«Il braccio è perso, Petersen» le spiega un ufficiale medico appena si accorge che è sveglia. «Se non lasci che te lo amputiamo, morirai.»
Il tempo smette di scorrere. Nella mente di Madalen mille futuri si rincorrono, tutti pervasi da una soverchiante desolazione: una donna misera, menomata a vita, duplicemente marchiata, dalla prigione e dalla mancanza di un braccio. Nessuno mai penserà di sostituirlo in carcere.
Che cosa potrà mai fare con uno solo? Era un soldato, ora è un'operaia. Per lavorare avrà bisogno di arti funzionanti, ma il medico non sta mentendo, sente il dolore, sente l'odore, sa che non c'è niente da fare.
«Fatelo» risponde, in un sospiro, prima che non abbia più il coraggio. Non riesce a guardare il medico mentre le risponde.
«Procedete» dispone sollecitamente il dottore.
Madalen lascia che, per la prima e anche l'ultima volta in quei cinque anni, la vedano piangere.
La sensazione dell'arto fantasma, al risveglio, è incredibile. Ha sentito dire che potesse succedere, ma non lo avrebbe mai immaginato così reale.
La camera è illuminata solo da una flebile luce di sicurezza rossastra nella quale riesce a distinguere solo gli altri letti e la porta socchiusa. Cambia posizione; si gira sul fianco e percepisce un ostacolo: no, è troppo vero perché sia una sensazione, c'è qualcosa. Ma non l'hanno amputato? Che cosa è accaduto? Hanno intenzione di lasciarla morire?
Cautamente, con la mano destra, sfiora l'avambraccio sinistro e lo trova: non riesce a non gemere. Il medico di guardia le si affianca immediatamente, preoccupata. «Che cosa succede? Senti dolore?»
«Il braccio...» riesce a dire Madalen, incredula che le abbiano impiantato un arto bionico.
«Ah, sì. È stata un'idea del sergente Logan. Si sentiva in debito, per cui lo ha pagato.»
«Eh?» Le manca il fiato.
«A quanto mi hanno raccontato, l'hai spinta fuori, non l'hai buttata a terra per passare, l'hai spinta fino a fuori l'edificio. La trave incendiata, che ti è venuta addosso, l'avrebbe colpita alla testa: le hai salvato la vita. Magari non lo hai fatto del tutto volontariamente, ma lei comunque ora è viva.»
«Adesso dov'è?»
«È tornata a casa. Avrà un periodo di riposo, poi sarà assegnata a un altro incarico.»
Logico, non avrebbe più potuto essere obiettiva.
Madalen continua a fissare con sorpresa il suo nuovo braccio. Non sarà certo la stessa cosa, ma è un modello adeguato, lo usano perfino i soldati: le potrebbe anche consentire, se lo volesse, di imbracciare un fucile.
Le sale un groppo in gola, ma il buio cela la sua commozione.
«Grazie sergente, ovunque tu sia, ti auguro la miglior fortuna» sussurra infine.
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Madalen
Science-FictionIn un Impero Galattico militarizzato e in guerra, Madalen è una ragazza orfana che frequenta un'accademia militare. Poi un'accusa ingiusta la travolge e viene condannata a cinque anni da scontare in un campo di lavoro. Idealista, onorevole e delusa...