio, non ora. So bene che con questo increscioso incidente non c'entri, so dove ti trovavi perché ti ci ho messo personalmente. Ma devi collaborare, potresti aver visto o sentito qualcosa che ci può aiutare a incastrare l'assassina. Lo desideri anche tu. Quindi fa buon viso a cattivo gioco e smettila di comportarti da vittima innocente. Non li fermerò una seconda volta.»
Adesso la ragazza è in imbarazzo: stava involontariamente ostacolando un corso che agogna finisca presto, poi non solo non vuole irritare la Reinhart, se può evitarlo, ma ha anche capito la vita nel carcere ora è infinitamente più difficile.
La voce le trema quando risponde:
«Mi dispiace, Signora. Davvero, mi dispiace, sono stata stupida...ho avuto paura.»
«Non ne hai abbastanza, ragazza» ribatte da donna ancora inflessibile, poi abbassa la voce «adesso l'avrai: il soldato ferito è mia figlia, Petersen. O troveremo l'aggressore o nessuna di voi rimarrà per raccontarlo.»
«Comandante?» Madalen alza lo sguardo, il gelo che vede negli occhi della donna distrutta le conferma che è la verità.
«Adesso collaborerà» riferisce la Reinhart agli Interrogatori che stanno rientrando nella stanza. «Solo, dopo dovrà rimanere isolata, perché ha troppe informazioni. Non perdete tempo a cercare di capire se sia coinvolta perché io so che non lo è. Sono io il suo alibi.»
Il seguito dell'interrogatorio diventa più semplice, non sentendosi sotto accusa Madalen riesce facilmente a rivangare gli avvenimenti delle giornate passate. Anche se non ha visto niente, conosce le sue compagne e può aiutarli a capire se c'è qualcuna che stia nascondendo qualcosa.
In effetti la isolano, hanno attrezzato delle aree apposta. Lì riceve la visita di Monika Dolfson.
«Ti senti meglio, ora? La comandante mi ha informato che stavi avendo un attacco di panico. E, davvero, non ti punirà.»
«Panico?»
«Sì, panico. Sei stata schiacciata dalla minaccia di un'altra accusa infamatoria e ingiusta come quella del tradimento, stavi perdendo il controllo, pare.»
La ragazza socchiude gli occhi un attimo poi annuisce: «La Reinhart mi ha salvato.»
«Non l'ha fatto solo per te. Lo ha fatto principalmente per se stessa. Più che mai adesso, con un colpo così grave alle sue decisioni, non poteva mostrare ai Tribuni una detenuta ancora ribelle, anche se avrebbe desiderato che ti dessero una lezione. Poi, come spesso le capita, si è accorta che la sua decisione d'istinto era giusta: quando non le ti sei rivoltata contro, ha capito che non stavi resistendo, ma eri nel panico. Oppure hai più paura di lei che degli Interrogatori e di un'accusa di omicidio. E non ci crede nessuno.»
«Forse è vero. Ho visto nero, ho visto un'infamia intollerabile. Le mie decisioni d'istinto, invece, sono sempre sbagliate.»
«Quando dettate dal panico succede. Se ricominciassi ad avere gli incubi fammelo sapere subito.» Gli incubi l'avevo già portata più di una volta in uno stato che il medico non voleva rivedere.
«Spero di no. Stare in questo cubicolo non mi piace, ma va bene» risponde la ragazza e dopo qualche istante di silenzio aggiunge, quasi timorosa «come sta la ragazza?»
«Ci sono delle possibilità, con questo intervento. Lo speriamo tutti.»
«Ci vuole davvero tutte morte?» Chi, è sottinteso.
«Lo ha pensato, sì.»
«Ma lo farebbe davvero?» insiste Madalen, angosciata.
«Se la ragazza vivrà e troveremo chi è stato no. In caso contrario: chi può dirlo? Farò il possibile per evitarlo, ma non sempre mi ascolta.»
«Ma...può?»
«E chi la può fermare, secondo te?»
«Ho paura capitano» sussurra Madalen, mentre il medico è già sulla soglia.
«Ne hai motivo.»
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Madalen
Khoa học viễn tưởngIn un Impero Galattico militarizzato e in guerra, Madalen è una ragazza orfana che frequenta un'accademia militare. Poi un'accusa ingiusta la travolge e viene condannata a cinque anni da scontare in un campo di lavoro. Idealista, onorevole e delusa...