RIVOLUZIONE (968° giorno di reclusione)

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La Comandante ha accettato di vederla. La detenuta 41724972 con la contenzione da massima sicurezza, che le blocca quasi integralmente i movimenti di braccia e gambe, viene accompagnata da una guardia attraverso gli uffici direzionali.

Dopo un solo giorno d'isolamento, Madalen ha incontrato di nuovo Katherine. Insieme hanno concluso di aver subito una sanzione inaspettatamente mite per la loro iniziativa: è evidente che la Reinhart doveva aver compreso che non avevano intenzione di danneggiare l'opificio.

Se lo avesse pensato, non sarebbero state lì per raccontarlo.

Ovviamente non poteva permettere decisioni simili prese di nascosto dalle recluse, ma evidentemente era più aperta di quello che pensassero a valutare una sorta di ri-organizzazione. Katherine aveva convinto Madalen, facendo leva sul suo orgoglio e sul suo bisogno di rendersi utile, a farsi portavoce della loro proposta: entrambe erano consapevoli che non si sarebbe lasciata intimidire dalla prima obiezione: deve solo prestare attenzione a quello che dirà.

È ancora indolenzita dall'isolamento, le gambe si muovono rigidamente percorrendo i corridoi dell'edificio pervasi da un piacevole tepore. La secondina che l'accompagna si arresta davanti ad una porta massiccia di legno scuro, perfettamente lucidata, fino a quando una voce familiare autorizza a entrare la detenuta da sola.

La finestra lascia entrare i raggi del debole sole rossastro di Plane Glacia e illumina delicatamente l'ambiente arredato con la stessa sobria eleganza che caratterizza Vera Reihnart. Nessun dettaglio è eccessivo: le linee sono essenziali e i materiali raffinati, senza eccedere nell'ostentazione. La Comandante, in piedi tra la finestra e la scrivania, indossa l'uniforme come se fosse un abito di gala. Le linee del suo corpo modellato sono accarezzate dalle forme della casacca e della gonna, indubitabilmente realizzate su misura. L'altezza insolita non riesce a cancellare l'innata armonia di un fisico tanto addestrato e agile che letale e potente.

Madalen, pur mantenendo lo sguardo basso per evitare di sfidarla, la osserva con attenzione. Le mani curate della donna tengono i capi di una corta frusta, con la quale gioca distrattamente battendola sulla mano guantata.

Il cuore di Madalen balza in gola. Per quanto il suo tocco non la spaventi come una volta, i ricordi sempre vividi d'infinite ore di dolore e umiliazione spalancano le porte a un terrore incontrollabile: le pupille si dilatano e il respiro si fa roco. Vera Reinhart ora ha un sorriso ferino, può percepire la sua paura come un lupo la sente in un giovane cerbiatto, come l'ha sentita tanti mesi prima quando finalmente si è arresa. Tutto il suo corpo glielo dimostra e ne è soddisfatta: fino a che la teme, la può gestire.

«Hai paura della frusta, vero, Petersen?»

«Si Signora.» Non è proprio solo quello, ma non è il caso di fornirle ulteriori informazioni.

«Lo avevo notato. Sei considerevolmente più docile ora. Forse avremmo dovuto pensarci prima, avresti creato meno difficoltà. Probabilmente sono ancora in tempo per ottenere qualcosa di buono da te ora che ho capito come farti rigare diritto. A parte qualche occasionale colpo di testa» alla Comandante scappa un sorriso maligno.

«Ma hai chiesto di incontrarmi: è davvero inconsueto. Spiegami perché.»

Madalen trae un profondo respiro, e alza gli occhi in modo da incontrare quelli dell'altra donna. In quell'attimo, la studia e si accorge di quanto sia bella e allo stesso tempo terribile con il viso affilato, il naso dritto e gli occhi più gelidi e contemporaneamente luminosi che abbia mai visto. Osservarli è scrutare il buio siderale: freddo e pericoloso, ma allo stesso tempo carico di mistero ed esperienze preziose. La ragazza si sente piccola al confronto e non solo fisicamente, la sovrasta tutta la testa, ma anche per i miseri capelli castani tagliati a spazzola, il viso ovale con ancora tratti infantili e semplici occhi nocciola. Non può vedere nei suoi stessi occhi la fierezza e la determinazione che invece la donna ha notato dal primo momento. Ancora ardono, anche se offuscati dal timore in uno sguardo illuminato dall'energia di uno spirito indomito.

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