ALLARME (514° giorno di reclusione)

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«Se dovrò scegliere, non sceglierò certo te!» sta gridando Gretha. «E non dire che non ti avevo avvertito» conclude, sprezzante, mentre Madalen è sulla soglia del dormitorio del blocco D.

L'ennesimo battibecco con Gretha, la robusta caposquadra, originaria di un pianeta ad alta gravità. L'argomento è sempre lo stesso: sentirla parlare era come sentire parlare il maggiore, solo di lavoro e disciplina. Perché non parlava così anche con Franziska?

«Lasciala perdere Madie» le aveva consigliato. «Quella ragazza è una palla persa.»

«Quante volte la Wolf ha punito il blocco perché LEI non faceva la sua parte?» aveva ribattuto Madalen. «Quante volte deve succedere ancora?»

Non ha tutti i torti Madie. Lei è coscienziosa sul lavoro, nonostante i problemi con l'obbedienza, mentre Franziska si diverte a metterle in difficoltà. Il risultato era che nelle ultime settimane erano state costrette a ore di lavoro in più.

L'intervento di Gretha era limitato dall'impossibilità di sanzionarla, prerogativa del maggiore o della comandante, ma anche quelle che aveva subito non avevano fermato Franziska. Madalen aveva deciso che Gretha era una caposquadra debole e aveva smesso di tirarsi indietro davanti alle provocazioni della detenuta negligente.

All'ennesimo «Sei solo una schiava che fa quello che vuole il suo padrone» era scattata la violenza, come quella mattina. Nonostante Madalen non avesse mai manifestato atteggiamenti particolarmente bellicosi, erano ormai settimane che le zuffe si susseguivano, incuranti degli interventi contenitivi della caposquadra e delle occasionali percosse delle secondine.

Le risse non erano inusuali tra le detenute. Le guardie avevano istruzioni di intervenire senza indugio solo in casi clamorosi o di compromissione delle attività del campo, benché qualche occasionale colpo con il manganello non fosse classificato come un vero intervento.

L'avviso non era servito. Gretha aveva assistito all'ennesima baruffa subito dopo. Madalen avrebbe potuto nettamente vincere quella mattina se non fossero state fermate dalle militari con la forza.

«Ehi, bambina!» l'aveva provocata Franziska. «Non avrai sempre la mamma ad aiutarti!»


***

Il turno in fabbrica costringe Franziska e Madalen a una vicinanza che non può non essere foriera di guai. Atteggiamenti sfacciati, risate sardoniche, dileggiamenti, ormai sono la regola. Hanno trasferito Franziska, su pressione di Gretha, al blocco C, nella speranza di risolvere, o almeno ridurre, il problema. Ma l'opificio non è così grande e non c'è nessuna intenzione nelle ragazze di smetterla. Franziska ha anche un seguito, alcune ragazze che incoraggiate dalla sua strafottenza stanno cominciando a ostacolare la produzione. Adesso tutto il campo lavora un'ora in più per punizione.

Gretha, ancora una volta, ha intimato a Madalen di stare lontana dall'odiata rivale e l'ha assegnata a una delle routine più faticose.

È concentrata sul suo compito quando qualcosa la attrae la sua attenzione.

Strazianti grida di dolore percorrono i corridoi in cui tutte le ragazze sono impegnate in delicate procedure. Qualcuna alza per un istante lo sguardo impaurito, ma distrarsi può essere veramente rischioso. Anche Madalen cerca di comprendere cosa sia avvenuto senza smettere di lavorare. Non sarebbe la prima volta che si taglia per una disattenzione. Impegnata a capire cosa stia succedendo non si accorge di una presenza alle sue spalle, fino a quando Franziska si lancia addosso con gli occhi iniettati di sangue, buttandola a terra. Parte del materiale che stava lavorando le cade vicino e sparisce sotto la postazione.

Tra un'imprecazione e l'altra, mentre cerca disperatamente di evitare i violenti colpi della rivale, Madie capisce che due detenute del blocco C si sono ferite gravemente con la pressa. Franziska, avendola vista uscire pochi minuti prima dalla sezione, ha ritenuto che l'incidente fosse responsabilità proprio di Madalen.

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